Il Sole 24 Ore, 29 dicembre 2021
Le navi Usa con il gas liquefatto fanno rotta sull’Europa
La Minerva Chios era salpata dal terminal Sabine Pass della Cheniere Energy in Louisiana, nel profondo Sud americano patria di gas e petrolio, a metà novembre, e si trovava nell’Oceano Indiano, destinazione i porti asiatici. Ma il suo carico, gas liquefatto (Gnl) per l’esportazione, è improvvisamente diventato più prezioso per l’Europa, assediata da una crisi energetica invernale e da carenze di gas che hanno fatto impennare i prezzi. Abbastanza perché la grande nave cambiasse rotta: la Minerva è diventata l’ammiraglia d’una flotta di almeno una trentina di vascelli che hanno snobbato Giappone, Corea e Cina per dirigersi verso il Vecchio continente affamato di Gnl. Una quindicina hanno messo nero su bianco le nuove mete – Gran Bretagna, Francia, Spagna, Olanda, Gibilterra e Malta – i restanti hanno lasciato trapelare le intenzioni.
Le grandi manovre navali sul gas hanno evidenziato le tensioni e trasformazioni che oggi segnano il settore energetico. Gli Usa stanno trasformando il loro primato nell’estrazione di gas e greggio da shale nella conquista della leadership nel Gnl. Mentre si complica il quadro dell’Europa, che accanto a cambiamento climatico e variabile del coronavirus fa i conti con i difficili rapporti con la Russia. «Con le scorte di gas europeo inferiori alle medie degli ultimi anni, i timori restano elevati per il 2022», ha previsto l’analista di Icis Robert Songer. Sintomo: i prezzi europei sono arrivati fino a 14 volte quelli negli Usa e anche oltre quelli asiatici, tradizionalmente la piazza con maggior domanda e più elevate quotazioni.
La crisi ha portato alla ribalta protagonisti americani del Gnl che oltre al leader Cheniere comprendono gruppi quali Tellurian, NexDecade e Venture Global. Sono loro a incarnare l’avanzata del Paese nel gas liquefatto, premiata anche in Borsa. Dopo aver cominciato a esportarlo nel 2016, l’anno scorso gli Usa sono stati terzi nell’export alle spalle di Australia a Qatar. E nel 2022 sono avviati a diventare primi con una quota del 22% del fabbisogno globale, stando a Eia e Goldman Sachs. Non solo: i segnali di potenziamento si moltiplicano. S&P Global Platts calcola che possano decollare fino a 5 nuovi grandi progetti.
Con il gas liquefatto che rappresenta quasi metà dell’export di gas, Washington rifornisce al momento di Gnl oltre 40 Paesi, con Asia e Europa pari al 94% dell’import totale e a un terzo del consumo mondiale di gas. L’Asia fa la parte del leone: prima dell’ultimo shock europeo, il 13% del Gnl made in Usa era giunto in Corea del Sud, altrettanto in Cina e il 10% in Giappone. Pechino, nonostante gli screzi politici, firma nuovi contratti di lungo termine con produttori Usa (quattro in due mesi) che facilitano il potenziamento degli impianti.
L’export verso l’Europa appare a sua volta in aumento al di là di scosse temporanee: già nel primo trimestre 2021 gli Usa erano i primi fornitori, con una quota del 24%. Un accordo Ue-Usa che risale all’amministrazione Trump aveva spinto il Gnl e l’import europeo dovrebbe crescere di almeno un quinto entro il 2040. Minerva e le sue “sorelle” saranno pronte ad affrontare le rotte transatlantiche.