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 2021  dicembre 31 Venerdì calendario

2021, un sport di sport


Èstato un anno da pazzi sognatori. Difficile e strepitoso. Per il 2021 che ci lascia abbiamo scelto 21 nomi e temi. Forse non ricapiterà più nello sport azzurro un anno così magico e anche tremendo per difficoltà e incertezze.
Ma è stato bello viverlo. E anche nel mondo ci sono stati record che hanno dimostrato che tutto è impossibile fino a quando qualcuno lo fa. Stephen Curry, un giocatore di basket che da ragazzo nessuna squadra voleva perché era troppo esile e troppo diverso è diventato l’uomo che ha segnato più triple nella storia dimostrando che si può anche giocare a tirare e a prenderci. La ginnasta Simone Biles, la tennista Naomi Osaka, il ciclista Tom Dumoulin ci hanno rivelato che non importa se sei ricco e vincente perché puoi sempre perderti. Se hai la sensazione che il fuoco dentro non bruci più e che tutto pesi. Bisogna saper ritrovarsi e ascoltarsi. È l’augurio che facciamo a tutti, soprattutto alla nazionale di calcio azzurra, in cerca del Mondiale. Ringraziando sempre Gianni Mura che su queste pagine ci ha insegnato a leggere di fughe e a privilegiare chi ha il vento contro.
ABBRACCI. Tanti, molti, azzurri. Da campioni e di campioni. Color oro. Tra compagni, ma anche tra rivali. Abbracci di addio, ma anche pieni di futuro. Valentino Rossi al suo popolo, Federica Pellegrini alla sua acqua, trascinando con sé in un tuffo il presidente Giovanni Malagò. Vialli e Mancini, che piangono, due amici cresciuti insieme, dopo la conquista dell’Europeo. Perché ci si specchia anche nella felicità e nei dolori di chi ha sognato insieme a te.
Jacobs e Tamberi, «ma che accidenti hai fatto?», Tortu e Patta, Tamberi e Barshim, «possiamo vincere in due?», gli abbracci dei compagni a Donnarumma che nemmeno si è accorto di aver regalato il titolo all’Italia, il triodonne dei 100 metri alla Paralimpiade, anzi la posa alla Charlie’s Angels di Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto. Gli abbracci sfiniti ma d’oro nel canottaggio nel doppio pesi leggeri di Valentina Rodini e Federica Cesarini, quelli ai loro rivali di Caterina Banti e Ruggero Tita, oro olimpico nella categoria Nacra 17, nel catamarano misto, che aiutano i concorrenti inglesi “Anna e John” a tirare su la barca e poi festeggiano con loro. Abbracci di condivisione. I più belli. E anche quelli che stringono un sogno: a 30 anni Vanessa Ferrari danza leggera al corpo libero e si mette al collo la sua prima medaglia olimpica, d’argento.
La applaude in tribuna anche Simone Biles, messa fuori causa dai suoi demoni. Vanessa è la prima italiana sul podio nella ginnastica artistica dopo 93 anni.
2. BOLLESAN Marco. Simbolo del rugby italiano, scomparso ad aprile, poco prima di compiere 80 anni. Aveva cuciti così tanti punti addosso che di sé diceva: «Non sono un uomo, sono un tailleur». Nato a Chioggia, viveva a Boccadasse, la sua squadra è sempre stata una sola, il Cus Genova, che lo accolse adolescente e ribelle: «Sapevo solo fare a botte, se non ci fosse stato il rugby, chissà dove sarei finito». 47 volte in maglia azzurra, 34 da capitano, scudetto da giocatore con la Partenope (e sfiorato tre volte con il Cus Genova) e da allenatore con il Brescia, ct alla prima Coppa del mondo (con i quarti mancati di un soffio), team manager, commentatore tv, venerato da tutti, amici, avversari e soprattutto osti. L’importante era la battaglia, e bere una qualche bottiglia nel terzo tempo. Certi brindisi non hanno né età né stagioni.
