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 2021  dicembre 29 Mercoledì calendario

Intervista a Fabio Tuiach

Sono vessati, additati, ghettizzati. Sono il male. Sono i No Vax. Una minoranza che però ha catalizzato l’attenzione mediatica nel 2021 come mai era successo prima. Quindi se per noi l’uomo dell’anno del 2020 era stato il Virologo, nel 2021 è il no vax. E il no vax per eccellenza è lui. Fabio Tuiach, 41 anni, ex pugile e campione italiano di pesi massimi, portuale triestino, ultra cattolico e ultra conservatore, maschilista, omofobo e fascista. Insomma le ha tutte. Nell’intervista che ci ha concesso abbiamo cercato (con fatica) di non giudicare. La sua è una storia di scelte radicali e traumi. Come la morte della sorella per overdose e la nascita di un bambino disabile. Eccola
Al suo arrivo sembra una star: molti lo fermano, gli chiedono un selfie, lo incitano a non mollare. Siamo a Milano, Stazione Centrale. Non era annunciato, ma già sul treno ha fatto proseliti. Una signora anziana scende dal vagone, lo guarda dall’alto in basso e gli dice: «Sono stata costretta a vaccinarmi, ma so che hai ragione tu». Avvolto in un giaccone blu oltremare mi si para davanti in tutta la sua imponenza: quasi un metro e 90 per oltre 100 chili. Spiccano i capelli lunghi e dorati sciolti al vento e gli occhi azzurri incastonati in un viso marmoreo. È Fabio Tuiach, 41 anni, portuale triestino, ex boxer (che spera ancora di tornare a combattere) che negli ultimi mesi si è trasformato nel simbolo della lotta contro vaccini e Green Pass. Se l’uomo dell’anno è il no vax, il no vax per eccellenza è lui. Rappresentante di una minoranza che però ha catalizzato l’attenzione mediatica nel 2021 come da tempo non si verificava in Italia. A Tuiach piace parlare in pubblico, farsi ascoltare, stare al centro dell’attenzione. D’altronde ci è abituato dall’adolescenza, quando con il pugilato ha conquistato il titolo di campione dei pesi massimi a 25 anni. Una impresa che gli ha permesso di riportare l’ambita cintura a Trieste che mancava dal ’75. Uno speciale omaggio al suo maestro, Nevio Carbi. Chiuse un cerchio. Nella sua vita, però, non tutti i cerchi si sono chiusi. O almeno, non nel modo in cui avrebbe immaginato. Nonostante le apparenze, Tuiach è un uomo buono, a tratti ingenuo, che ha sofferto e da ogni sconfitta, sportiva o personale, è riuscito a fatica a rialzarsi. Il destino gli ha riservato due colpi da ko. Nel 2008 con la morte della sorella per overdose e nel 2015 con la nascita di un figlio affetto da una malattia rarissima. In entrambi i casi ha lasciato tutto («o mi ammazzavo o me ne andavo») per poi tornare dopo un percorso di redenzione. Ha rischiato la separazione dalla moglie, che è «l’unica donna della mia vita», dalla quale ha avuto cinque figli (Raul, Rebecca, Jesus, Stefania Maria e Riccardo Maria) e si è ritrovato grazie alla fede. “L’angelo picchiatore”, così soprannominato quando indossava i guantoni, con il Cammino di Santiago e il pellegrinaggio a Lourdes si è trasformato nel “demone” no vax, no Green Pass, ultracattolico, ultraconservatore, politicamente a destra dell’estrema destra, che si definisce candidamente “maschilista, omofobo e fascista” e che quando gli facciamo notare la singolarità di certe affermazioni, risponde: «Anche Gesù era un provocatore». Insomma, le ha tutte. È il nemico dei nemici. Ma chi c’è dietro e dentro a Fabio Tuiach?
Nel nostro Paese sei libero soltanto se la pensi in un certo modo. Se ripeto quello che una volta dicevano i veri cattolici mi arrestano…
Fabio, qual è il tuo primo ricordo da bambino?
Un flash di quando ero piccolissimo, avrò avuto poco più di un anno. Mi trovavo in una spiaggetta e sono tombolato sott’acqua rimanendo senz’aria qualche secondo. Ricordo che qualcuno mi ha tirato fuori ed è stato un bello choc. Oppure, il primo giorno d’asilo, con la maestra che mi chiede quale simbolo voglio scegliere da mettere sull’armadietto e io ho scelto il secchio. Chissà perché…
Che infanzia hai avuto?
Mia mamma Liliana casalinga, forse un po’ troppo apprensiva. Mio padre Guido portuale che però aveva un po’ di tempo libero e quindi era presente. Per cui una infanzia senza particolari difficoltà.
Tuo padre portuale che uomo era?
Un esule istriano. In realtà era stato battezzato Luciano, chissà come mai poi gli hanno cambiato nome in Guido. Pensa a 8 anni che trauma, cambiare Paese, finire in un collegio a Pesaro e avere tutta la vita stravolta. Mio papà mi voleva bene, ma non aveva il senso della famiglia perché non l’aveva mai avuta. Io credo invece che la famiglia sia fondamentale. Dopo che ho recuperato la fede anch’io ho sentito più forti queste origini istriane. Purtroppo, mio padre ha sofferto tanto per il lutto di mia sorella, si è ammalato ed è morto a 63 anni, due anni dopo di lei.
