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 2022  gennaio 03 Lunedì calendario

L’opzione nucleare divide l’Europa

La Commissione europea che infrange il tabù del nucleare, inserendo l’energia elettrica prodotta grazie all’atomo al pari del metano tra le possibili fonti utili a favorire la transizione ecologica (la cosiddetta tassonomia) riaccende in dibattito in Italia e apre anche le prime crepe in Europa.
Il nucleare di quarta generazione, pulito e sicuro, come stanno sperimentando Russia, Cina, Argentina e Stati Uniti, nel lungo periodo potrebbe infatti essere una delle carte che, assieme ad un uso ponderato del metano, consentirà al Vecchio continente di affrontare con meno problemi la fine della stagione dei combustibili fossili. E negli anni a venire potrebbe fornire un contributo importante alla soluzione dei problemi del nostro Paese, notoriamente squilibrato nel suo mix energetico a favore di petrolio e metano per la quasi totalità di importazione.
L’eredità del 2011
Certo pesa l’esito del referendum che nel 2011 ha segnato la fine del nucleare «made in Italy» e il rispetto della Costituzione viene ancora brandito da quanti continuano a tenere fermo il no all’atomo. Ne sa qualcosa il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, che solo per il fatto di aver suggerito nei mesi passati di fare attenzione agli sviluppi delle ricerche in corso sul fronte delle minicentrali è stato messo in croce per giorni e giorni dai 5 Stelle e da tutto l’ambientalismo tricolore. Inutile dire che ora Cingolani viva la decisione della Commissione Ue di classificare il nucleare tra le fonti green come una rivincita. Coi prezzi del gas alle stelle e la nuova stangata sulle bollette ha infatti buon gioco a dire «avete visto, che avevo ragione?». Il ministro ufficialmente non commenta le ultime novità, però fa capire di aspettarsi che tutti quelli che negli ultimi tempi gli hanno mostrato solidarietà e si sono detti d’accordo con lui uscissero allo scoperto, mettendoci pure loro la faccia.
Inutile dire che sul fronte politico la tensione resta sempre molto alta. Attirandosi le stesse critiche ricevute del titolare del Mite, Matteo Salvini in questi giorni ha fatto sapere di voler inserire il nucleare tra le fonti previste dal piano sull’energia in chiave sovranista che di qui a breve la Lega presenterà a Draghi, Cingolani e agli alleati di governo. I 5 Stelle, invece, dopo le indiscrezioni arrivate da Bruxelles, hanno messo subito in chiaro che «sia il gas che il nucleare non possono essere dichiarati sostenibili e quindi verdi» e che «gli aiuti pubblici possono essere dati solo a tecnologie che rendano i cittadini europei più autonomi rispetto alle importazioni dall’estero», in pratica dunque solo alle rinnovabili.
Tabarelli: dibattito folle
«Quello della Ue è un atto scontato e ovvio, è dovuto», sostiene invece il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. «È una follia discuterne. Stiamo vivendo un raddoppio delle bollette, c’è uno shock energetico perché non c’è gas e il nucleare continua ad essere principale fonte per la produzione dell’energia elettrica in Europa».
Intanto però Germania, Austria e Spagna hanno già espresso parere contrario alla proposta della Commissione europea di inserire nella tassonomia delle fonti green anche alcuni investimenti in impianti a gas e nucleari. «Se questi piani dovessero essere attuati, presenteremo un’azione legale», ha minacciato su Twitter il ministro del Clima austriaco Leonore Gewessler accusando la Commissione di «ambientalismo di facciata», col tentativo di «ripulire» il nucleare ed il gas naturale: «L’energia nucleare è pericolosa e non è una soluzione nella lotta ai cambiamenti climatici».
Anche i tedeschi divisi
Dura la presa di posizione anche del numero del due dell’Spd al Parlamento tedesco, Matthias Miersch, mentre nel governo di Berlino affiorano divisioni coi liberali a favore dell’atomo green ed i Verdi a loro volta contrari come l’Spd. A suo parere la Germania, che ha appena spento 3 centrali nucleare e fermerà entro l’anno le ultime tre, «dovrebbe esaurire tutte le possibilità per impedire di promuovere questa tecnologia a livello europeo. L’energia nucleare non è sostenibile e non ha assolutamente alcun senso economico». Stessi toni usati dalla vicepremier e ministro per la Transizione ecologica spagnola, Teresa Ribera: «La Spagna - ha spiegato ieri - è un fermo sostenitore della tassonomia verde come strumento chiave per avere riferimenti comuni che possono essere utilizzati dagli investitori per raggiungere la decarbonizzazione dell’economia e la neutralità climatica entro il 2050», ma includere il nucleare e il gas «sarebbe un passo indietro».
Giudizi pesanti di cui Bruxelles dovrà tenere conto: nel caso entro il 12 la maggioranza dei paesi fosse a favore il piano entrerebbe in vigore il prossimo anno.