3. CICLISMO. Filippo Ganna ed Elisa Balsamo sono i volti giovani e forti del ciclismo italiano. Piemontesi entrambi, campioni del mondo a cronometro il primo, della corsa in linea la seconda, in Belgio, davanti a un milione di persone. Un mese prima Pippo era stato la locomotiva del quartetto dell’inseguimento oro olimpico. A Tokyo Elisa era caduta nell’Omnium, un’avversaria le era passata con la ruota sulla pancia, ed era entrata in una brutta crisi psicologica. Lo sprint a Leuven su Marianne Vos, la più grande ciclista di tutti i tempi, è gioia e liberazione.
4. DANIMARCA. Capita il 12 giugno agli europei di calcio. Christian Eriksen, danese, 29 anni, protagonista nell’Inter dello scudetto si accascia nella partita contro la Finlandia. «Era morto», ha dichiarato il medico della nazionale. Il suo capitano Simon Kjaer, 30 anni, prima gli libera la lingua, poi corre ad abbracciare la moglie di Eriksen e la calma, poi come un cavaliere accompagna fuori il suo compagno (che si salva). Ad avercene di capitani così. A dicembre Kjaer, milanista, si rompe i legamenti del ginocchio sinistro: 6 mesi la prognosi. Lo sport è anche carogna.
5. ESTATE. E l’hanno chiamata estate questa senza di loro. Messi se ne va dal Barcellona, Ronaldo dalla Juve. Quello che non sembrava possibile invece è: Messi a Parigi al Psg è un terremoto, per Ronaldo è “solo” un ritorno al MU. Ma l’impressione è che sia cambiata un’epoca.
6. EVANS Lee. L’uomo dal basco nero. Velocista americano, morto a 74 anni in Nigeria dove allenava. Uno dei titani di Messico 1968. Abbatté la barriera dei 44 secondi nei 400: 43”86, quattordicesimo di tutti tempi dopo 53 anni. Anche lui come Smith e Carlos protestava per i diritti civili. Pianse quando i due compagni neri furono espulsi dal villaggio, pensò al ritiro, ma alla fine decise di correre «fino in fondo». Sul podio tutto americano, lui, Larry James e Freeman, si tolsero il basco nero al momento dell’inno per non venire sbattuti fuori. Evans sarà tra i pochissimi a cercare le sue radici in Africa e ad allenare molte nazionali di quel continente. Lee venne a trovarci anche in redazione, abbiamo ancora la foto (e ci teniamo).
7. FANGO. Ne è stata piena la Parigi-Roubaix, per la prima volta a ottobre, bagnata e fangosa dopo 19 anni. Quasi una danza macabra di anime che pedalano, ruzzolano, saltano, affondano. Gianni Moscon va in fuga presto e sogna a lungo, prima di essere fermato da una caduta e da una foratura. Viene ripreso e staccato da un terzetto, e così Sonny Colbrelli, Vermeersch e Van der Poel si giocano il successo della vita. Sul traguardo urla quello che ha la faccia più sporca: Colbrelli, 31 anni, una maschera di fatica di altri tempi. Il bresciano, campione d’Italia e d’Europa conquista la pietra alla sua prima partecipazione. Non farà mai più lavare bici, maglia e caschetto. L’Italia torna a vincere questo magnifico strazio dopo 22 anni.
8. LEPREVOST Penelope. Amazzone francese. A Tokyo stava vincendo il titolo olimpico di salto ostacoli a squadre. È entrata per ultima, bastava poco. Poteva permettersi di fare cadere un ostacolo e anche di fare due errori. Sarebbe stata comunque medaglia. Ma Vancouver de Lanlore, il cavallo, si è rifiutato due volte di saltare l’ostacolo. Eliminata. L’hanno intervistata poche settimane fa (a Penelope). «Ricordo ogni istante, ogni secondo. Farà sempre parte dei drammi della mia vita. Ho commesso un errore che ha fatto perdere l’oro ai miei compagni». Le hanno chiesto se è arrabbiata contro il cavallo. «No, è colpa mia. Non sono riuscita a capirlo, non gli piaceva l’atmosfera, non era felice, e quando l’ho forzato, lui si è ribellato».
