la Repubblica, 30 dicembre 2021
A capodanno torna il caldo
Un capodanno da bollicine e temperature bollenti, per essere inverno. L’ennesimo avvertimento del pianeta in un anno di messaggi climatici troppo spesso inascoltati. Si chiuderà così, in Italia e in buona parte d’Europa, questo 2021 in cui la Terra ci ha inviato segnali inequivocabili sulla crisi climatica in corso. Per domani e probabilmente fino al 2 gennaio, in tutta Italia sono attese temperature ben sopra la norma, anche di 10 gradi. Masse d’aria provenienti dal Sahara e dall’Atlantico meridionale si faranno sentire – a causa del rinforzo di un promontorio anticiclonico di matrice sub tropicale – soprattutto in alta quota e nel sud del Paese. Come spiega Giulio Betti, meteorologo del Cnr, «al Sud sono previste temperature decisamente elevate per l’ inverno. In Sardegna, zone costiere, Sicilia e Salento, si supereranno i 20 gradi».
Discorso simile anche e soprattutto in alta quota, in città come Aosta dove si potrebbero toccare i 18-19 gradi, oppure Trento e Bolzano dove si supereranno i 15 gradi. «Il caldo si sentirà prevalentemente in collina e alta montagna, dove c’è la possibilità che si registrino nuovi record», spiega Betti. Nell’apice dell’anticiclone, a cavallo fra domani e il primo giorno dell’anno, nel centro-nord a 1600 metri di quota sono previste punte di 16 gradi. Lo zero termico oscillerà mediamente tra i 3.700 e i 4.000 mila metri. In pianura invece, soprattutto in Val Padana e nelle valli del centro-nord, si verificherà l’inversione termica e ci sarà più freddo rispetto alle montagne: in media dovrebbero registrarsi 9 gradi, ma soprattutto sarà presente tanta nebbia e nubi basse in zone già fortemente colpite dallo smog.
Per tornare con la mente a inverni con punte così calde bisogna guardare al 2007, allora però ci fu un evento eccezionale legato al Föhn e la tempesta Kyrill, con oltre 27 gradi a Cuneo per esempio. «In questo caso è diverso – spiega l’esperto – e in parte questo evento è legato alla Niña e al caldo eccezionale degli Stati Uniti: la circolazione attuale ne risente con fenomeni che toccano anche l’Europa, appunto. Il problema è che con il cambiamento climatico questi eventi sono sempre più frequenti e intensi».
L’anomalia termica con cui si chiuderà il 2021, se da una parte potrebbe rendere piacevole l’ultimo giorno dell’anno per sciatori o famiglie impegnate in gite fuori porta, sarà però l’ennesimo evento che rischia di mandare in tilt i meccanismi della natura. Con temperature primaverili, molte piante stanno già gonfiando le gemme, altre sono pronte a sbocciare e si teme per l’andamento delle coltivazioni che potrebbero poi dover affrontare nuove gelate in aprile, come avvenuto lo scorso anno.
Solo in Italia, nel 2021 ci sono stati 187 eventi climatici estremi, quasi uno ogni due giorni. Quello con cui termineremo l’anno – un caldo anomalo che comprometterà soprattutto l’agricoltura – è l’ennesimo evento eccezionale degli ultimi dodici mesi del mondo: dalle tempeste di neve del Texas ai 50 gradi in Canada in estate, dalle alluvioni devastanti di Germania e Cina agli incendi in una Siberia bollente, dalla siccità africana alle inondazioni impietose nel sud-est asiatico.
Migliaia di vittime, centinaia di migliaia di sfollati e un conto economico salatissimo: 170 miliardi di dollari solo per i dieci eventi più gravi. «Adesso va tanto di moda il film Dont’Look Up – chiosa il climatologo – che ci ricorda che non possiamo più far finta di niente. Tutto è collegato. Pensiamoci anche domani, quando sentiremo più caldo del solito».