la Repubblica, 2 gennaio 2022
Vade retro ansia
L’incredibile meteo del Nord Italia – primavera piena – fa pensare a una fine del mondo con momenti di intensa contentezza. A San Silvestro ho pranzato all’aperto, in buona compagnia, e non abito in Polinesia, ma in Emilia. Alle due del pomeriggio il termometro segnava, al sole, 26 gradi, e all’ombra 18. Abbiamo brindato all’assurdo sole decembrino in maniche di camicia, ed è così che si deve affrontare l’apocalisse: con il bicchiere in mano. Evoè!
Nello stesso spirito, ovvero preoccupati ma con il morale alto, e con la postura dei forti, si deve entrare in questo nuovo anno. Si discute molto, come è normale, del Quirinale, ma dovremmo discuterne con meno trepidazione. Ci ricordiamo di Pertini e vogliamo bene a Mattarella, ma nessuno parla di Cossiga. Se la Repubblica è sopravvissuta a Cossiga, tenendolo a bada mentre lui usciva di matto, vuol dire che la Repubblica è più forte di quello che pensiamo. Abbiamo superato la guerra fredda, lo stragismo, il terrorismo, conviviamo da un bel po’ con lo sprofondo dei conti pubblici, abbiamo tenuto duro nei quasi due anni di pandemia con una composizione parlamentare illeggibile, madre di tre governi, con i fascisti che assaltano il sindacato, i No Vax che introducono in politica la variante psichiatrica, volete che non riusciamo a sopravvivere a un cambio della guardia al Quirinale? Dicono gli esperti che appena l’anticiclone africano tornerà a casa sua (sopra l’Africa, appunto) arriveranno le tempeste di neve, e un gelo feroce. Beh, la neve si spala, e il gelo dura il tempo che serve a coprirsi e aggiungere legna nel fuoco. La prima Amaca del 2022, sorelle e fratelli, è un sermoncino contro l’ansia.