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 2021  dicembre 27 Lunedì calendario

Il traffico illecito di legno

L’Italia al centro di traffici illegali di legname. Alberi tagliati senza tenere conto del delicato rapporto tra abbattimento e ricrescita. Danni incalcolabili all’ambiente, deforestazioni alla base di cambiamenti climatici e causa anche dell’estinzione di specie animali. Il tutto per cercare di rifornire il fiorente mercato del teak, legno pregiatissimo. Legno costosissimo. Legno ricercatissimo. Tra i grandi produttori, inserito nella lista nera dei Paesi che ne approvvigionano il mercato mondiale, c’è il Myanmar. E del piccolo Paese del sud-est asiatico l’Italia è tra i principali importatori su scala globale. Un primato poco onorevole, che ha spinto i carabinieri Cites a sequestrarne diverse tonnellate (anche per quello di origine indonesiana) tra Salerno, Trieste e Milano. 
L’ultima operazione, degli specialisti dell’Arma coordinati dal tenente colonnello Claudio Marrucci, è dello scorso settembre. Il teak è un legno usato come parquet per i più lussuosi appartamenti. La nautica lo utilizza sopratutto per la costruzione degli yacht. È un legno particolarmente performante e resistente all’acqua. 
REGOLE UE
Ciò che viene contestato ad alcuni importatori italiani è la violazione del regolamento Eutr (European Union Timber Regulation). Si tratta di uno strumento europeo creato per contrastare il taglio selvaggio di alberi, l’Eutr vieta la commercializzazione nell’Ue di legname abbattuto senza rispettare le leggi della natura. Insomma l’abbattimento scriteriato ha gravi conseguenze economiche, ambientali e sociali su alcune delle foreste più importanti del pianeta e sulle comunità che da esse dipendono.
Questo comporta la perdita di proventi, compromette gli sforzi degli operatori legittimi, determina la deforestazione, la perdita di biodiversità e incide sull’emissione di gas serra. In certi casi è alla base di conflitti per il controllo di territori e risorse e alla perdita di potere da parte delle comunità indigene. 
A puntare i fari sull’Italia è anche l’Eia in un dettagliato rapporto. Si tratta dell’Environmental investigation agency, un’ong che indaga e fa campagne contro i crimini e gli abusi ambientali. Le inchieste sotto copertura realizzate dall’Eia svelano crimini transnazionali contro la fauna selvatica, con un focus su elefanti, tigri e crimini forestali come il disboscamento illegale e la deforestazione. 
Ecco alcuni passaggi della sua ultima ricerca: «L’indagine mostra come alcune aziende italiane trasportano il legname del Myanmar in altre parti dell’Ue. L’inchiesta ha scoperto che alcune delle 27 società italiane, hanno continuato questo commercio dopo il golpe militare. Ciò si riflette nei dati sul commercio, che rappresentano come le imprese del nostro Paese hanno importato tra 1,3-1,5 milioni di euro di prodotti in legno da Naypyitaw nei mesi di marzo, aprile e maggio 2021. Continuando il traffico – si legge sempre nel rapporto – queste aziende stanno indirettamente sostenendo la giunta militare e la sua repressione del popolo del Myanmar, nonché la distruzione delle foreste. L’inchiesta ha scoperto che una delle società italiane importava teak in violazione dell’Eutr e, al contempo, riceveva finanziamenti per lo sviluppo dall’Ue».

DISBOSCAMENTO
«Nel 2020, l’Italia ha importato 24 milioni di euro di prodotti in legno dal Myanmar. Ciò costituisce il 66 percento delle importazioni totali di legname nell’Ue per quell’anno», prosegue il rapporto di Eia. «Nonostante la posizione comune dell’Ue, i commercianti sono stati ancora in grado di importare legname da Naypyitaw attraverso l’Italia». Infine l’analisi mette in guardia sui danni già causati dal taglio illegale compiuto negli ultimi 20 anni nel Paese del sud est asiatico: «quattro milioni di ettari di foresta tra il 2000 e il 2020. Ciò equivale approssimativamente all’area della Svizzera». Infine i danni alle persone perché tutto ciò «influisce sul benessere di 17 milioni di individui che dipendono dalle foreste per il proprio sostentamento». A questo si aggiunge il danno irreparabile «alla ricca biodiversità del paese, compresa la sottospecie della tigre del Bengala. Infine ha enormi implicazioni sulla crisi climatica che si sta facendo sentire a livello globale».