il Fatto Quotidiano, 3 gennaio 2022
La parabola di monsignor Luigi Negri
Il quotidiano più arcigno della destra clericale no vax, omofoba e anti-migranti, La Verità, lo ha ricordato così in prima pagina: “Negri, il vescovo da battaglia. Maestro di fede e di educazione”. Tono guerriero anche su Libero, per la firma di Renato Farina: “Il primo allievo di don Giussani. Un combattente”. Più sobrio Il Giornale, ma forse solo per una questione di spazi nel titolo: “Il vescovo conservatore”.
Ciellino delle origini, al fianco del fondatore don Luigi Giussani, monsignor Luigi Negri è morto l’ultimo giorno dell’anno in provincia di Milano, all’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (dove B. fece i servizi sociali dopo la condanna per frode fiscale). A differenza dei tre giornali di destra che hanno dato rilievo alla notizia, il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, gli ha dedicato solo un breve articolo all’interno. Arcivescovo emerito di Ferrara e Comacchio, Negri è stato uno degli alfieri più vigorosi del fronte dottrinario e anti-misericordioso che dal 2015 conduce una feroce battaglia contro Francesco.
Non a caso, raggiunse in quell’anno l’apice della sua fama per uno scoop di Loris Mazzetti sul Fatto. L’arcivescovo di Ferrara venne “intercettato” il 28 ottobre su un Frecciarossa partito da Roma-Termini. In quell’occasione avrebbe sfogato con queste parole la sua rabbia per l’opera del papa argentino: “Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l’altro”. Cioè con Giovanni Paolo I, morto dopo soli 33 giorni di pontificato. In particolare, a rendere all’epoca furibondo il monsignore sarebbero state le nomine dei due arcivescovi di Bologna e Palermo, rispettivamente Zuppi e Lorefice, due cosiddetti preti di strada. Negri non confermò ma neanche smentì. E ieri su Libero, Farina – che secondo la ricostruzione di Mazzetti avrebbe raccolto al telefono quel 28 ottobre lo sfogo dell’arcivescovo ma lo stesso Farina disse che non era vero – ha scritto che “riteneva non si dovesse umiliare a smentire”. Aggiungendo poi che il Vaticano e la Curia approfittarono dell’episodio per “scaricarlo”.
Del resto di problemi alla linea di Bergoglio, monsignor Negri ne aveva creati parecchi, insieme con il suo “collega” Carlo Maria Viganò e i cardinali Burke e Müller. Nel maggio del 2020 aveva aderito all’appello del famigerato Viganò contro i vaccini anti-Covid, laddove si imputa la pandemia a una cospirazione massonica per un Nuovo Ordine Mondiale. Molto legato a Benedetto XVI che lo nominò a Ferrara nel 2012 e ardente crociato contro l’Islam, Negri arrivò a dire che la clamorosa rinuncia di Ratzinger nel 2013 era dovuta alle pressioni di Obama: “Benedetto XVI ha subito pressioni enormi. Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d’inchiesta per indagare se l’amministrazione di Barack Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che le responsabilità verranno fuori. Si avvicina la mia personale ‘fine del mondo’ e la prima domanda che rivolgerò a San Pietro sarà proprio su questa vicenda”. Chissà se San Pietro gli avrà risposto.