Qual è il ricordo più forte di tuo padre?
Di quando veniva a vedermi agli allenamenti in palestra. E la sua soddisfazione per il mio primo incontro, sei mesi dopo che avevo cominciato. Ho vinto in 80 secondi, non succedeva mai. Si vedeva che non ero come gli altri. Da quel momento sono diventato il suo eroe. La boxe ci ha unito molto. Poi lo ricordo quando sono diventato papà, con il mio primo figlio che portava a giocare a calcio perché in pensione era diventato custode di un campetto.
E tua mamma?
Secondo me ha sbagliato qualcosina… Da piccolo ero timidissimo, stavo sempre attaccato alla gonna della mamma.
C’è qualche altro parente a cui sei legato?
A mio nonno paterno, che era un gran personaggio… Classe 1909, ha fatto la campagna d’Africa, ha preso la malaria, insomma un uomo d’altri tempi. Si è sposato tre volte e tre volte è rimasto vedovo. L’ultima volta si è sposato a 80 anni con una che ne aveva 20 di meno. Ricordo quando, già molto anziano, ha messo la mano sul culo a una ragazza (ride). È sempre rimasto uomo uomo…
In che senso, scusa? 
Leggenda narra che abbia fatto l’amore fino a 90 anni… poi è morto a 96.
Hai mai abusato della tua forza?
C’è un episodio diventato famoso a Trieste, avevo 20 anni. Perché sai, come dicono i miei colleghi, “non esiste un ubriaco furbo”. Ero sempre buono, anche se bevevo, però quel giorno è entrato nella storia. Ero in una discoteca con degli amici che avevano scatenato una rissa. Io non c’entravo niente, ma il buttafuori, sapendo chi ero, mi ha preso dentro anche a me. E non ho reagito bene...
Cosa è successo?
Lui era una montagna, faceva paura a tutti e nonostante questo l’ho massacrato. Avevo bevuto, ero su di giri, gli altri in cerchio a incitarmi “dai dai picchialo”. In realtà ero terrorizzato, perché se non lo avessi picchiato io me le avrebbe date lui. In quel momento sono entrato nella leggenda. Anche lui l’ho rivisto a distanza di anni e, sapendo la carriera che ho fatto, mi sembrava persino orgoglioso di averle prese da uno che poi è diventato un campione di pugilato e non da uno qualsiasi.
E com’è cambiata la tua adolescenza?
Da quel momento è cambiata moltissimo, a Trieste mi salutavano e mi portavano rispetto tutti.
Immagino che anche le ragazze abbiano iniziato a metterti gli occhi addosso.
Ma sai, ho conosciuto mia moglie a 18 anni e prima di lei non avevo avuto altre ragazze, non avevo mai fatto sesso. Io e mia moglie ci siamo trovati, entrambi non eravamo così bravi. Anche lei ha avuto una vita abbastanza incasinata. E proprio quando stavamo per perderci, in una discoteca ultra-trasgressiva ci siamo incontrati e l’amore ci ha aiutato a metterci a posto.
Qual è il segreto per rimanere insieme così tanto tempo?
Non saprei, io l’ho sempre amata troppo. Siamo cresciuti insieme e dico spesso che io e mia moglie non andiamo d’accordo su nulla, tranne che sulle cose importanti. Infatti, quando Stefano Puzzer (il leader dei portuali contro il Green pass) disse di tornare a lavorare io lo volevo menare. È stata mia moglie a sostenermi, non mi voleva neanche aprire la porta di casa. Mi ha spronato a continuare a protestare: “Vai e combatti” mi ha detto. Sulle questioni di principio siamo in linea su tutto.
Tua moglie che lavoro fa?
Prima era in maternità del nostro quinto figlio. Ora è tornata a lavorare, fa la commessa part-time in un supermercato. Ha preso il Covid, per cui ora ha il Green Pass per i guariti. Poi chissà come farà, dovrà riprendere ancora il Covid (ride). È colpa del Green Pass se siamo in questa situazione, sai quanta gente c’è che cerca di prendere il virus per avere il Green Pass e non fare il vaccino? È una cosa estrema, ma anche obbligarci a fare il vaccino lo è.
Non avete mai avuto una crisi?
Abbiamo avuto due grosse crisi. La prima nel 2008 quando è morta mia sorella e mi è crollato il mondo addosso. Non riuscivo più a combattere e mi sono lasciato malamente con la madre dei miei figli. Sono scappato via di casa 4 mesi, ho fatto il Cammino di Santiago e lì ho riscoperto la fede. Quando sono tornato ho ricominciato ad allenarmi, mi sono rimesso con mia moglie e dopo qualche anno sono torno campione. Un periodo bellissimo e come frutto dell’amore e della fede ritrovati è nato il nostro terzo figlio. Non a caso lo abbiamo chiamato Jesus. Ero convinto che Dio mi avrebbe ridato tutto, come a Giobbe della Bibbia. E invece poi abbiamo scoperto che il bambino è affetto da una malattia rarissima.
