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 2022  gennaio 03 Lunedì calendario

FARE GLI SCHIZZINOSI CON IL NUCLEARE CI COSTA CARO - LA COMMISSIONE EUROPEA HA INSERITO L’ENERGIA ELETTRICA PRODOTTA DALL’ATOMO TRA LE FONTI GREEN, INSIEME AL GAS, RIAPRENDO IL DIBATTITO. IL REFERENDUM DEL 2011 HA MESSO UNA PIETRA TOMBALE SUL NUCLEARE MADE IN ITALY, CHE POTREBBE RISOLVERE I NOSTRI PROBLEMI DI SQUILIBRIO ENERGETICO, IN UN MOMENTO IN CUI LE FAMIGLIE FANNO I CONTI CON IL CARO-BOLLETTE – INTANTO IL GOVERNO TEDESCO (DOVE CI SONO I VERDI) SI INCAZZA CON L’UE: “POSIZIONE UNANIME NELLA MAGGIORANZA. IL NUCLEARE È PERICOLOSO E NON SOSTENIBILE” -

(ANSA) - "C'è una posizione unanime nel governo" di Berlino sulla valutazione della classificazione delle fonti di energia proposta dalle Ue: lo ha dichiarato il portavoce di governo Steffen Hebestreit, rispondendo a chi domandava se ci fossero discordanze tra i partiti della coalizione, in conferenza stampa a Berlino. Hebestreit ha ricordato che nel contratto di coalizione si concorda sull'addio all'energia atomica in quanto pericolosa e non sostenibile dal punto di vista ambientale, mentre si considera il ricorso al gas naturale come una "tecnologia di passaggio", necessaria per arrivare ad altre forme di tecnologia pulita.

2 - L'OPZIONE NUCLEARE Paolo Baroni per "La Stampa"

La Commissione europea che infrange il tabù del nucleare, inserendo l'energia elettrica prodotta grazie all'atomo al pari del metano tra le possibili fonti utili a favorire la transizione ecologica (la cosiddetta tassonomia) riaccende in dibattito in Italia e apre anche le prime crepe in Europa.

Il nucleare di quarta generazione, pulito e sicuro, come stanno sperimentando Russia, Cina, Argentina e Stati Uniti, nel lungo periodo potrebbe infatti essere una delle carte che, assieme ad un uso ponderato del metano, consentirà al Vecchio continente di affrontare con meno problemi la fine della stagione dei combustibili fossili.

E negli anni a venire potrebbe fornire un contributo importante alla soluzione dei problemi del nostro Paese, notoriamente squilibrato nel suo mix energetico a favore di petrolio e metano per la quasi totalità di importazione.

L'eredità del 2011 Certo pesa l'esito del referendum che nel 2011 ha segnato la fine del nucleare «made in Italy» e il rispetto della Costituzione viene ancora brandito da quanti continuano a tenere fermo il no all'atomo.

Ne sa qualcosa il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, che solo per il fatto di aver suggerito nei mesi passati di fare attenzione agli sviluppi delle ricerche in corso sul fronte delle minicentrali è stato messo in croce per giorni e giorni dai 5 Stelle e da tutto l'ambientalismo tricolore. Inutile dire che ora Cingolani viva la decisione della Commissione Ue di classificare il nucleare tra le fonti green come una rivincita.

Coi prezzi del gas alle stelle e la nuova stangata sulle bollette ha infatti buon gioco a dire «avete visto, che avevo ragione?». Il ministro ufficialmente non commenta le ultime novità, però fa capire di aspettarsi che tutti quelli che negli ultimi tempi gli hanno mostrato solidarietà e si sono detti d'accordo con lui uscissero allo scoperto, mettendoci pure loro la faccia. Inutile dire che sul fronte politico la tensione resta sempre molto alta.

Attirandosi le stesse critiche ricevute del titolare del Mite, Matteo Salvini in questi giorni ha fatto sapere di voler inserire il nucleare tra le fonti previste dal piano sull'energia in chiave sovranista che di qui a breve la Lega presenterà a Draghi, Cingolani e agli alleati di governo.

I 5 Stelle, invece, dopo le indiscrezioni arrivate da Bruxelles, hanno messo subito in chiaro che «sia il gas che il nucleare non possono essere dichiarati sostenibili e quindi verdi» e che «gli aiuti pubblici possono essere dati solo a tecnologie che rendano i cittadini europei più autonomi rispetto alle importazioni dall'estero», in pratica dunque solo alle rinnovabili.

Tabarelli: dibattito folle «Quello della Ue è un atto scontato e ovvio, è dovuto», sostiene invece il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. «È una follia discuterne. Stiamo vivendo un raddoppio delle bollette, c'è uno shock energetico perché non c'è gas e il nucleare continua ad essere principale fonte per la produzione dell'energia elettrica in Europa».

Intanto però Germania, Austria e Spagna hanno già espresso parere contrario alla proposta della Commissione europea di inserire nella tassonomia delle fonti green anche alcuni investimenti in impianti a gas e nucleari.

