ItaliaOggi, 29 dicembre 2021
Negli Usa tasso di natalità ai minimi dal 1900
Il crollo demografico non è una prerogativa solo italiana. Se la Penisola nel 2020 ha registrato un nuovo record minimo, con sole 405 mila nascite, gli Stati Uniti non stanno meglio. Bisogna infatti risalire al 1900 per ritrovare un aumento della popolazione così modesto come quello osservato nel 2021.
La stima ufficiale dell’US Census Bureau fissa la crescita demografica in un modestissimo 0,1%, ossia soltanto 392.665 abitanti in più. Tendenze già evidenti da anni, come il calo della fertilità o il crollo dell’immigrazione durante gli anni della presidenza Trump, sono state amplificate nel 2021. All’invecchiamento della popolazione e alla mortalità provocata dall’abuso di oppiacei si è aggiunto l’impatto della pandemia. Il Covid è responsabile della morte di più di 800 mila persone negli Stati Uniti, di cui 350 mila nel 2020. Un bilancio assai più pesante per Joe Biden che per il suo predecessore alla Casa Bianca. E un dato che fa del Covid la terza causa di decesso dopo le malattie cardiovascolari e il cancro. Nel 2020 l’aspettativa di vita è scesa a 77 anni, contro 78,8 dell’anno precedente.
Il Covid ha ridisegnato la carta demografica degli Usa. Molti americani hanno approfittato della generalizzazione del telelavoro per traslocare, di solito più lontano dal centro delle grandi città. Alcuni hanno addirittura cambiato stato, spesso per pagare meno imposte. In effetti, il maggiore declino per numero di abitanti colpisce gli stati a tassazione più elevata, come lo stato di New York, la California, l’Illinois e il Massachusetts. Al contrario, stati ritenuti fiscalmente attraenti, come il Texas, la Florida e l’Arizona, registrano il numero più alto di arrivi. Anche la fuga dai lunghi e freddi inverni, i prezzi immobiliari più abbordabili, la minore densità abitativa e la minore percezione della criminalità giocano un ruolo nelle decisioni di trasferimento. In percentuale, stati a bassa densità abitativa e famosi per la natura selvaggia, come l’Idaho, lo Utah e il Montana, conoscono i più forti aumenti di popolazione, dall’1,7 al 2,9%. Al contrario la popolazione del District of Columbia, ovvero la città di Washington, crolla del 2,9%: un calo che avrà necessariamente delle ripercussioni sulle entrate fiscali della capitale Usa.
Le stime dell’US Census Bureau sono di grande interesse non solo per i demografi ma anche per i politici, dal momento che servono a calcolare le allocazioni dei crediti federali oltre che a ricalibrare le circoscrizioni dei deputati alla camera dei rappresentanti.