E tu come hai reagito?
All’inizio pensavo potesse risolversi, solo che una settimana prima dell’incontro per la difesa del titolo mi confermano che non c’è niente da fare e così, quando salgo sul ring, dopo aver incassato qualche pugno mi accascio a terra. Ero di nuovo svuotato…
Facciamo un passo indietro. Hai accennato al primo grande trauma della tua vita, la morte di una sorella. Come è accaduto?
Laura è morta per una overdose di eroina il primo febbraio 2008. Era da poco che si bucava. Si era messa insieme a un ragazzo tossico che spacciava. Era bellissima e tra noi due è sempre stata lei quella più brava in famiglia, prendeva le borse di studio, era diventata una maestra d’asilo. Una vera secchiona. Io invece ero quello che faceva i danni in giro e prendeva le denunce. In teoria avrei dovuto fare io la fine di mia sorella… Purtroppo si sono invertiti i ruoli, la boxe mi ha portato sulla strada giusta. Quando è morta ho scoperto il fortissimo legame che ci univa, mentre prima non me ne rendevo conto.
Dov’eri quando ti hanno avvisato della sua morte?
Ho ricevuto una telefonata, sono corso al suo appartamento e c’era la polizia. Le voci già dicevano “è morta una tossica”, ma non era vero perché aveva iniziato da pochissimo. I miei genitori non volevano nemmeno ammettere che fosse morta per droga, ma per un arresto cardiaco. Però quello era dovuto alla droga. Ho chiesto le analisi tossicologiche che lo hanno confermato. Tante volte basta così poco…
Hai più rivisto il suo ragazzo di allora?
L’ho visto subito dopo il lutto, ma ero troppo distrutto e non avevo ancora capito bene cosa fosse successo. Se lo vedo adesso sicuramente gli metto le mani addosso. Mi dicono che gira ancora per Trieste e circondato da belle donne. Già allora gli amici mi avvisavano: “Guarda che tua sorella frequenta brutta gente”, ma non ci ho pensato più di tanto, ero troppo preso dalla mia famiglia meravigliosa e dallo sport, mi sembrava tutto così perfetto.
In questo periodo ti stai allenando?
Adesso no e si vede… Prima mi allenavo costantemente per combattere sul ring. Dopo il primo lockdown mi è passata un po’ la voglia. Mi piacerebbe tornare a gareggiare, per far parlare ancora un po’ di me a livello sportivo.
Il tuo maestro è stato Nevio Carbi, anche lui un campione triestino di boxe.  Andate d’accordo anche sulle tue posizioni pubbliche?
Ma guarda, quando parlo con gli 80enni sono tutti in linea con me. Ho sbagliato epoca, purtroppo. Dovrei tornare almeno al Ventennio fascista.
Ma per favore... Da pugili in Italia si guadagna bene?
Non molto, diciamo che arrotondavo lo stipendio da portuale. Il premio più grosso che ho guadagnato è stato per l’incontro con Huck in Germania, 21mila euro per gli Europei. Per altri match importanti in Italia si va dai 4 ai 5mila euro. Ma io sono partito da 600 euro a incontro per arrivare a una media di 2mila euro. Non ci diventi ricco, ma con un altro lavoro stai bene.
Non è molto, tenendo conto delle conseguenze fisiche che comporta…
Spesso mi è capitato che mi rompessero il timpano fino a sanguinare. Oltre alla boxe ho combattuto cinque match di arti marziali K-1. Ero a un buon livello, tra i più forti combattenti in circolazione.  
Il tuo match migliore invece è stato per la prima vittoria dei pesi massimi?
Esatto, a 25 anni. Ho battuto un campione tosto ed esperto come Paolo Ferrara. Vinto quello sono entrato nelle classifiche mondiali, ero forte forte… Ho fatto un altro match e poi, sul più bello, il lutto di mia sorella… Non c’ero più con la testa e non sono riuscito a difendere il titolo.
Ci hai mai pensato a che livello saresti potuto arrivare se non avessi avuto questi problemi che ti hanno mandato in crisi?
Sicuramente sarei rimasto a un livello altissimo, perché ho dimostrato di saperci arrivare. Forse sono nato anche nella città sbagliata, se mi fossi trasferito a Roma o Milano avrei potuto fare di più. Non sono stato seguito in maniera così professionale come altri pugili.
Come pugile a Trieste eri un idolo amato da tutti, oggi però non è più così.
Sì sì, ero amato da tutti. Poi quando mi sono schierato politicamente ho avuto molti contro.
Come Tyson, anche lui contro questi vaccini.
Credo qualsiasi uomo forte la pensi come noi. Chi si sente forte non ha paura, mentre gli ipocondriaci corrono a farsi il vaccino. 
Nonostante in passato tu sia diventato un pugile vincente e famoso non hai mai abbandonato la tua città, Trieste, e questo hai detto che ti ha penalizzato. Perché hai deciso di restare?
