ItaliaOggi, 29 dicembre 2021
Periscopio
I candidati veri alla Presidenza della Repubblica, quello dotati di una certa levatura, sono pochi: e arrivano quasi tutti dalla prima Repubblica. Paolo Cirino Pomicino. La Verità.
Pensi al malcapitato che si trova l’etichetta di candidato al Quirinale sul collo. Se smentisce, conferma. Se conferma, esce dal novero dei candidati. Marcello Pera, ex presidente del Senato. (Fausto Carioti). Libero.
Qualcosa si muove al centro. Da un lato la presa di coscienza della palude centrista (una trentina di parlamentari tra Camera e Senato) che potrebbe, se unita, recitare un ruolo importante. E dall’altro Matteo Renzi, il quale, nonostante ogni tentativo di azzoppamento, si appresta a sua volta a lanciare la sua ipotesi di aggregazione, anch’essa destinata (se si realizzasse) a diventare determinante nell’appuntamento presidenziale. Nello sbocco, ennesimo, di bile dei suoi nemici, Renzi potrebbe ristabilire il primato della politica e dell’intelligenza politica, materia prima scarseggiante in giro e soprattutto nell’attuale Parlamento. Chi ha lana, la filerà. E chi non l’ha rimarrà a bocca asciutta. Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.
Io ritengo che la Meloni non sia fascista, è una donna giovane, pragmatica, che guarda al mondo delle cose reali. Ma se un leader è così facilmente vulnerabile non può solo accusare gli altri di averle teso una trappola. Deve fare chiarezza al suo interno per non essere più affossabile, deve fare un gesto simbolico per liberarsi di ogni sospetto. Giuliano Urbani, politologo, tra i fondatori di Forza Italia, più volte ministro nei governi Berlusconi (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Da mesi, i leader di Polonia e Ucraina accusano apertamente Angela Merkel di avere svenduto l’Europa a Putin con il Nord Stream 2, da lei fortemente voluto, anche contro Joe Biden. E Putin, piaccia o meno, grazie alla Merkel e al Green deal Ue, ora ha il coltello delle fonti di energia Ue in mano. Tino Oldani. ItaliaOggi.
Di sistemi dinamici in Europa c’è poca testimonianza. Al contrario, nei paesi ad economia digitale più avanzata sotto giganti planetari come Amazon, è in corso il consolidamento di nuovi player tech di cui in Italia non c’è percezione: sono i giganti della nuvola. Rappresentano la quarta discontinuità dell’economia digitale: la prima sono i pc; la seconda è l’avvento di Internet; la terza è la diffusione degli smartphone e la mobilità. Ora è in corso la quarta: il cloud e i dati gestiti in cloud. Edoardo Narduzzi, Mashfrog di Londra (Luigi Chiarello), ItaliaOggi.
Gabriele D’Annunzio tentò di rovesciare la società italiana fatta da una borghesia piccina, rancorosa, timorata di Dio, attraverso i suoi scandali, il suo dandysmo, il dedicarsi ai piaceri della vita, al fare debiti, a vivere tutto senza vergogna. Non faceva nulla di diverso da ciò che facciamo oggi solo che lo faceva un secolo prima. Giordano Bruno Guerri, storico e presidente del Vittoriale.
Un pellerossa è rappresentato dalla statuina di un nativo americano che chiede di entrare nel plastico del presepio “perché ha sentito il messaggio: pace agli uomini di buona volontà”. Gianni Rodari. “Un pellerossa nel presepe”.
Lo scenografo e pittore Lele Luzzati era di famiglia ebraica, decisamente laico, non praticante, ma anche profondamente legato ai membri della sua comunità e ai suoi riti. Al tempo stesso era quanto mai rispettoso e curioso nei confronti del fatto religioso e delle tradizioni cristiane e non. Tratti, questi, che si trovano nelle sue ricorrenti rappresentazioni della Natività, dipinte con grande gioia mista a stupore. Walter Fochesato: “Natali a colori”. Interlinea editore.
Non credo che cambieremo molto. Anche in passato dopo analoghi tragici eventi, come le pestilenze o la spagnola, siamo tornati delle vecchie abitudini. Oggi ci sembra utile fare dei santi propositi, ma, come dicono nel Meridione, «passata la festa, gabbato lo santo». Giacomo Scaramuzza, ex giornalista, 98 anni (Giangiacomo Schiavi), Libertà.
Sui sindacati, Luigi Einaudi, agli inizi del secolo scorso, non taceva la polemica contro gli «scioperi contro lo Stato, il rappresentante degli interessi collettivi». Corrado Sforza Fogliani: “Elogio del rigore”. Rubbettino Editore.
Voglio rileggere “Il comunista” di Guido Morselli, un romanzo che è il nostro “Buio a mezzogiorno” ma senza i gulag. Andrea Minuz. Il Foglio.
Bruxelles, abbiamo un problema: l’Unione Europea è fuori controllo, ma sarebbe meglio dire fuori di testa. Le sue trovate ormai ricordano più un manicomio che il falansterio dove si emana molto, ma si combina poco. Prima l’abolizione del Natale e dei nomi cristiani, Maria, Giuseppe, voluta da questa commissaria “all’uguaglianza” Helena Dalli, provvidenzialmente abortita dopo le furibonde proteste di tutto il continente. Poi l’allucinante divieto di vendere e affittare case non ecologiche – stessa fine, ma ci riproveranno. Max Del Papa. ItaliaOggi.
Nel mio ultimo libro (Il danno scolastico, la Nave di Teseo editore), scritto a quattro mani con Paola Mastrocola, dimostriamo che, abbassando sia la qualità dell’insegnamento sia l’asticella del successo scolastico, la scuola ha finito per ampliare le diseguaglianze sociali anziché ridurle: il prezzo è stato più salato per i ceti bassi che per quelli alti, che hanno altre risorse per creare opportunità. Luca Ricolfi (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
L’espressione “al netto di” mi dà un fastidio fisico, sonoro: è come se qualcuno grattasse con le unghie sulla lavagna. Spesso è così: mi colpisce il corpo, non la mente. Edoardo Albinati, scrittore. (Nicola Mirenzi), Huffington Post.
L’intervento di apertura di un convegno del 1979, Tognoli, allora sindaco di Milano, socialista, lo dedicò a Carlo Rosselli, al suo socialismo liberale, «quello che ha trovato più critici che estimatori». Ma il messaggio di Rosselli era affascinante e chiarissimo: «Il socialismo si costruisce tutti i giorni, dal basso, nelle coscienze, nel sindacato». E si coniuga al libero mercato dove la finanza sta al suo posto e l’azienda ha una funzione sociale e produce ricchezza per tutti. Sostanzialmente, quel convegno era la risposta di Tognoli e dei riformisti milanesi al «violento carnevale politico» del ’68 e alla deriva che una parte di quel pandemonio, ideologico e parapolitico, aveva trasformato in terrorismo brigatista. Per Tognoli quella era la sfida che aveva cominciato nel 1957 e non intendeva abbandonare. Arrivò anche il 1980 e Tognoli subì il grande dolore dell’uccisione di Walter Tobagi. Gianluigi Da Rold. Studi Cattolici.
Temo più un lecchino di un pitbull. Roberto Gervaso, scrittore.