Chapeau, vraiment.
9. LEWANDOWSKI Robert. Polacco, 33 anni, attaccante del Bayern Monac o, nel 2021 ha segnato 43 volte in 34 partite del campionato tedesco. E ha così cancellato il record di Gerd Müller (42 gol nel ’72) che durava da 50 anni. A proposito, glielo vogliamo dare un premio anche a sua moglie Anna Lewandowska, ex cintura nera di karate, nutrizionista, che con la dieta ha fatto di lui un atleta e non soltanto un grande e intelligente calciatore? Tonno a colazione, budino di riso come primo piatto a cena. A renderlo triste però non è questo menù, ma il secondo posto dietro a Messi per il Pallone d’Oro. Messi è alla quota record di 7, Lewandowski a 0. Resisti, Robert, e provaci ancora.
10. MAMME. Felix, di nome Allyson. Sprinter americana, Wonderwoman dell’atletica, ma anche SuperMom. Un oro e un bronzo nelle sue prime Olimpiadi da mamma. Le ultime da atleta, in tutto ai Giochi 11 medaglie. Un record: 35 anni, 5 partecipazioni olimpiche. Ha denunciato il trattamento ingiusto verso le atlete che vanno incontro alla maternità, ha testimoniato alla Camera sulle disparità razziali. Candace Parker, americana, giocatrice di basket, per l’Associated Press è la donna sportiva dell’anno. Candace non ha partecipato ai Giochi e in classifica ha preceduto Ledecky (nuoto) e Biles (ginnastica). A 35 anni, già mamma di Laila (nata nel 2009), ha fatto vincere il titolo Wnba a Chicago, che è casa sua, lasciando Los Angeles. Aveva già vinto il titolo dell’Ap nel 2008 ed è la prima a ripetersi. Di recente con un post ha annunciato che sua moglie, sposata in gran segreto due anni fa, è incinta e che la coppia aspetta.
11. MICHIELETTO Alessandro. Pallavolista, 20 anni, figlio d’arte, famiglia di sportivi. Oro agli Europei dove è premiato come miglior schiacciatore. Ha iniziato a giocare come libero, poi è cresciuto fino a 2 metri e 11 centimetri, molto bravo anche in difesa. Molto dormiglione, ma molto sveglio in campo.
12. MIKI e SOFI. Sorelle d’Italia sulla neve. Sofia Goggia, 29 anni, e Michela Moioli, 26, difenderanno a febbraio ai Giochi invernali di Pechino i titoli nella discesa libera e nello snowboard vinti a PyeongChang. Amiche, nate e cresciute nella stessa città (Bergamo), trascinatrici della candidatura di Milano-Cortina 2026, saranno le portabandiera per le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi cinesi. Moderne, comunicative, simpatiche. Facce di un’Italia che va veloce. E che si afferma nel mondo.
13. PAJOLA Alessandro. 22 anni, anconetano, playmaker della Virtus Bologna scudettata dopo vent’anni, grande rivelazione del campionato, protagonista anche in maglia azzurra al preolimpico di Belgrado e ai Giochi di Tokyo. Straordinario difensore, uno dei migliori recuperatori di palloni d’Europa.
14. PAOLA e MIRIAM. Egonu e Sylla, le due star del volley azzurro. Campionesse d’Europa. La prima è la più forte al mondo nel ruolo di opposto, la seconda è capitana dell’Italia. Dopo la delusione olimpica (eliminazione nei quarti di finale a Tokyo) hanno ricostruito in un mese l’armonia di una Italia capace di trionfare agli Europei di Belgrado, in finale proprio contro le padrone di casa. Discutono spesso, litigano pure: «Altrimenti non sarebbe un’amicizia vera».
