Il Messaggero, 30 dicembre 2021
Biografia di Emmeline Pankhurst
In Mary Poppins, uno dei film più celebri della Disney, la madre di Jane e Michael (i due bambini seguiti dalla nanny), è un’attivista per il diritto di voto alle donne e canta Sister Suffragette, Sorella Suffragetta. Circondata da cuoca, governante e tata, Winifred Banks intona nella versione originale: Donna, alzati! Uguaglianza politica e pari diritti con gli uomini!... Perché Miss Pankhurst è stata di nuovo messa ai ferri!. La scena riunisce, pur in modo lieve e brillante, alcuni elementi che hanno caratterizzato l’impegno di donne di tutte le classi sociali per ottenere il voto, in Inghilterra, all’inizio del Novecento. Nella canzone viene citata Emmeline Pankhurst, attivista e politica, leader del movimento. E inserita la parola che fa riferimento alle attiviste come suffragette, invece che suffragiste (da suffragio).
LA LOTTALa battaglia per giungere al voto è stata lunga e sofferta in diversi Paesi. Una delle prime ad aver chiesto l’uguaglianza era stata, durante la Rivoluzione francese, Olympe de Gouges, poi ghigliottinata. Anche nel Regno Unito non sono mancate le personalità eminenti. Solo nel 1869, però, nasce il movimento per ottenere il suffragio femminile. In questo contesto si inserisce la figura di Emmeline Goulden.
Nasce a Moss Side, Manchester, il 15 luglio 1858, ma dirà di essere venuta al mondo un giorno prima, anniversario della presa della Bastiglia. La sua è una famiglia medio borghese, attivista, con dieci figli. Una sera, Emmeline sente il padre dire: Peccato che tu non sia un maschio. Comunque, grazie alla madre, partecipa da adolescente alle riunioni sui diritti al voto femminile. Per un periodo studia a Parigi; tornata in Inghilterra incontra nel 1878 l’avvocato Richard Pankhurst, di oltre vent’anni maggiore di lei, che sposa un anno dopo. La coppia avrà cinque figli, di cui tre femmine, Christabel, Silvia e Adele.
La situazione economica dei Pankhurst conosce momenti difficili, per cui si spostano in diverse parti dell’Inghilterra. Tornati a Londra, nel luglio 1889 Emmeline fonda e ospita la prima riunione della Women’s Franchise League, che chiede il diritto di voto per tutte le donne, l’uguaglianza di diritti in materia di divorzio ed eredità.
LO SLOGAN
Poco dopo, il gruppo si spaccherà. Sempre più impegnata nelle sue dure battaglie, Emmeline si lega al socialista Keir Hardie, che ha fondato l’Independent Labour Party, a cui lei vorrebbe aderire. Nel luglio 1898 perde il marito. La Pankhurst costituisce l’Unione sociale e politica delle donne (Women’s Social anche Political Union, WSPU). Viene eletta Poor Law Guardian, ovvero si occupa dell’assistenza ai più poveri, e rimane sconvolta dalla condizione di donne e bambine. Decide che l’unico modo per migliorarla è ottenere il diritto di voto e adotta lo slogan: Fatti, non parole.
LE CONTESTAZIONI
Il movimento, all’inizio non violento, prende una strada più contestataria. «Preferisco essere una ribelle, piuttosto che una schiava!», esclama lei. La società inglese, benpensante e moralista, è scandalizzata dal fatto che signore di buona famiglia partecipino a simili lotte. Le donne non esitano a rompere vetri e finestre, incatenarsi alle ringhiere e ai cancelli, bruciare le cassette della posta. L’attivista Emily Davison muore tragicamente l’8 giugno 1813, durante il Derby di Epsom, nel corso di disordini. Molte sono arrestate e in carcere fanno lo sciopero della fame. Vengono sottoposte all’alimentazione forzata, pratica crudele e brutale, che causa loro gravi danni. Emmeline stessa viene arrestata diverse volte. Il 18 novembre 1910, insieme ad altre, tenta di fare irruzione alla Camera dei Comuni per protestare contro il rigetto della legge per il voto. Oltre cento sono messe in carcere per turbativa dell’ordine pubblico.
Successivamente, la Pankhurst visita gli Stati Uniti, dove tiene incontri e discorsi. Quando scoppia la Prima guerra mondiale, le attiviste decidono di sospendere le proteste per sostenere il loro Paese. Il fatto che molti uomini siano in guerra, fa sì che la presenza femminile nel mondo del lavoro diventi molto più ampia.
IL SUCCESSO
Nel 1917 la WSPU diviene Women’s Party; nel giugno 1918 viene concesso il diritto di voto alle donne di più di trent’anni. Dopo la fine del conflitto, la Pankhurst vive un periodo in Canada, poi rientra nel Regno Unito e si candida alle elezioni. Muore, tuttavia, il 14 giugno 1928, prima di essere eletta e soprattutto prima di aver assistito all’approvazione della legge – il 2 luglio – che concede il voto a tutte le donne.
In un discorso, aveva detto: «Amiche, quando mi guardo attorno e vedo gli errori e i pasticci causati dagli uomini ebbene, io affermo che gli uomini hanno avuto per troppo tempo il controllo su tutto Ora siamo qui a far sentire la nostra voce e nessuno riuscirà a farci tacere». Le donne degli anni a venire debbono molto a questa coraggiosa attivista: è giusto che oggi, in una fase in cui tante conquiste sono acquisite, essa venga ricordata. Non a caso Time nel 1999 l’ha proclamata una delle persone più importanti del XX secolo.