il Fatto Quotidiano, 3 gennaio 2022
Petrolio in cambio di the. Il baratto iraniano
L’Iran ha deciso di accettare il tè di Ceylon come pagamento di un debito petrolifero dello Sri Lanka del valore di 251 milioni di dollari, raccontano i media iraniani. “Nei recenti negoziati, abbiamo raggiunto un accordo scritto per rimborso del debito e degli interessi dell’Iran sotto forma di una spedizione mensile di tè prodotto in Sri Lanka”, ha annunciato il capo dell’Organizzazione per la promozione del commercio iraniana. Alireza Peyman-Pak ha spiegato sulla stampa che “è stato raggiunto un accordo, secondo il quale lo Sri Lanka esporterà tè in Iran ogni mese per saldare un debito di 251 milioni di dollari per il petrolio iraniano fornito allo Sri Lanka nove anni fa”. Nel 2016, il tè di Ceylon rappresentava quasi la metà del consumo iraniano, ma la percentuale è poi diminuita negli ultimi anni.
L’accordo di baratto consentirà all’Iran di non dover utilizzare la scarsa valuta pregiata di cui dispone, per pagare le importazioni del prodotto di base ampiamente consumato e potrebbe aprire la strada ad accordi simili con altri Stati debitori per le forniture petrolifere ricevute in passato. “Iran e Sri Lanka hanno un grande potenziale per sviluppare il commercio reciproco”, ha detto il capo del commercio iraniano, aggiungendo che le esportazioni non petrolifere dell’Iran nel Paese asiatico sono valutate meno di 100 milioni di dollari l’anno. Il ministro delle industrie delle piantagioni dello Sri Lanka, Ramesh Pathirana, ha tenuto a spiegare che l’accordo “non violerà alcuna sanzione delle Nazioni Unite o degli Stati Uniti poiché il tè è stato classificato come alimento per motivi umanitari”, secondo il sito web di Economynext.
Inoltre le banche iraniane che sono state inserite nella lista nera in base alle sanzioni statunitensi contro Teheran non saranno coinvolte nella “Operazione Cylon”.