15. PARITÀ. Non ci siamo ancora, nemmeno nello sport. Ma è stato l’anno delle donne, che hanno conquistato posizioni. La svedese Petra Sörling è diventata presidente della Federazione internazionale Tennistavolo (Ittf). È la prima donna a riuscirci nel suo settore. Raggiunge la spagnola Marisol Casado, World Triathlon, e un’altra svedese, Annika Sörenstam, Federazione internazionale Golf, nello stretto gruppo delle presidenti di sport olimpici estivi. Brigitte Henriques, 50 anni, ex calciatrice, è la prima donna a presiedere il Comitato nazionale olimpico e sportivo francese. In Messico, María José Alcalá l’ha imitata, prima volta in 98 anni di storia del suo comitato olimpico. E l’israeliana Yael Arad, 54 anni, ex judoka, è diventata anche lei prima donna presidente, dopo essere stata la prima medaglia olimpica d’Israele. In Italia Alessandra De Stefano, è la prima donna a guidare Rai Sport. Dobbiamo accontentarci?
16. ROSSI Giacomo. Un altro Rossi, ma stavolta gioca in porta, nella Geotermica di Larderello, Pisa (Prima Categoria). Ha il record di imbattibilità: 990 minuti, 11 partite, senza prendere gol. Meglio di Gigi Buffon, 973 minuti, che gli ha fatto i complimenti. Lavora come corriere, è padre di Anita, spera di incontrare il suo idolo. Buffon, appunto.
17. SALAH Mohamed.
29 anni, attaccante del Liverpool, miglior marcatore della Premier League (lo è stato anche nella stagione 2018 e 2019). Ma soprattutto un calciatore sulla cui presenza contare e che vale lo stipendio. Ha mancato solo 3 partite in 3 anni. Per commozione cerebrale, problemi alla caviglia e Coronavirus.
18. TENNIS. Per quello azzurro è stato un anno pazzesco. I ragazzi dal braccio d’oro sono finalmente anche made in Italy. Matteo Berrettini, primo italiano finalista sull’erba di Wimbledon in 144 anni, e Jannik Sinner, ventenne dai capelli arancioni, numero 10 dell’Atp, faranno divertire già ai primi dell’anno nuovo. Buoni colpi a tutti.
19. VLAHOVIC Dusan. 21 anni, attaccante. 33 gol in serie A in un anno solare, come CR7 (2020) e Sivori (1961). Nel 2021 il serbo ha chiuso il girone d’andata in testa alla classifica marcatori con 16 gol. Il contratto con la Fiorentina, che non rinnoverà, scade nel 2023. Infallibile su rigore: con la maglia viola 12 su 12.
20. ZAKI Anwari. È morto cercando di aggrapparsi al carrello dell’aereo che avrebbe potuto portarlo via verso un futuro. 19 anni, calciatore delle giovanili del Khorasan Lions, la squadra nazionale di calcio afgana, è uno dei Falling men della disastrosa evacuazione dall’aeroporto internazionale di Kabul. Il 16 agosto in quel C-17 dell’Usaf strapieno ha visto l’unica via di salvezza dopo la riconquista dell’Afghanistan da parte dei talebani. La sua famiglia, colpevole di aver parlato alle tv internazionali, è costretta a nascondersi perché minacciata dai talebani. Le sue due sorelle e i due fratelli non possono più frequentare l’università e il lavoro. Vorrebbero essere aiutati a lasciare il Paese, finire in una delle liste europee di afgani da salvare. Aiutiamo?
21. ZANARDI Alessandro. L’uomo e non solo l’atleta che più ha contato e conta per chi vuole rimettersi in piedi (in tutti i sensi) è tornato a casa dopo interventi e una lunga degenza. Non c’è niente da dire, solo che la sua squadra è sempre on the road e il documentario La Grande Staffetta va visto. Non abbiate paura, fa anche ridere.