Il Sole 24 Ore, 29 dicembre 2021
Alessandro Benetton a capo della holding di famiglia
Più uniti, ma anche più liberi. Il futuro di Edizione passa da questo slogan che sintetizza le due novità più importanti, fortemente volute dalla famiglia Benetton, che a breve saranno sigillate in uno statuto nuovo di zecca: più uniti sotto la guida di un presidente che potrebbe tornare a essere un rappresentante della famiglia, Alessandro Benetton, ma anche più flessibili grazie a meccanismi che non blindano in modo definitivo gli equilibri della holding, ma garantiscono vie di uscita. Il documento, costruito seguendo modelli più moderni già applicati da dinastie come gli Agnelli e i Boroli-Drago, riscriverà le principali disposizioni di governance, dall’uscita di un azionista fino alla composizione del board, alle norme di successione e alla definizione degli asset ritenuti strategici. Ma soprattutto sancirà una nuova fase per la dinastia di Ponzano Veneto, pronta a rinnovare la fiducia in un progetto “comune” che nel recente passato indiscrezioni indicavano come difficile da attuare.
Le vie di uscita del socio
Dopo mesi di confronti interni ai quattro rami della dinastia, gli eredi di Gilberto e Carlo, e i figli di Giuliana e Luciano, alla fine è maturata la convinzione di riscrivere una governance diventata troppo stretta alla luce del ricambio generazionale e con essa anche una struttura che concedeva pochi margini di manovra a chi avrebbe voluto valutare una sorta di separazione da Edizione, entrando in possesso della quota parte del tesoretto accumulato nella holding. Finora, infatti, l’attuale statuto rendeva questa opzione difficile da attuare, perché la stessa era subordinata a rigide maggioranze. Non sarà più così.
Nel nuovo documento in via di definizione sono ora previsti meccanismi di governance capaci di garantire a ciascun ramo margini di manovra e in particolare la libertà di scegliere se restare a far parte del sistema Edizione o uscirne in tempi e modi stabiliti. Secondo quanto ricostruito da Il Sole24 Ore la maggiore elasticità sarà garantita prevedendo una doppia prelazione: una interna al ramo a cui il socio appartiene e, in seconda battuta, una esterna ed estesa a un ramo famigliare diverso. Inoltre, il percorso di “uscita” dovrebbe contemplare la possibilità che le azioni del socio siano direttamente acquistate da Edizione, un meccanismo previsto anche in altre strutture famigliari come la Giovanni Agnelli Bv.
A sancire le nuove regole della holding sarà un’assemblea straordinaria che si terrà nel mese di gennaio. E il nuovo documento conterrà anche altre modifiche di sostanza al sistema che attualmente regola Edizione.
Alessandro alla presidenza
È previsto, per esempio, che ogni ramo possa indicare un unico rappresentante nel board. Quindi all’interno del singolo nucleo famigliare sarà necessario individuare una figura di sintesi che sieda in consiglio. Insieme ai quattro rappresentanti famigliari siederanno altrettanti consiglieri indipendenti. Il numero dei componenti potrà così variare da otto a nove, con una maggioranza di indipendenti, nel caso in cui si proceda alla nomina di un amministratore delegato, una ipotesi ancora sul tavolo della famiglia. Diverso, invece, per il ruolo della presidenza. In questo caso, stando alle ultime indiscrezioni, sembra emergere come figura di sintesi Alessandro Benetton, figlio di Luciano. Infine, la revisione della governance è stata anche l’occasione per definire tutte le norme di successione interne alla dinastia.
Se il percorso per la ricostruzione del vertice della holding appare tracciato, i tempi sono ancora in via di definizione. Secondo alcune fonti, la staffetta al vertice e la nomina del nuovo board potrebbe avvenire a stretto giro. Dopo l’assemblea straordinaria, l’attuale consiglio dovrebbe dimettersi e una nuova assemblea ordinaria dovrebbe essere convocata per la nomina degli amministratori secondo le modalità fissate nel nuovo statuto. Quindi, a questo punto, il nuovo cda dovrebbe procedere alla nomina della presidenza. Una strada alternativa potrebbe essere quella di lasciare in carica l’attuale consiglio, che sulla carta non è in scadenza, e procedere alla staffetta alla presidenza tra Alessandro ed Enrico Laghi. Entrambe le opzioni sono, al momento, sul tavolo.
Gli asset core e il nodo Trieste
Infine, il nuovo statuto metterà nero su bianco le partecipazioni che secondo la dinastia di Ponzano Veneto restano strategiche nel nuovo corso della holding: Atlantia, Autogrill e Benetton Group. Restano dunque fuori dagli asset core la partecipazione in Cellnex, che ha un valore di circa 3 miliardi, e soprattutto le quote in Mediobanca (2%) e Generali (4%). Proprio su Trieste, la definizione del nuovo corso e la nomina di Alessandro alla presidenza potrebbe coincidere con la definizione di una posizione più chiara della famiglia nella partita che sta interessando il rinnovo del board della compagnia assicurativa. C’è chi però non esclude lo status quo e la volontà della famiglia di non schierarsi apertamente aderendo al patto di consultazione siglato da Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone e Fondazione Crt sul 16% del capitale della compagnia assicurativa.