Sono molto legato alle mie origini. Intanto noi abbiamo un mare meraviglioso, non riuscirei a vivere altrove. E poi la nostra storia parla per noi, è la città più italiana d’Italia “per lotta e sangue”. A noi le dittature non piacciono, abbiamo sempre fatto resistenza. 
Che rapporto hai con Stefano Puzzer, considerato il leader dei portuali contro il Green Pass?
Lui è della parte di estrema sinistra, io di estrema destra. Abbiamo questa battaglia in comune. Infatti, al porto c’erano i comunisti veri e i fascisti veri che lottavano insieme. I centri sociali che mi insultavano da anni durante queste manifestazioni erano al mio fianco. In tutta Europa succede questo, cioè di ritrovare uniti gli estremi contro il sistema. Per adesso mi fido più di Puzzer che di altri politici di destra. 
Sei portuale da generazioni.
Abbiamo avuto tanti morti sul lavoro. Quindi, figuriamoci se abbiamo paura di una influenza dopo tutto quello che abbiamo passato.
Ora sei stato licenziato, perché durante il periodo in cui avevi presentato un certificato medico hai tenuto un comizio in piazza.
Ho messo la questione in mano agli avvocati, non credo che possano licenziarmi davvero. Sono entrato in porto a 18 anni con un buon contratto e hanno provato a licenziare anche altri colleghi in vista, però penso che tra un po’ verremo reintegrati.
E sei stato bloccato praticamente su tutti i social.
Su Facebook mi hanno bloccato da tempo, ero molto seguito. Così come su Vk per una foto che ho pubblicato. Sono censurato in ogni modo, per cui sono sicuro di essere dalla parte giusta.
Quindi, se c’è qualcuno che ti vuole zittire ti senti dalla parte giusta?
È così che in Italia vieni fatto fuori. C’è una finta libertà nel nostro paese. Sei libero soltanto se la pensi in un certo modo. Io, per esempio, sono omofobo (ride).
E facci capire: ne vai fiero?
Se cito i miei santi, loro erano i primi omofobi. Se ripeto quello che dicevano i veri cattolici mi arrestano… Che libertà è questa? Non posso essere cattolico? Ho presentato una mozione contro l’aborto in Consiglio comunale e mi prendevano per matto anche gli pseudo cattolici della destra.
Torniamo alla tua vita privata. Hai cinque figli, ma prima della pandemia erano stati tutti vaccinati?
Sì, tutti vaccinati. Ma adesso comincio a essere contrario anche a quelli. I primi vaccini, però, avevano un rischio molto più basso che ti succedesse qualcosa di quello attuale perché li hanno studiati in 20 anni, questi in 2. Ogni tanto muore qualcuno, e se succedesse a mio figlio?
Degli effetti del Covid non hai paura per i tuoi figli?
Ma no, se lo prendono loro no. Sono giovani e non gli fa nulla. Rischiano le persone anziane con patologie, loro è giusto vaccinarle.
Il più grande ha 17 anni. Come reagiresti se da maggiorenne decidesse di vaccinarsi?
Il mio primogenito lo guardo con ammirazione. È cresciuto a mia immagine e somiglianza, non credo che un giorno mi dirà “papà hai sbagliato”. Credo invece che prima o poi crollerà tutto questo castello di menzogne.
Che aspettative hai per i tuoi cinque figli?
Il periodo che viviamo fa paura. Mi auguro che lavorino e trovino un partner serio di cui innamorarsi. È importante crescere con una persona fin da giovani. Dei miei amici storici, quelli che hanno avuto i rapporti migliori si sono conosciuti molto giovani. Con alti e bassi, ma crescendo assieme è più facile. Se conosci tanti uomini o tante donne è più difficile andare d’accordo con una persona sola. 
La vita sarà più difficile per tuo figlio Jesus, affetto da una malattia rarissima.
Per me è un grande dolore. I papà in queste situazioni tendono a scappare. Ogni tanto va in crisi e cerco di coccolarmelo ma non è facile. Ha 6 anni e difficoltà in tutto, non riesce a camminare e a comunicare. Fatico ad avere un rapporto con lui. “In principio era il Verbo” recita il Vangelo secondo Giovanni. E accidenti, se non puoi comunicare, neanche a gesti, come fai? Piange soltanto, come i neonati. Ha sete e gli passo una mela, rischio sempre di sbagliare… Dopo l’operazione è stato un calvario, per me è un disastro.
Diciamo che la scienza nel suo caso lo aiuterà a vivere meglio.
Nel Ventennio sarebbe morto prematuramente. Avendo una malformazione non si sarebbe salvato. Quando facevano dieci figli e un paio morivano era la natura che faceva il suo corso.
Davvero avresti preferito un’epoca del genere?
Ho sentito tante testimonianze di persone che hanno figli disabili e raccontavano che quando erano arrivati avevano perso i genitori, perché le attenzioni andavano tutte su di loro. In Russia per esempio non aiutano quelli che hanno delle difficoltà. Li mettono in un istituto staccandoli dai genitori.
Ed è un modello che apprezzi sul serio? Veramente?
