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 2021  dicembre 24 Venerdì calendario

Scorsese, di padre in figlia

Come si dice, una proposta che non poteva rifiutare. Sedersi di fonte a suo padre, Martin Scorsese, e riprenderlo mentre risponde alle sue domande. «Non credo mi capiterà più un’opportunità simile». È la più piccola di casa Scorsese, Francesca, sta seguendo le orme paterne che aveva già 60 anni quando lei è nata. Insieme sono stati coinvolti nel progetto Stories of a Generation con Papa Francesco, la docuserie di Simona Ercolani con la consulenza editoriale di Antonio Spadaro ispirata al libro di Bergoglio La Saggezza del tempo, in arrivo su Netflix da domani. Un incontro tra le generazioni, intorno a quattro temi: amore, sogni, lotta, lavoro. Nel loro caso un dialogo senza filtri tra padre e figlia, reso più toccante dalla presenza della moglie Helen, da tempo malata. «Ho sempre voluto imparare ad amare. Solo quello», dice a sua figlia. E quando lei domanda: «Qual è, se c’è, il tuo più grande rimpianto nella vita privata o professionale?», il regista risponde sincero: «Mi sarebbe piaciuto poter aiutare a crescere le altre mie figlie». 
Lei è abituato a stare dietro la macchina da presa, cosa l’ha spinta a accettare? 
MARTIN «L’idea di poter parlare sinceramente e condividere le nostre esperienze all’interno di un contesto spirituale. E la mia grande ammirazione per papa Francesco» 
La serie ha cambiato rapporto tra di noi? 
M. «Parlare in maniera chiara e aperta di cose che potremmo aver comunicato male tra noi o aver pensato di aver detto, sì, cambia le cose». 
FRANCESCA «Ci ha reso più uniti. Non ci eravamo mai seduti così uno di fronte all’altro a parlare del passato. Ho scoperto storie sulla nostra famiglia, sui nonni che non ho conosciuto. Lui è stato papà e nonno insieme». 
Amore, sogni, fatica e lavoro. Quale sentite di più? 
M «Tutti. La vera fatica è bilanciarli. Ho avuto momenti nella vita e nel lavoro dove tutto marciava, amore e sogni prosperavano. E ho passato un periodo nei primi anni Ottanta, quando le cose non mi andavano affatto bene. Ho capito che dovevo accettarlo. E superarlo. Quei momenti sono altrettanto preziosi». 
F «Cò che conta è la lotta. Tutti combattiamo per qualcosa. Io per il benessere mentale, fisico, emotivo mio e di chi mi sta intorno. Senza il dolore e le difficoltà sperimentate non sarei quella che sono. Come generazione risponderei i sogni». 
Il rapporto tra giovani e anziani come è cambiato? 
M. «Molti genitori oggi vogliono essere amici dei propri figli, non educatori, è una grande differenza. E, ovviamente, un’esperienza senza precedenti come la pandemia cambia la natura dei rapporti. Rende molto chiaro che siamo tutti sulla stessa barca. Non sul piano culturale o economico, ma a livello spirituale. Dal Marzo 2020, non puoi non vederlo. Credo, in modo sottile, abbia influito anche sulla nostra relazione». 
F. «Noi siamo curiosi delle cose incredibili vissute dai più vecchi. E mi colpisce anche la loro voglia di imparare da noi. Ma c’è anche del risentimento dei giovani verso i vecchi per come hanno lasciato il mondo nel disastro, le nuove generazioni devono raccogliere i pezzi». 
Chi è per voi Francesco? 
M. «Quando le persone sui social o sui media parlano dei leader, generalmente intendono qualsiasi cosa tranne la spiritualità e la moralità. Vivere i valori spirituali in ogni momento della vita, invece di riconoscerli solo una volta a settimana in chiesa o due volte all’anno a Natale e Pasqua, mi ha ossessionato da quando ero giovane, Ed è presente in molti dei miei film. I preti con cui sono cresciuto mi sono stati di esempio. Uomini coraggiosi. Papa Francesco ha quel tipo di coraggio». 
F. «Bergoglio è il leader globale, con il Dalai Lama. Francesco ci ricorda di vivere in senso spirituale e morale. Mio padre mi ha raccontato che, quando l’ha portato a dare aiuto ai senza tetto,gli spiegava: non basta dare soldi ma devi creare anche un contatto con lo sguardo». 
Suo padre è uno dei più grandi registi viventi? Cosa le ha insegnato? 
F. «Mi dà molti consigli per la mia carriera di attrice e regista. Su tutti, creare qualcosa di mio, non lasciarmi influenzare. Mi ha insegnato la forza delle emozioni genuine. Quando mi vede lottare mi dice: “Ora metti questa forza nei film che vuoi fare”. 
M. «Io e leiparliamo molto. Io ascolto. Ma deve sperimentare da sola. Come tutti. Mi chiedono spesso consigli. Se cerchi il successo non posso essere d’aiuto. Ma se la tua vita è illuminata dal cinema, se sei spinto a sapere e vedere di più, se stai bruciando per fare i film, allora parliamo. Ti dirò com’è andata per me».