La Stampa, 2 gennaio 2022
2022, la corsa a Piazza Affari
Il primo suono della campanella sarà domani mattina. L’Iveco, dopo lo spin-off da Cnh Industrial, inizia la sua corsa in Borsa. Per il gruppo che ha il quartier generale a Torino è una svolta: archiviata la possibile cessione ai cinesi, la sfida è crescere in autonomia. A cavallo di Capodanno è stato sottoscritto l’atto di scissione, un via libera formale alla nascita della società, che sarà indipendente e guidata da un nuovo amministratore delegato, Gerrit Marx: le azioni saranno negoziate con il simbolo "Ivg" su Euronext Milan. Il piano presentato agli investitori prevede che, al 2026, le attività industriali viaggino tra i 16,5 e i 17,5 miliardi di euro rispetto agli 11,8 miliardi del 2019, con un aumento di circa il 50%, e un utile netto adjusted tra 0,6 e 0,8 miliardi di euro.
Le mosse di Eni
Il gruppo controllato da Exor però non sarà solo. Dopo anni di calma e un’accelerazione importante nel corso del 2021, sul mercato principale milanese tornano ad affacciarsi matricole di peso. Tra le quotazioni più attese c’è quella di Plenitude, la società lanciata dall’Eni che integrerà i progetti nelle rinnovabili, il business retail e la mobilità elettrica e che andrà in Borsa attraverso un’offerta pubblica. «L’Ipo di Plenitude è una pietra miliare della nostra strategia di decarbonizzazione e un passaggio fondamentale della trasformazione in atto» ha spiegato l’ad del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi. Gli analisti segnalano in rampa di lancio anche De Nora, controllata al 35,6% da Snam, che lavora alla «gigafactory» degli elettrolizzatori. Per il numero uno Marco Alverà, la quotazione è «un’ottima occasione per cristallizzarne il valore».
Sfuma la Sisal
Non solo energia e mobilità. I trader scommettono sull’arrivo in Borsa di Fedrigoni, gruppo italiano tra i primi al mondo nella produzione e vendita di carte speciali per packaging di lusso, e di Epta Refrigeration, azienda multinazionale specializzata nei sistemi completi per la refrigerazione. Sfumata la Sisal, finita in mano al colosso Flutter Entertainment, starebbe studiando il dossier anche Technoprobe, la società dei chip con sede a Cernusco Lombardone. Nella moda, ragionano sulla quotazione Golden Goose e Renzo Rosso. Tra gli addetti ai lavori circolano anche i nomi di Eccellenze Italiane di Marco Marchi, la holding che controlla Liu Jo e Blumarine, e di Comau.
Il caso Airtime
E nel 2022 potrebbe approdare a Milano in «dual listing» anche il titolo di Airtime Partecipazioni Spa. La società ha debuttato in «direct listing» alla Borsa di Parigi il 22 settembre su Euronext Growth Paris e dal 27 ottobre il titolo è stabilmente sopra ai 50 euro. Un piccolo caso: ha decuplicato il valore di quotazione e adesso capitalizza 320 milioni di euro. La società sviluppa tecnologie innovative nell’ambito delle telecomunicazioni e dei servizi finanziari ed è presente nei mercati di Europa e Stati Uniti. «Spesso le aziende, specialmente le Pmi, nell’approccio agli stock market considerano l’Ipo l’unica strada per quotare le proprie azioni in un mercato finanziario – spiega il partner di Iniziativa Ivo Allegro –. In realtà ci sono altre opzioni importanti soprattutto per le imprese del middle market. L’esperienza sul campo ha visto molte Ipo fallire anche per il dilatarsi dei tempi e dei costi da sostenere. Queste variabili, in particolare per le Pmi, sono spesso una barriera di accesso ai mercati azionari».
Le alternative
La grande incognita sono i fondi gonfi di liquidità. «Il private equity – spiega Elio Milantoni, partner di Deloitte Financial Advisory e M&A leader – in questo momento è sempre più un partner non solo finanziario ma industriale. Secondo Milantoni, «nel 2021 gli operatori di private equity e venture capital si sono confermati un motore della ripresa, permettendo a molte aziende di reperire i capitali e l’expertise necessari per affrontare il periodo di crisi e cogliere occasioni di espansione anche in ambito internazionale».