Corriere della Sera, 30 dicembre 2021
L’Africa tra Covid e povertà
Il 2021 si chiude con una situazione che non può non essere definita un fallimento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva posto l’obiettivo di vaccinare con due dosi contro la Covid-19 il 40% degli africani entro la fine di dicembre. Secondo il Centro di Controllo delle Malattie dell’Unione Africana, l’anno si chiude invece con meno del 14% di persone che hanno ricevuto la prima dose, con il 9% che ne ha avute due e meno dello 0,5% coperto anche dal booster. Della lentezza e della scarsità con le quali i vaccini sono arrivati nel continente, a differenza che nei Paesi più ricchi, si sa. Nel 2022, però, i problemi saranno diversi. Nei prossimi mesi dovrebbe arrivare in Africa un miliardo di dosi e la preoccupazione è che ci siano difficoltà serie a inocularle: finora, delle forniture totali ne è stato somministrato il 67%. Nelle settimane scorse, per esempio, l’Algeria ha rifiutato una fornitura dalla Francia perché su oltre 22 milioni di dosi ricevute finora ne ha utilizzate meno di 12,5 milioni e il resto si sta avvicinando alla data di scadenza. Il problema è diffuso, in Africa; per diversi motivi. L’Unicef ha avvertito che si sta andando verso una penuria di siringhe, valutata in 2,2 miliardi per l’intero 2022. Ci sono poi difficoltà logistiche, di trasporto e di conservazione dei vaccini, soprattutto quelli che richiedono di essere mantenuti a temperature molto basse, come Pfizer-BioNTech e Moderna. E c’è una realtà della quale si parla poco: l’esitazione a farsi vaccinare in parte della popolazione, in alcuni casi con percentuali più alte di quelle dei no vax in Europa. La Banca mondiale ha pubblicato stime su questa esitazione per alcuni Paesi: mentre in Etiopia e in Tunisia siamo sotto al 10% di scettici o contrari, in Camerun siamo sopra al 60%, in Algeria tra il 52 e il 63%, in Angola sopra al 40%. Ci sono freni strutturali, a esempio la distanza dai centri di somministrazione che fa perdere giornate di lavoro. C’è la sfiducia nei governi e nelle autorità sanitarie, spesso inefficienti. C’è scetticismo anche culturale sui vaccini, precedente la pandemia. E ci sono dubbi su quelli anti Covid-19, alimentati anche dalle azioni e dalla comunicazione di alcuni governi dei Paesi ricchi sulla bontà del vaccino Astra Zeneca-Oxford, quello meno costoso e meglio trasportabile. Pur sperando in una variante Omicron depotenziata, c’è molto da fare in Africa. Non bastano più vaccini: anche la povertà e il poco sviluppo sono virus veri.