«Se questi piani dovessero essere attuati, presenteremo un'azione legale», ha minacciato su Twitter il ministro del Clima austriaco Leonore Gewessler accusando la Commissione di «ambientalismo di facciata», col tentativo di «ripulire» il nucleare ed il gas naturale: «L'energia nucleare è pericolosa e non è una soluzione nella lotta ai cambiamenti climatici».

Anche i tedeschi divisi Dura la presa di posizione anche del numero del due dell'Spd al Parlamento tedesco, Matthias Miersch, mentre nel governo di Berlino affiorano divisioni coi liberali a favore dell'atomo green ed i Verdi a loro volta contrari come l'Spd. A suo parere la Germania, che ha appena spento 3 centrali nucleare e fermerà entro l'anno le ultime tre, «dovrebbe esaurire tutte le possibilità per impedire di promuovere questa tecnologia a livello europeo.

L'energia nucleare non è sostenibile e non ha assolutamente alcun senso economico». Stessi toni usati dalla vicepremier e ministro per la Transizione ecologica spagnola, Teresa Ribera: «La Spagna - ha spiegato ieri - è un fermo sostenitore della tassonomia verde come strumento chiave per avere riferimenti comuni che possono essere utilizzati dagli investitori per raggiungere la decarbonizzazione dell'economia e la neutralità climatica entro il 2050», ma includere il nucleare e il gas «sarebbe un passo indietro». Giudizi pesanti di cui Bruxelles dovrà tenere conto: nel caso entro il 12 la maggioranza dei paesi fosse a favore il piano entrerebbe in vigore il prossimo anno.

2 - NUCLEARE, L'EUROPA SI DIVIDE BERLINO: NON È SOSTENIBILE MA IL CARO BOLLETTE ALLARMA Jacopo Orsini per "il Messaggero"

La proposta della Commissione europea di classificare nucleare e gas naturale come fonti green, con l'obiettivo di accelerare il percorso verso le emissioni zero, divide l'Unione.

La Germania, che da tempo ha varato un piano per l'abbandono dell'energia atomica, guida il fronte dei Paesi contrari: il piano «annacqua» gli sforzi attuali per arrivare all'obiettivo della neutralità climatica, attacca il vicecancelliere Robert Habeck, dei Verdi, definendo «sbagliata» la scelta di inserire il nucleare nella nuova tassonomia Ue e indicando in particolare il problema degli effetti a lungo termine delle scorie. «Etichettare l'energia nucleare come sostenibile è un errore ed è assurdo per gli standard mondiali», ha rincarato il ministro dello Sviluppo, Svenja Schulze.

Ma anche a Berlino le posizioni non sono unanimi, con il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, decisamente meno ostile al nucleare. Critiche sono arrivate anche dall'Austria, dove il titolare dell'Ambiente, Leonore Gewessler, ha definito il nucleare «un'energia del passato».

Contro la proposta della Commissione si schiera anche il governo spagnolo. «Il gas naturale e il nucleare non possono essere considerati tecnologie verdi o sostenibili, a prescindere dalla possibilità che si possano continuare a fare investimenti nell'una o nell'altra», ha affermato il ministero della Transizione ecologica. «Non ha senso e manda segnali sbagliati per la transizione energetica di tutta l'Ue», è la conclusione di Madrid.

LA BOZZA La bozza messa a punto da Bruxelles riaccende dunque le divisioni interne ai 27 sul dossier energia. La Francia, con tutte le sue centrali nucleari da cui ormai dipende fortemente per il suo fabbisogno di elettricità, guida da sempre il fronte favorevole all'atomo.

In Germania invece, dopo il disastro giapponese di Fukushima del 2011, l'opposizione al nucleare è andata crescendo. Nel mezzo gli Stati dell'est e quelli mediterranei che dipendono maggiormente dai combustibili fossili e hanno invece difeso l'inserimento del gas come fonte sostenibile.

Il caro energia tuttavia continua a preoccupare l'Europa e in particolare l'Italia, dove molte aziende energivore rischiano di dover fermare la produzione a causa degli aumenti. Intanto, mentre il governo è al lavoro per studiare nuovi interventi per calmierare i rincari delle bollette (+55% per l'elettricità e +42% per il gas nell'ultimo aggiornamento trimestrale), Matteo Salvini esulta per la proposta della Commissione sul nucleare. «La Lega è pronta anche a raccogliere le firme per un Referendum che porti il nostro Paese in un futuro energetico indipendente, sicuro e pulito», ha detto il leader del Carroccio.

Ad aprire all'ipotesi di un ritorno alle centrali atomiche è stato più volte anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, l'ultima in una intervista poco prima di Natale al Financial Times. Nonostante l'Italia abbia abbandonato la produzione di energia nucleare in seguito al referendum nel 1987, ha argomentato il ministro, è arrivato il momento di considerare l'idea di ripristinarla guardando a tutte le nuove tecnologie «compresi i piccoli reattori modulari». Una prospettiva che tuttavia, oltre alla ferma contrarietà degli ambientalisti, trova fredda anche l'Enel, la principale azienda energetica del Paese. «Il nucleare di quarta generazione necessita di studi e attenti approfondimenti - ha detto al Messaggero Nicola Lanzetta, direttore di Enel Italia - e non vediamo applicazioni commerciali significative prima del 2040».