Non lo so, però sicuramente ho paura di portare via amore agli altri figli sani. È anche vero che questo bimbo ci dà una sensibilità diversa a tutti noi. A livello istintivo, essendo animali, tendi a scartare quello che non è perfetto. Però non siamo animali… Non avrei cercato Dio se non fosse arrivato Jesus, per cui un perché l’ho trovato nella fede. Rappresenta i miei chiodi della croce.
Dopo la morte di tua sorella è stato questo l’altro grande choc della tua vita?
Sì, perché è nato proprio quando pensavo di aver recuperato tutta la mia vita. Ero tornato campione, iniziavo a fare politica e lui era il frutto della fede e dell’amore ritrovato. Invece è affetto da una disabilità quasi unica, la sindrome di Pitt Hopkins, lui è il 41esimo in Italia e ce ne sono pochi altri.
Ve ne siete accorti subito?
Io molto tempo dopo, perché non volevo ammetterlo. Aveva una piccola malformazione e dopo l’operazione mi sembrava a posto, invece era un campanello d’allarme. Divento campione d’Italia e una settimana prima della difesa del titolo ci hanno dato la diagnosi della sindrome…
Come ti sei sentito?
Quando sono salito sul ring ai primi colpi mi sono afflosciato. Non riuscivo a fare neanche l’amore, figurati a prendere dei pugni da un uomo di un quintale...
E dopo?
Sono crollato psicologicamente e scappato di nuovo. Ho pensato: “O mi ammazzo o cambio tutto”. Provavo troppo dolore per quel bambino che credevo potesse essere la rinascita dopo aver già passato un altro percorso doloroso.
Dove sei andato?
All’inizio avevo annunciato di volermi arruolare nella Legione straniera. Poi dalla Legione straniera a Lourdes è stato un attimo (ride). Lì mi sono un po’ ripreso. Ero già cattolico rispetto agli altri consiglieri comunali, ma quando sono tornato ero ancor più radicalizzato. Intanto erano pronte le carte per la separazione da mia moglie, non sembrava più possibile stare insieme. Invece, un giorno abbiamo fatto l’amore come lo fanno i veri cattolici, senza contraccettivi, ed è arrivato il nostro quinto bambino, Riccardo Maria. Ho così riavuto il figlio maschio che con Jesus mi aveva fatto tanto soffrire. Lui mi ha davvero ridato la vita.
È stato poco prima del lockdown, giusto?
Proprio così, infatti qualche giorno dopo hanno chiuso le chiese e a me è sembrato un segno, una rivelazione. Mi sembrava incredibile, era tutto collegato. Appena tornato da Lourdes scoppia questa storia della pandemia, per me c’era qualcosa che non andava. Non a caso i rosari sono diventati i simboli in tutto il mondo di resistenza contro questa dittatura, una sorta di Comunismo moderno.
Sei sempre stato così cattolico?
No no, da giovane ero di estrema sinistra, più vicino alle “zecche” per intenderci (ride). Solo che non mi aiutava quella ideologia, stavo scendendo sempre più in un abisso. Ho cominciato a diventare più ortodosso dopo la morte di mia sorella, con il Cammino di Santiago ho iniziato ad apprezzare una vita più tradizionalista. Poi è arrivata la politica e, come ti ho detto, il dolore per mio figlio Jesus e la sua malattia mi ha fatto tornare in crisi, mi sono ripreso grazie al pellegrinaggio a Lourdes. Torno, ho il quinto figlio, scoppia la pandemia e chiudono le chiese… è stato tutto talmente incredibile che non poteva essere vero. C’è sotto una truffa o qualcosa di satanico. So che mi prendono per matto anche i preti se dico questo, ma c’è una parte di ortodossi che la pensa così.
Mi sembra che tu ti senta a tuo agio nei panni del Messia.
Chi ha detto la verità è stato messo in croce.
Cosa ti ha dato il Cammino di Santiago che non hai trovato altrove?
Dopo tre giorni che ero sparito per tutti, sono partito e ho percorso 300 chilometri a piedi incontrando altre persone, ognuna con le sue storie. Ma forse la vera svolta è stata un’altra…
Quale?
Prima che morisse mio padre. Ho trovato in casa la sua Bibbia sottolineata, anche se lui non l’avevo praticamente mai visto andare in chiesa. L’ho letta dall’inizio alla fine e mi sono immedesimato in Giobbe. Come lui, avevo perso tutto e mi aspettavo che Dio mi avrebbe restituito la mia meravigliosa vita con gli interessi se gli fossi rimasto fedele.
Non tutti i cattolici la pensano come te. Anzi, la maggior parte sono molto più progressisti.
Il vescovo Athanasius Schneider, che ha conosciuto il Comunismo, ha dichiarato: “Meglio morire come martiri che fare il vaccino”. Ci sono fior fiore di alti prelati che parlano così, anche se il Papa sta dall’altra parte.
Da cattolico ultraconservatore non dovresti credere nell’infallibilità papale?
