Il Messaggero, 30 dicembre 2021
I dati sui reati in Italia nel 2021
L’Italia criminale si rimette in moto dopo la pausa Covid, anche con nuove modalità, legate probabilmente al nuovo stile di vita dovuto alla pandemia: con i femminicidi, sempre in cima alla classifica dei reati compiuti nell’anno appena trascorso, un boom di crimini informatici e il nuovo trend di minacce agli amministratori locali, dovuto probabilmente ai divieti per evitare i contagi. La fotografia che emerge dal consuntivo annuale del Dipartimento della pubblica sicurezza, realizzato tramite l’analisi della base dati contenente l’attività di tutte le forze di polizia, è stato presentato ieri al Viminale in una conferenza stampa alla quale ha preso parte anche il capo della Polizia, Lamberto Giannini. A illustrare i dati, in lieve crescita rispetto al 2020, il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della Pubblica sicurezza e direttore centrale della polizia criminale: «Nel 2021 – ha spiegato – c’è stata una lieve crescita dei reati rispetto al 2020, che era stato caratterizzato dal lockdown e dalle pesanti restrizioni nella circolazione, ma ci siamo comunque attestati su livelli generali più bassi del periodo pre-pandemia».
FEMMINICIDI
Non scende l’incidenza degli omicidi delle donne: nel 2021 su 289 casi, in 116 le vittime erano, esattamente come nel 2020, quando il lockdown sembrava avere esasperato il fenomeno, mentre erano 110 nel 2019. Cento sono state uccise in ambito familiare-affettivo (erano 93 nel 2019); di queste ultime, 68 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (erano 67 nel 2019). Nell’ultimo anno si conferma la tendenza generale: i dati aggiornati al 26 dicembre fanno registrare 289 omicidi, quattro in più dell’anno scorso, ma 25 in meno del 2019 (epoca pre-pandemia).
LA NUOVA FRONTIERA
Si assiste, però, ad un aumento del 30,5% rispetto al 2020 dei reati informatici (come il phishing, gli spyware, i ransomware e il social engineering, con l’obiettivo di impadronirsi di dati personali non solo per finalità predatorie) e anche dei reati comuni commessi on line. Il caso più emblematico è costituito dalle truffe, che nel 65,9% dei casi nel 2021 è avvenuta via web (quasi due truffe su tre).
LE MINACCE
È probabilmente legato alle restrizioni imposte per evitare i contagi il forte aumento delle minacce e degli atti intimidatori nei confronti di sindaci, anche di quelli delle grandi città, e degli amministratori locali. Per quanto riguarda gli amministratori locali, l’Organismo tecnico di supporto all’Osservatorio nazionale, nei primi nove mesi dell’anno, ha registrato 541 atti intimidatori (+16,9 per cento del 2020). Ben 278 casi (51,4 per cento) sono avvenuti nei confronti di sindaci anche metropolitani. Un capitolo è dedicato anche alle minacce ai danni di giornalisti, forse per lo stesso motivo: nei primi nove mesi sono state 156 (+21 per cento sul 2020), 74 casi (47 per cento) sono avvenuti su social network.
I MINORI
Nel consuntivo sono citate anche le 71 indagini in corso sulle sottrazioni di minori, portati all’estero da uno dei due genitori (+14% rispetto al 2020) con tre bambini riconsegnati al familiare, o all’adulto avente diritto. Alcuni di questi casi hanno avuto grande eco nella cronaca, come quello del piccolo Eitan, rimasto orfano a seguito della tragedia del Mottarone o il caso della bimba di un anno nata in Ucraina con tecniche di maternità surrogata e riportata in Italia dallo Scip insieme alla Croce Rossa italiana.
I LATITANTI
Tra gennaio e novembre sono stati 1.343 i latitanti catturati in 61 Paesi. Alcuni, tra i soggetti più pericolosi, sono stati rintracciati grazie al progetto I Can (Interpol Cooperation Against Ndrangheta) promosso dall’Italia insieme ad Interpol e avviato già nel 2020.
GLI APPALTI
I gruppi centrali interforze (composti dai rappresentanti di tutte le forze di polizia), che svolgono un’attività di monitoraggio e analisi volta alla prevenzione e al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici, hanno prodotto 194 segnalazioni di criticità alle prefetture nei confronti di altrettante persone, con oltre mille approfondimenti richiesti o d’iniziativa e oltre 29.000 interrogazioni alle banche dati delle forze di polizia..