la Repubblica, 4 gennaio 2022
Lego e Ikea alzano i prezzi
Brutte notizie per chi ama i prodotti dei colossi del consumo e design di massa scandinavo, una way of life speciale del tempo libero e della vita in famiglia per grandi e bambini. Il gigante danese dei giocattoli Lego e il numero uno mondiale dell’arredamento e del fai-da-te svedese Ikea, sono stati colpiti da pesanti aumenti delle materie prime e dei costi di trasporto e di produzione. E hanno scaricato il problema sulle spalle del cliente, aumentando i prezzi alla vendita. In media, si calcola, un incremento che va dal 9 per cento di Ikea fino al +20% di Lego su alcuni prodotti, rafforzando così i generali effetti negativi dell’inflazione.
La pandemia per il Covid e l’aumento dei materiali, hanno spiegato desolati i portavoce del colosso svedese, hanno portato all’inevitabile aumento dei prezzi al consumo. «Disgraziatamente, per la prima volta siamo obbligati a riversare sui consumatori gli aumenti dei costi delle materie prime necessarie, dei costi di trasporto, di produzione e di gestione delle filiali», ha fatto sapere Ingka Group, che controlla 367 del totale di 422 negozi di Ikea nel mondo. Un colpo basso per chi, anche per risparmiare, si cimenta da solo ad assemblare a casa il mobilio, dall’armadio Kallax alla libreria Billy.
Purtroppo, hanno aggiunto i portavoce di Ingka, «gli aumenti dei prezzisi faranno sentire soprattutto sul mercato europeo e quello nordamericano, tra i principali per il marchio». E potranno variare di entità da un paese all’altro. I maggiori costi di produzione hanno già portato Ikea a registrare un forte calo dei profitti nell’ordine del 17 per cento.
Ma per i bambini e gli adulti che giocano con i mattoncini Lego andrà ancora peggio. Secondo i siti degli affezionati del settore, a cominciare da brickfanatics, i prezzi di molte delle più popolari confezioni Lego aumenteranno quest’anno anche del 20 per cento.
Un vero e proprio salasso per le famiglie: molti dei prodotti piú venduti potrebbero divenire un bene di lusso quasi proibitivo.
Secondo brickfanatics, gli aumenti arriveranno di colpo e riguarderanno almeno 27 prodotti tra i preferiti dal grande pubblico. Il gruppo Lego si spiega e tenta di dividere le colpe: i nostri costi di produzione aumentano, ma in ultima istanza toccherà ai venditori al dettaglio tradurli o meno sui prezzi di vendita al dettaglio. Ma è difficile immaginare che il negoziante accetti perdite dell’entità del 20 per cento.Secondo Lego, adeguare i prezzi ai costi reali e all’inflazione, soprattutto in Europa, è una necessità impellente. Resta da vedere con esattezza come e in che misura i rivenditori diretti di Lego trasferiranno gli aumenti sui prodotti.
In ogni caso la notizia è un pugno nello stomaco per clienti e famiglie, specie in Europa dove l’inflazione è volata a livelli che non si vedevano da anni e i prezzi di elettricità e gas stanno mettondo a dura prova il potere d’acquisto delle famiglie per i generi essenziali, figuriamoci per i giocattoli.
I siti dei fanatici dei mattoncini tengono sott’occhio la situazione e i loro primi reports sono allarmanti. Vediamo solo alcuni esempi, riportati dabrickfanatics e non smentiti: il set assembly space aumenta del 13 per cento da 159 a 179 euro, la splendida riproduzione del Taj Mahal sale di prezzo del 20 per cento da 99,99 a 119,99 euro, il castello di Hogwarts (sí, quello delle avventure di Harry Potter) rincara del 5 per cento, il treno di Harry Potter, il vendutissimo Hogwarts Express, sale di costo del 13 per cento da 79,99 a 89,99 euro.
I pessimisti dicono che questo potrebbe non essere che l’inizio. Lego è un acronimo che unisce le due parole danesi “leg godt”, ovvero “gioca bene”. Ma quest’anno giocare bene coi mattoncini diverrà molto piú costoso.