Non mi permetto di criticarlo, io mi affido al nostro catechismo. In chiesa però le vecchiette mi fanno “la ola” (ride). Le persone più anziane, che ricordano com’era una volta la nostra fede, sono dalla mia parte. Il Papa può dire quello che vuole, ma sta facendo il contrario della tradizione. “Non si può servire Dio e mammóna” (cita il Nuovo testamento), intesa come la ricchezza terrena divinizzata, che è un demone tentatore. Seguendo il catechismo ho poi conosciuto i cattolici più ortodossi, che sono contrari a tutti i vaccini perché ottenuti grazie ai feti abortiti.
Ti piace pregare?
Moltissimo! Prego sempre. Soprattutto prima di andare a dormire. Oppure ultimamente la sera andiamo in piazza e recitiamo un rosario in gruppo con altri fratelli e sorelle.
In che epoca storica ti sarebbe piaciuto nascere?
Nel Ventennio sarebbe stato perfetto, perché dopo gli anni 60 si sono persi tutti i valori. Oggi sono etichettato come il più fascista del pianeta, ma nel Ventennio erano tutti duri e puri, c’era il bene e c’era il male, in quel momento era giusto così. Non sono così puro, solo che ora siamo andati troppo oltre. All’epoca per esempio era impensabile il divorzio.
Sei contrario anche al divorzio?
Mi prendono per pazzo se lo dico, però io la penso così.
Sei anche contrario agli anticoncezionali?
Non sono così estremo. Tornando da Lourdes ho conosciuto cattolici più estremi di me che sono contrari. Io quando sono tornato da quel pellegrinaggio ho fatto l’amore con mia moglie ed è nato il nostro quinto figlio. Una vera benedizione, la miglior cosa che potesse accaderci. Per me è stato un vero orgoglio di maschilismo e fascismo che mi ha cambiato la vita in meglio.
Finora ti sei auto-definito maschilista, omofobo e fascista.
Sì sì, certo. Sono definizioni che mi rappresentano. Sembra qualcosa di cattivo, ma ho solo sbagliato epoca. Cinquant’anni fa erano tutti o quasi come me.
Non sarà facile per te trovare una collocazione politica con delle posizioni così estreme.
Eppure, ho avuto un successo incredibile. Sono molto mediatico. Si è parlato di me in Italia come di pochi altri, per ogni cosa. Un po’ come succedeva da pugile. Una parte mi odia e una parte mi ama.
Come hai scoperto la “vocazione” politica?
Quando è scoppiata la pandemia sono sceso in strada un paio di mesi con il cartello: La verità vi farà liberi, il vaccino no. Se Trieste è diventata la capitale italiana dei no vax è merito mio. Ne avevo parlato anche in Consiglio comunale, ma quello che ha fatto esplodere la protesta è stato scendere in strada. Poi ci hanno riempito di botte come ha visto tutto il mondo…
Ora non sei più nemmeno in consiglio comunale.
Mi hanno fatto fuori dalla Lega per una scelta di poltrone quando è stato il momento di decidere i posti in Regione e mettere dentro gli amici degli amici.
Ti senti più rappresentato da Matteo Salvini o da Giorgia Meloni?
Da nessuno dei due. Salvini mi ha deluso e la Meloni, che prenderà il suo posto, quando arriverà al potere tradirà anche lei. Fratelli d’Italia è come la Lega e il Movimento 5 Stelle, che sembravano tanto fighi e antisistema e poi sono diventati più sistema degli altri. Quando arrivi a certi livelli ti adatti, capisci che non puoi cambiare niente e ti affezioni ai soldi che prendi, che non sono pochi.
E quindi, da chi ti senti rappresentato politicamente?
Da quelli che in Europa sono i veri sovranisti. Ci sono in Polonia dei camerati nazi-fascisti eletti in Parlamento e stanno lottando molto più di noi. Non solo i cittadini, ma gli stessi politici, a differenza dei nostri che sono degli zerbini. O come nell’Ungheria di Orbán e persino in Croazia.
In cosa ti ha deluso Matteo Salvini?
Mi ha fatto appassionare alla politica e mi sembrava un uomo giusto, ma la Lega ci ha truffato. Salvini è contro il Green Pass, poi arriva Giorgetti, che è democristiano, dice il contrario e la linea diventa la sua. La Lega mi ha deluso parecchio.
Quando è stata assaltata la Cgil a Roma non eri alla manifestazione?
No, avrei voluto esserci ma non c’ero insieme ai miei fratelli. Mia moglie mi ha detto di combattere a Trieste e sono rimasto.
Quindi saresti stato uno di quelli che l’hanno assediata?
Non lo so, ma so benissimo che Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, è in carcere ingiustamente. Lo guardo con grande ammirazione. Ha 11 figli, è ultracattolico e ultra-tradizionalista. Che colpa aveva? Hanno incolpato Forza Nuova ma vorrei vedere quanti di quel partito c’entravano veramente, perché c’erano anche i centri sociali, c’era di tutto. Perché deve pagare solo Fiore? È una ingiustizia troppo grande!
Hanno assaltato e devastato la sede di un sindacato…
Io so che stanno pagando soltanto quelli di Forza Nuova. Loro sono fascisti veramente, o almeno quelli che si avvicinano di più al Movimento Sociale. Almirante aveva chiesto scusa agli ebrei, ma ha lottato per conservare quei valori. Anche sull’Europa disse: “O va a destra o non si fa”. E invece è arrivata questa Unione Europea delle multinazionali che non ha più niente di sociale. È tutta sbagliata!
