Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  gennaio 07 Venerdì calendario

IL MISTERO DELLE PICCOLE MUMMIE DI PALERMO - DA OLTRE 200 ANNI NELLE CATACOMBE DEI CAPPUCCINI SONO CUSTODITI I CORPI DI 163 BAMBINI, CHE SARANNO ANALIZZATI DA UN TEAM DELLA STAFFORDSHIRE UNIVERSITY - L'OBIETTIVO E' SCOPRIRE L'IDENTITA' DEI PICCOLI DEFUNTI, LA CAUSA DELLA MORTE, E LA LORO STORIA MEDICA: "CI MUNIREMO DI UN'UNITA' RADIOGRAFICA PORTATILE E SCATTEREMO CENTINAIA DI IMMAGINI. TENTERMO ANCHE DI CAPIRE COME SONO STATI MUMMIFICATI E I VESTITI CHE INDOSSAVANO" -

In 1599 they mummified one of their number, recently-deceased brother Silvestro of Gubbio, and placed him in catacombs.#archaeohistories pic.twitter.com/Zl1hcKFlmI — Archaeo - Histories (@archeohistories) December 26, 2021 Da tag43.it

I segreti dei 163 bambini sepolti nelle Catacombe dei Cappuccini di Palermo stanno per essere svelati. O, almeno, questo è l’obiettivo della squadra di studiosi della Staffordshire University guidata dalla bioarcheologa Kristy Squires. Attraverso un progetto di ricerca biennale, gli esperti useranno la tecnologia a raggi X per ricostruire le storie delle piccole mummie che, da oltre 200 anni, sono conservate nei sotterranei del convento.

Muovendosi tra i reperti della più grande collezione di mummie d’Europa (comprendente 1284 corpi imbalsamati o di cui è rimasto semplicemente lo scheletro), i ricercatori si focalizzeranno sui resti dei minori nati tra il 1787 e il 1888, partendo dalle 41 salme della cosiddetta "Cappella dei Bambini".

L’identità dei piccoli defunti, a oggi, non è nota. Così come ignote rimangono la causa della morte e la storia medica, dettagli probabilmente accennati sulle targhette identificative, ormai erose e illeggibili. Proprio in virtù di questo, gli scienziati puntano a definire un quadro generale ancora più approfondito sulle loro vite: non si accontenteranno, infatti, di esaminare soltanto i ritrovamenti anatomici ma proveranno a incrociare i dati raccolti con le informazioni ricavate dal materiale d’archivio disponibile.

«Per tutto il mese di gennaio, lavoreremo sul campo», ha spiegato la dottoressa Squires al Guardian. «Ci muniremo di un’unità radiografica portatile e scatteremo centinaia di immagini dei bambini da differenti prospettive. Questo ci aiuterà a risalire al loro sviluppo, alla loro biografia e al loro stato di salute. Ma non solo: tenteremo anche di capire come sono stati mummificati e che vestiti indossavano. Il tutto, con un approccio per nulla invasivo e attento a non recare danni a un materiale così fragile».

Una volta completata questa prima fase, le radiografie total body (14 per mummia), verranno analizzate dal dottor Robert Loynes, chirurgo ortopedico in pensione che, in passato, si è occupato di studiare le mummie egiziane. Ma non solo. L’iniziativa, finanziata con un budget di oltre 70 mila sterline dall’Arts and Humanities Research Council del Regno Unito, si servirà anche della collaborazione di un artista di Los Angeles, Eduardo Hernandez, che produrrà una serie di illustrazioni da utilizzare per brochure e volantini che verranno distribuiti ai turisti e nelle scuole.

Le catacombe, originariamente riservate solo alla sepoltura dei Cappuccini, si sono trasformate, negli anni, in una nota attrazione turistica. E nonostante l’allure macabra delle reliquie in bella mostra, vantano una storia davvero interessante. Quando, nel 1534, i frati si trasferirono stabilmente nella Chiesa di Santa Maria della Pace, crearono una fossa comune che si apriva, come un pozzo, al di sotto dell’altare. Era proprio lì che avrebbero sepolto i loro confratelli, semplicemente avvolti da un lenzuolo.

Accortisi che lo spazio iniziava gradualmente a scarseggiare, decisero di provvedere alla costruzione di un cimitero più grande e, sfruttando la presenza di grotte di tufo dietro l’altare maggiore, avviarono i lavori di quella che sarebbe, poi, diventata la famosa cripta. Nel trasferimento dalla prima sede, si resero conto che 45 salme erano praticamente intatte: si erano mummificate naturalmente.

La notizia, considerata dai più un vero e proprio miracolo divino, suscitò grande interesse anche tra gli studiosi. Approfittando dello spazio a disposizione, l’Ordine decise di concedere sepoltura a chiunque potesse sostenere i costi dell’imbalsamazione. Compresi i bambini, che iniziarono a fare la loro comparsa a partire dal 1787.

A eccezione del caso di Rosalia Lombardo, uccisa da una polmonite nel giorno del suo secondo compleanno, fino a ora tutti gli studi si sono concentrati quasi esclusivamente sulle mummie adulte e sulla loro conservazione. Tema di cui si è occupato, in modo particolare, il dottor Dario Piombino-Mascali, di recente entrato anche nell’équipe della professoressa Squires.

«Molti degli esemplari sono il risultato della disidratazione naturale. Altri, invece, sono stati chiaramente trattati con sostanze chimiche e, per questo, si sono preservati molto meglio», ha sottolineato. «Alcuni, addirittura, sembra quasi stiano dormendo, sono così reali. Il tempo li ha scuriti ma, non avendo neppure gli occhi finti, pare quasi di avere la sensazione che ti guardino fisso. È affascinante, utile ai fini della didattica, ma avere a che fare con creature così piccole, per un antropologo, non è mai semplice».