La Stampa, 2 gennaio 2022
L’evasione di Capodanno dal carcere di Vercelli
Una fuga da film nelle prime ore del 2022. Erano circa le due del mattino quando dal carcere di Vercelli è evaso un detenuto. Più Totò che Fuga da Alcatraz: secondo le prime ricostruzioni l’evaso – un cittadino albanese condannato per una serie di rapine in villa – ha segato le sbarre della finestra con il compagno di banda e di cella. I due, secondo il più classico dei cliché, hanno annodato le lenzuola delle loro brande e si sono calati dal quarto piano della prigione.
Qualcosa però è andato storto: la corda di lenzuola ha ceduto e uno dei due fuggiaschi è precipitato fratturandosi un polso. È stato riacciuffato ancora nel perimetro del carcere. Il compagno si è diretto verso il muro di cinta: aveva almeno un complice ad attenderlo all’esterno del carcere. Si è arrampicato e con una corda arrivata da fuori si è calato dal muro di cinta. Poi è scappato insieme ai complici che, probabilmente con un cric, avevano forzato un cancello.
Da quel momento non si hanno più notizie di Kristian Mehilli, 29 anni. Dopo una riduzione della pena in appello avrebbe dovuto restare in carcere fino al 2028. Ad arrestare la banda erano stati i carabinieri di Alessandria nell’operazione «Ice Eyes» coordinata dal procura di Vercelli. «Occhi di ghiaccio», come quelli del capo banda, oggi detenuto a Busto Arsizio.
Quegli occhi chiari, freddi e spietati li aveva descritti l’imprenditore di Cella Monte, nell’Alessandrino, rapinato mentre si trovava in casa con degli amici. Violenti e organizzati: agivano in modo seriale e non esitavano a tirare fuori le pistole. A Cella Monte avevano costretto il padrone di casa ad aprire la cassaforte per poi fuggire con oltre 30 mila euro e una Jeep Cherokee. Un lavoro certosino su traffico telefonico e caselli autostradali aveva messo gli investigatori sulla pista giusta, portandoli a Legnano, considerata base della banda. Così erano stati ricostruiti spostamenti e colpi.
La condanna dell’evaso riguarda anche un’altra rapina a Trescore Balneario, provincia di Bergamo, e diversi tentativi: due a Parabiago, nella stessa villa tra 2018 e 2019, e una Moretta, in provincia di Cuneo.
Dopo la fuga è partita la caccia all’uomo condotta dalla squadra mobile e dalla polizia penitenziaria di Vercelli con posti di blocco in tutto il Piemonte. Il muro di cinta del carcere vercellese era inagibile. «Alcuni interventi sono stati fatti, altri ancora sono stati programmati – ha sottolineato Antonella Giordano, direttrice del carcere –. Era comunque dotato di videosorveglianza e nonostante il piano ferie del personale i posti erano tutti coperti ed il servizio garantito».
A favorire la fuga sarebbe stata anche la nebbia. Il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe ha parlato di «evasione annunciata». «E’ la conseguenza dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della polizia penitenziaria, che ha 7 mila agenti in meno» , commenta il segretario generale Donato Capece.