C’è qualcuno che apprezzi a sinistra?
Marco Rizzo, il segretario del Partito Comunista italiano. Gli ho scritto che, se viene a Trieste, vorrei stringergli la mano. Mi piace più di alcuni di estrema destra. Lo stesso Fiore aveva invitato i comunisti, quelli veri, a unirsi a Forza Nuova. Prima della conversione era anch’io comunista, anticapitalista e antimperialista. Dopo con la fede sono diventato fascista.
Non oso chiederti cosa pensi del Partito Democratico…
È il top per gli europeisti, quindi il male assoluto.
E Berlusconi?
Quando era al governo non seguivo tanto la politica. Mi era molto simpatico per la sua visione della famiglia.
O delle donne?
Sì, dai, per le donne è diventato il mio idolo (ride). Non so cosa potesse fare a letto alla sua età, ma per un uomo mette di buon umore stare in mezzo alla figa! Infatti, quando ho lavorato nella sicurezza di un night è stato il periodo migliore anche con mia moglie, avevo meno stress di adesso. Stare in mezzo alla gnocca ti mette di buon umore, non c’è verso. E Berlusconi ha fatto bene a circondarsi di belle ragazze sorridenti, come gli sceicchi musulmani. 
Ti sei dichiarato fascista. Che significato attribuisci a questa definizione?
Oggi è difficile essere veramente fascisti, rimangono alcuni valori. Sono di estrema destra, un ultraconservatore. Prego in latino, non riconosco nessun cambiamento. Se cito i nostri santi mi prendono per matto.
Come giudichi Benito Mussolini?
È stato un tentativo di fermare il tempo.
In modo un po’ cruento, non credi?
San Pio X, il più grande Papa dell’era moderna, diceva che i veri amici del popolo sono i conservatori e non gli innovatori. Essendo santo non può avere torto. Adesso abbiamo un Papa che la pensa diversamente, purtroppo, ma sono sicuro che tra poco tutto cambierà. 
Hai sostenuto anche che l’omosessualità è satanica…
Se segui il catechismo, dopo l’aborto il secondo peccato che grida vendetta agli occhi di Dio è l’atto omosessuale. San Pio X aveva scritto tutto nero su bianco. Puoi essere omosessuale, ma devi vivere in castità. 
E se scoprissi di avere un figlio omosessuale?
Non credo che avendo una famiglia regolare si possa diventare omosessuale. L’altro giorno ho mangiato una pizza con una amica lesbica, ma lesbica davvero, e lei stessa mi ha detto che preferirebbe tornare negli anni 80 quando era tutto più nascosto, con i locali solo per gay. Ora è troppo esibita la loro sessualità e dà fastidio anche a lei. In Russia c’è una legge antigay che mi sembra giusta. In Africa addirittura la pena di morte.
Saresti a favore della pena di morte per chi è omosessuale?
Non dico questo, però siamo andati troppo oltre. Un tempo anche da noi c’era il rogo. Non dico di tornare a punizioni così dure, però c’è troppo lassismo.
Te la sei presa addirittura con Maometto definendolo un “pedofilo”.
Be’, a 54 anni ha sposato una bambina di 6, tu come lo definiresti? Ma ammetto che è l’unica cosa che mi pento di aver detto, perché valuto sempre più positivamente l’Islam. È la religione più vicina ai valori in cui credo anch’io, in una organizzazione politica come quella teocratica dell’Iran.
Qui i tuoi spazi politici si stanno restringendo ulteriormente.
È così, gli ultimi veri fascisti sono nei paesi islamici. Invidio che abbiano conservato la loro fede mentre noi l’abbiamo persa. Come sto iniziando ad ammirare certi Paesi africani, dove sta rifiorendo il cattolicesimo e combattono contro i musulmani.
Adesso non arriverai a dirmi che stimi l’Isis?
No no, è sicuramente sbagliato e combattuto anche dai veri musulmani. Ma come mai i talebani in Afghanistan, che sono l’ultradestra islamica, hanno tolto tutte le vaccinazioni? Perché si rifanno perfettamente alla religione, come vorrei anch’io.
Un’altra polemica che avevi sollevato è stata quando sul social Vk hai pubblicato una foto di Hitler nella Giornata della Memoria. Rivendichi anche quella?
Ma non era Hitler, quella era una foto di Charlie Chaplin. 
Sì, ma era una immagine tratta dal film “Il grande dittatore” dove impersonava Hitler. È vero che è una parodia, ma proprio nella Giornata della Memoria…
Sono stato perseguitato come nessun altro e solo perché dico quello che recita la mia fede. Come quando ho risposto a Liliana Segre, che aveva definito Gesù “ebreo”. Le ho ricordato che Gesù è stato “generato e non creato dalla stessa sostanza del padre”, come diciamo ogni giorno a messa. Perché non posso dire quello che professa la mia fede religiosa?
Per alleggerire un po’, hai anche scritto sui social “ti prenderei a sberle!” riferito a Fedez.
