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 2021  dicembre 31 Venerdì calendario

Diana non voleva Elton John al suo funerale


LONDRA – È una canzone che ha commosso il mondo intero, ma senza l’intervento di un poco noto sacerdote nessuno l’avrebbe ascoltata. Fu l’arciprete dell’abbazia di Westminster a intervenire personalmente su Buckingham Palace per chiedere che Elton John interpretasse una nuova versione di un suo brano famoso al funerale della principessa Diana nel settembre 1997. «Sarebbe una scelta creativa e generosa verso milioni di persone che si sentono personalmente in lutto per la morte di lady D» scrisse il reverendo Wesley Carr ai collaboratori della regina Elisabetta a palazzo reale, auspicando che durante il servizio funebre nell’abbazia nel cuore di Londra la popolare rock start potesse cantare “Candle in the wind”, il pezzo originariamente ispirato a Marylin Monroe, che aveva appena riscritto con versi dedicati a Diana, di cui era grande amico, con il nuovo titolo di “England’s role”, rosa d’Inghilterra.
All’epoca il reverendo Carr era il “dean” ovvero il decano di Westminster Abbey, la chiesa in cui sono sepolte alcune delle massime personalità della storia inglese, tra le quali Enrico VIII, molti altri sovrani, otto primi ministri, Isaac Newton e Charles Darwin, e dove si svolsero le esequie.
La rivelazione sul suo ruolo nella presenza di Elton John alla cerimonia è contenuta in alcuni documenti segreti declassificati ieri dagli archivi di stato britannici. Dopo la tragica morte di Diana in un incidente d’auto a Parigi insieme al fidanzato Dodi al-Fayed, figlio del proprietario egiziano dei grandi magazzini Harrods di Londra, la casa reale britannica fu pesantemente criticata per non avere manifestato sufficiente cordoglio. L’intervento dell’allora premier laburista Tony Blair, che ribattezzò lady D “la principessa del popolo”, convinse la regina a pronunciare un discorso in tivù e ad uscire da Buckingham Palace insieme al marito Filippo per vedere da vicino le migliaia di mazzi di fiori e di messaggi lasciati dalla gente per ricordare Diana.
Ora è emerso anche il contributo dell’arciprete di Westminster, che suggerì di dimostrare «coraggio» includendo nelle esequie «qualcosa del mondo moderno rappresentato dalla principessa», ovvero la canzone di Elton.
L’apparizione del cantante fu uno dei momenti più memorabili del funerale, guardato in diretta tivù da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, e la nuova versione del suo brano, “England’rose”, vendette in seguito 33 milioni di copie.
I documenti declassificati rivelano anche che Blair temette le pressioni del presidente francese Chirac per fare passare leggi restrittive nei confronti dei paparazzi e in generale del media come conseguenza della morte di Diana; e il sollievo di Downing Street per la decisione della first lady americana Hillary Clinton di non attaccare i giornali in una conferenza stampa a Londra alla vigilia del funerale.
I documenti riservati ora resi noti indicano che in un primo tempo Buckingham Palace prevedeva alla cerimonia funebre soltanto l’intermezzo musicale di un giovane sassofonista, ma poi, dopo avere invitato Elton John, respinse l’offerta del tenore Placido Domingo di essere lui a cantare.