la Repubblica, 29 dicembre 2021
La storia di Domenico e Domenica Maugeri e del loro amore che dura da 74 anni
GRUGLIASCO (TORINO) – Qualcuno direbbe che due che si chiamano nello stesso modo, e per un caso del destino, portano anche lo stesso cognome, sono destinati a stare insieme. Il caso forse ha fatto la sua parte nella storia di Domenico e Domenica Maugeri. Ma se la loro storia d’amore dura da più di 74 anni, è tutto merito loro. “Supereroi”, li chiama Ultimo che firma la colonna sonora dell’omonimo film di Paolo Genovese e che, per il lancio della pellicola ideato dall’agenzia Armando Testa, ha dedicato a questa coppia di Grugliasco, alle porte di Torino, una serenata al pianoforte.
Il film racconta la storia di Marco e Anna, un fisico pragmatico e una fumettista anticonvenzionale che provano a far superare alla loro relazione la prova del tempo. A volte però la realtà supera la finzione cinematografica. Domenico e Domenica sono la prova. Si sono conosciuti quasi in un altro mondo, l’Italia del Dopoguerra, a Castel di Judica, 50 chilometri da Catania. Hanno cresciuto tre figli, visto nascere quattro nipoti e cinque bisnipoti. Tra Domenico e l’ultimo dei suoi bisnipoti, Samuel, corrono 100 anni esatti. Domenica è più giovane del marito, ne ha 91 oggi, ne aveva 16 quando l’ha conosciuto. «Ero una bambina, e quando abbiamo parlato di matrimonio a mia mamma sono venuti i capelli dritti, diceva che ero troppo giovane, che avrei commesso degli errori. Per impedirmi di vederlo mi aveva persino spedito da una zia lontana, – racconta – Invece oggi, 74 anni dopo, io, Domenico e la nostra splendida famiglia, siamo ancora qui a volerci un gran bene».
Il loro non è stato un colpo di fulmine. Domenico ha combattuto in Jugoslavia e ci ha messo quasi due anni, dopo l’armistizio, a tornare in Sicilia. «Frequentavo la casa di Domenica perché conoscevo il fratello e così, cena dopo cena, mi sono innamorato». Per potersi sposare, contro il volere di tutti, sono scappati. «Abbiamo fatto la fuitina», dice lui usando il dialetto che rende meglio l’idea. Si sono spostati alle 5 di mattina del 9 febbraio 1947 nella chiesa del paese. Solo loro e quattro testimoni perché non c’erano soldi per la festa e perché un matrimonio con quelle premesse non si poteva celebrare in pompa magna. «E pensare che il parroco non ci voleva nemmeno sposare. Diceva che bisognava pagare perché la curia autorizzasse il matrimonio tra persone con lo stesso cognome. Ho detto che di soldi non ne avevamo ma che, se quel prete avesse voluto fare il suo mestiere, avrebbe dovuto sposarci. Ci ha pensato 15 giorni, poi ha fissato la data».
Determinazione e compromessi, rispetto reciproco e suddivisione dei compiti. Sono questi i superpoteri di Domenico e Domenica. «Siamo partiti che non avevamo niente, ma ci siamo sempre impegnati perché a nessuno dei due mancasse nulla. Ci siamo sacrificati spesso è vero, ma il segreto è sempre stato fare un po’ per uno. Vale per tutto – dice Domenico – si divide la ragione, si dividono gli errori, e si dividono le cose da fare». La casa in cui vivono e da cui si sono affacciati per ascoltare la serenata di Ultimo è la stessa che Domenico aveva affittato per 45mila lire al mese negli anni ’70. «Ne guadagnavo 70mila all’epoca», racconta. Hanno deciso di trasferirsi al Nord dopo che la miniera di Zolfo in cui lui lavorava è crollata e dopo anni passati a fare il muratore. Sono partiti con i loro tre figli, Maria e Giuseppe, gemelli, e Antonina, la più giovane. I muri di casa raccontano la storia della loro famiglia: c’è un giovanissimo Domenico in divisa miliare in ingresso, e accanto le foto dei matrimoni dei figli, le lauree delle nipoti.
A Grugliasco Domenico ha lavorato trenta anni come operaio in una fabbrica che produceva pezzi per auto. Domenica faceva la sarta e la mamma, un lavoro a tempo pieno. «Ma lui non è mai stato uno di quegli uomini che si siede e aspetta la cena in tavola, si è sempre occupato di fare la spesa, e se serve lava i piatti». Ecco la ricetta della lunga vita di un matrimonio. Domenica svela l’ingrediente segreto: «Le liti ci sono, come in tutte le relazioni, ma il trucco è dimenticarsele ogni sera, per ricominciare con un nuovo giorno ogni mattina».
Hanno saputo dell’arrivo di Ultimo solo mezz’ora prima che iniziasse a suonare. «È stata una sorpresa bellissima? Sa che è la seconda serenata che ci fanno? La prima l’avevano organizzata degli amici subito dopo la nostra fuitina per festeggiarci».