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 2021  dicembre 31 Venerdì calendario

CHE LIBRIDINE! – SERINO FA A PEZZI LA CLASSIFICA DEI LIBRI PIU’ VENDUTI DE “LA LETTURA” - GIGANTEGGIA KEN FOLLETT DI CUI ECO SCRISSE: “TROPPE IMPROBABILI AVVENTURE SCRITTE IN MANIERA SCIATTA, INVEROSIMILE E NOIOSA” – I GIUDIZI SUI LIBRI DI CARRISI, IBRA, VOLO, ZEROCALCARE, VESPA - LE BORDATE CONTRO GLI SCRITTORI ITALIANI: DAI “MASSIMI COMPLICATORI DI CONCETTI SEMPLICI” TIPO MICHELA MURGIA O MICHELA MARZANO FINO AI “TAFANATORI” GIANRICO CAROFIGLIO E MAURIZIO DE GIOVANNI -

Se è vero che la gente non è migliore dei libri che legge, non siamo messi bene. Le classifica di vendita dei libri dell’ultima settimana del 2021 non lascia nessuna speranza ad una letteratura italiana dove,  salvo qualche rara eccezione, gli scrittori non hanno più voce.                                                 

Nel centenario della nascita di Pasolini, l’ultimo vero intellettuale a lasciare non segni di penna che si dimenticano appena girata la pagina, ma lividi d’inchiostro, oggi non esistono scrittori che influiscano anche in modo lontanissimo sulla cultura e sul costume.

Alcuni ci tentano - pensiamo a Walter Siti o Antonio Scurati- ma per il resto siamo tra le mani, quando non nelle grinfie, dei massimi complicatori di concetti semplici: Michela Murgia o Michela Marzano per non parlare di quelli che Luciano Bianciardi avrebbe chiamato “tafanatori”: Paolo Mieli, Corrado Augias per la vecchia guardia e Gianrico Carofiglio e Maurizio De Giovanni tra le nuove leve.

Più che sotto una dittatura sanitaria viviamo sotto “dettatura” tota-elitaria. Prendiamo ad esempio la classifica de “La Lettura”, supplemento culturale del “Corriere della Sera” di questa settimana, ultima dell’anno. E’ lo specchio migliore per “leggere” come siamo messi.            

Al primo posto giganteggia “Per niente al mondo” di Ken Follett, il bestsellerista da milioni di copie in tutto il mondo: come ha scritto Umberto Eco nei libri di Follett  “troppe improbabili avventure scritte in maniera sciatta, inverosimile e noiosa”. Concetto che ripeterà definendo i suoi romanzi “sciatterie nanesche”. Perché Follett è un leccalecca sociale, quando leggi i suoi libri non esci mai cambiato ma uguale e identico  a come quando l’hai iniziato: quindi il contrario di quello che è l’obbiettivo della letteratura.

Al secondo posto il libro di Ibrahimovic, che in copertina ben si guardano dal sottolineare che è stato scritto da Luigi Garlando. Si fa prima ad ascoltare le sue interviste o ad aspettarlo a Sanremo.

Al terzo posto “La casa senza ricordi” di Donato Carrisi: il titolo esprime esattamente quello che promette. Una volta letto non ti ricordi niente e aspetti il film. Romanzo che sin dalle prime due righe fa intuire il valore delle scoperte che troveremo per tutto il libro: “Anche quel mercoledì, l’allevatrice di cavalli si svegliò nel suo letto spalancando gli occhi”. Perché noi tutti cosa facciamo? Ci svegliamo a occhi chiusi? Poi, continua Carrisi, “si destava sempre alla stessa ora”. Un linguaggio comunque tanto che ogni giorno chiediamo agli amici: “A che ora ti sei destato?”. E avanti così per tutto il libro.

Al quarto posto “Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia” di Zerocalcare: meritato perché il fumettista romano e romanesco è un genio, un Pasolini a strisce che purtroppo diventano la sua gabbia.

Al quinto posto “Una vita nuova” di Fabio Volo: da non confondere con la “Vita nuova” di Dante, è comunque un buon romanzo, forse il suo migliore descrivendo una frizione nella vita che sino ad oggi volava tra le righe del non detto.

Al sesto “La nostra cucina” di Benedetta Rossi: finiti i tempi di “Cotto e Mangiato” di Benedetta Parodi, è la nuova eroina casereccia dei suoi milioni di follower e promette di cucinare vari piatti partendo da un solo ingrediente. Un pochino come questo libro.

Al settimo “Perché Mussolini rovinò l’Italia…” di Bruno Vespa: dopo quaranta ospitate in tutti i programmi si dice che gli italiani ormai lo comprino per usarlo al posto del calendario di “Frate Indovino”: per far finta che gli anni non passano mai e, per esigenza genetica, avere qualcuno da appendere al muro.  

Sfiniti continuiamo nella “lettura”  

All’ottavo posto la Rowling, ideatrice di “Harry Potter” con la favola “Il maialino di Natale” che quindi oltre che sulle nostre tavole finisce anche tra le mani dei bambini, al nono posto “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perron un romanzo pret-a-porter che era meglio tradurre, visto il valore letterario, nel più maschile “Cambiare l’acqua”. Chiude “Diario della fine del mondo” libro per ragazzi di Lyon Gamer che nel cognome porta la validità del libro: game-over. La situazione non è grave ma è seria, direbbe Ennio Flaiano. A questo punto non ci resta che leggere per legittima offesa.