Ah sì (ride)… lui è all’esatto opposto di quel che penso io.
Nonostante tutto, ti piacerebbe incontrarlo?
Ma sì, magari alla fine mi starebbe anche simpatico. Come quelli del Pd in Consiglio comunale, ci urlavamo contro ma una volta usciti dall’aula ci facevamo delle grandi risate. Così anche con Fedez, potremmo trovare qualcosa che abbiamo in comune.
Da “angelo picchiatore”, come eri stato soprannominato da pugile, al più no vax d’Italia. È questa la seconda vita di Fabio Tuiach?
Intanto sono convinto che il Green Pass sia sbagliato. Mi hanno tolto dalla politica, licenziato dal lavoro ma continuerò a scendere in piazza. Ci sono sanitari e medici che mi fermano per strada per farmi i complimenti. Ho la terza media ma so leggere abbastanza bene, non ci vuole la laurea a capire che il vaccino può far male. Anche il Covid, non dico di no, a qualcuno fa male. Il virus, però, non è detto che lo prendi, invece il vaccino sei obbligato e sai che c’è una percentuale di persone a cui fa male. E se capita a mio figlio, cazzo???!
La verità è che hai paura per i tuoi figli, dai…
Ma sì, l’ho capito che i vaccini alla maggior parte della gente non fanno nulla. Ma uno come me che ha avuto un bambino con una malattia rarissima pensa sempre: metti caso che capita a mio figlio che oggi ha 17 anni? Neanch’io credevo potesse capitare la malattia di Jesus, eppure è successo. Non succede, ma se succede a mio figlio che guardo con ammirazione, che non possa più fare sport agonistico, poi cosa gli dico quando sarà grande? Darei la vita per i mei figli.
Quindi ritieni giusta qualsiasi condotta per sfuggire ai vaccini, come quello che si è presentato con un braccio di silicone o quelli che pagavano una infermiera per far finta di farsi vaccinare?
Sono contro i vaccini e quindi tutti i modi per non farlo vanno bene. E il Green Pass è assurdo, bisognerebbe boicottare i posti che te lo chiedono. Io ho il Green Pass “da guarigione”, ma se devo mangiare una pizza vado solo nei posti dove il titolare la pensa come me e non me o chiede.
Ne trovi parecchi in giro?
Tantissimi, sono tutti quelli rovinati dal Green Pass. Poi c’è anche chi è felice di essere controllato, solo che a me quelli sembrano tutti sotto ipnosi. La paura fa effetti strani… Al ministro della propaganda nazista hanno chiesto come ha fatto a realizzare il loro programma e ha risposto: “Con la paura”. Altra gente ha fatto il vaccino, ma la pensa come me. Mi dicono continuamente: “So che fa male e sono stato costretto”. Pensa, c’erano donne che quando hanno saputo che avevo il Covid volevano baciarmi per prenderlo. Ma purtroppo non sono riuscito a convincere mia moglie (ride).
Perché dovrebbero volerci uccidere tutti, secondo te cosa c’è dietro?
L’esportazione del vero Comunismo in Europa, quello della Cina. Che se non paghi una multa ti viene tolto il Green Pass. Che schifo che il centrodestra si sia allineato a questa misura. Siamo stati denunciati, io e mia moglie, perché siamo usciti dalla quarantena per prendere i bambini all’asilo. Era solo qualche giorno prima della scadenza della quarantena, però stavamo bene…
Hai altre denunce?
Io ho denunciato parecchie persone. Il problema sono certi giudici. Una volta una persona mi ha insultato pesantemente e il giudice, che conosco ed è di sinistra e mi odia, lo ha assolto come se avesse fatto bene a insultarmi. Non ha neanche più senso denunciare, perché se becco il giudice di sinistra mi dà sempre torto. Anche questa è una forma di dittatura.
Lo chiama la moglie al cellulare e parlano in dialetto: “Non t’avevo ciamà? Eh me son scordato… Vabbè, dai su… te dico quando ho finito… ora son con gli omini… tranquilla amore mio, a dopo”.
Come ti vedi da vecchio?
Non ci ho mai pensato alla vecchiaia. Spero di rimettermi in forma, perché a una certa età se fai sport stai benissimo. Adesso non mi alleno un tubo e sono un bel po’ fuori forma. Gli anni passano e vorrei vedere dei nipotini. Loro darebbero un senso alla mia vecchiaia.
Ci hai mai pensato a come vorresti morire?
Come il nonno di mia moglie, anche lui scappato dall’Istria e ultracattolico e che mi ha condizionato molto. Ha avuto la “morte dei giusti”. Si è spento lentamente. Ha finito le batterie. Anche a me piacerebbe morire così, come si auguravano i buoni cristiani: o morire da martiri in battaglia o la “morte dei giusti”, la più serena possibile.
Se dovessi pregare per chi si è vaccinato, quale gli dedicheresti?
Una Ave Maria, che io recito in latino secondo la tradizione.
Ave Maria, gratia plena,
Dominus tecum,
benedicta tu in mulieribus,
et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, mater Dei,
ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.

 
 
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