il Fatto Quotidiano, 27 dicembre 2021
Il conflitto d’interesse di Francesco Paolo Sisto
La riforma Cartabia è slittata ché non s’è ancora trovata la quadra nel governo dei Migliori. Ma la Guardasigilli ha già messo al sicuro un risultato: a occuparsi delle valutazioni di professionalità dei magistrati e di altri aspetti che riguardano carriere e dunque promozioni negli uffici giudiziari sarà il sottosegretario Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italia e già legale di fiducia di Silvio Berlusconi. Che si è visto ampliare le deleghe con un provvedimento, transitato in Gazzetta Ufficiale la vigilia di Natale, che prevede che sia proprio lui, lo scudo umano dell’ex Cav, a firmare gli atti che competono al ministero di via Arenula su applicazioni extra distrettuali, aspettative, formazione di tabelle giudiziarie E anche le valutazioni periodiche di professionalità, uno dei punti che verrà toccato dalla attesa riforma che, stando alle anticipazioni, prevede pagelle per le toghe e anche il riconoscimento all’Avvocatura del diritto di voto nelle delibere sulla valutazione di professionalità e in materia di conferimento degli incarichi direttivi e semi-direttivi. Una ipotesi contro cui si è già espressa è l’Associazione nazionale magistrati per il rischio che “tale previsione possa alterare il principio di parità delle parti nel processo e incidere sulla serenità e imparzialità della giurisdizione”. La certezza è che, vada come vada, sarà l’avvocato berlusconiano Sisto a dover vagliare e eventualmente firmare gli avanzamenti di carriera delle toghe sì invise da sempre al suo capo partito e dunque anche a lui.
Che è tra le punte di diamante della guardia armata di Silvio, quella del picchetto anti toghe del 2013 sotto Palazzo di giustizia a Milano: per Sisto “una protesta seria contro l’uso politico della giustizia”.
Barese, classe 1955, avvocato penalista, parlamentare di FI dal 2008, Sisto è uno dei tanti legali di Silvio Berlusconi premiati con un seggio. “Per noi è come se fosse Fidel Castro, è il Lider Maximo” si è lasciato sfuggire durante le ultime consultazioni a proposito del capo di Forza Italia che per lui è anche un cliente danaroso: lo ha difeso dall’accusa di aver indotto a tacere e a mentire Gianpi Tarantini, quello dei festini e delle escort procacciate per rimboccare le coperte all’ex Cav a Palazzo Grazioli con la stessa lena da super falco con cui in Parlamento ha sottoscritto le leggi ad personam.
Per lui ha combattuto la battaglia contro la legge Severino (votata anche da FI) che è già costata la decadenza da senatore a Berlusconi per via della condanna per frode fiscale: è proprio Sisto a inventare l’emendamento alla Severino che svuota il reato di concussione per induzione, di cui il Lider Maximo è casualmente imputato nel processo Ruby.
Ma è ai magistrati che Sisto non perdona nulla. Dipendesse da lui, tanto per dire le intercettazioni non esisterebbero proprio: “Le esigenze del processo non sono sempre prevalenti: esiste un diritto alla vita privata, alla riservatezza, alla libertà di espressione che conta quanto e talvolta più delle esigenze investigative”. E il trojan? “È Inquisizione allo stato puro”, mentre la prescrizione – va senza dire – è una manna: quando l’ex ministro Bonafede la blocca dopo il primo grado, Sisto si appella ai “partigiani della Costituzione di Forza Italia”. Intanto, fra un “legittimo impedimento” e l’altro, riesce a far slittare il processo al cliente delle escort di Palazzo Grazioli: l’ultima volta a gennaio 2021 adducendo i consueti motivi di salute che pregiudicano la presenza a Bari di Berlusconi, che però non si è certo perso le consultazioni con Mario Draghi in vista del battesimo del governo. Dove s’è trovato uno strapuntino anche per Sisto che da sottosegretario alla Giustizia sta una pacchia.
Dentro il governo ci sono sensibilità diverse certo, ma i tempi bui sono alle spalle: con Cartabia in via Arenula, parole sue, “c’è stata una rivoluzione copernicana”. La ministra lo ricambia ampliandogli le deleghe già che è l’ora delle scelte. “In medicina c’è un tempo per la diagnosi, per i consulti, le anamnesi: poi viene il tempo della terapia” dice Sisto, che per i magistrati ha da sempre in mente la cura.