ItaliaOggi, 24 dicembre 2021
Anche in Germania il reddito di cittadinanza non funziona
In giugno a Leverkusen, in Nord Renania Westfalia, la polizia ha fatto irruzione in casa di Mahmoud Al Zeib, capo di un clan arabo. Un colpo contro la criminalità organizzata. Gli agenti sono rimasti strabiliati: hanno trovato oltre 300mila euro in contanti, il padrone di casa aveva un guardaroba pieno di abiti e scarpe firmate, in garage custodiva una Porsche, una Ferrari, e un’umile Mercedes.
La vera sorpresa è stata scoprire che Mahmoud riscuoteva l?Hartz IV, il reddito di cittadinanza. Dal 2015, aveva incassato a nome suo e dei numerosi familiari 400mila euro. Ma è un caso fra tanti, è facile truffare l’assistenza pubblica, per gli stranieri, e per i tedeschi, come ha scritto il settimanale Focus.
Una consolazione per l’Italia, dove ogni giorno si scoprono gli abusi di chi riceve l’aiuto, anche mafiosi, o organizzazioni che incassano a nome di profughi inesistenti, o che vivono in Romania o in Bulgaria, mai giunti in Italia.
«Perché Mahmoud non avrebbe dovuto farlo?» ha detto Ralph Gadban, specialista nel controllo dei clan arabi, «i capi hanno famiglie numerose, tra figli e nipoti, e ognuno ha diritto all’aiuto pubblico. I funzionari che dovrebbero controllare sono pochi, e per rispettare la privacy non possono controllare i conti in banca, o il registro automobilistico. Un gioco da ragazzi per i truffatori». Infatti, Mahmoud teneva i soldi in casa, e non aveva un conto in banca, le macchine erano intestate a prestanomi. A essere scoperti sono i pesci piccoli, i tedeschi che hanno un libretto di risparmio, e magari una carta di credito. A Berlino, la giunta rosso verde non ha controllato gli immigrati per non venire accusata di discriminazione razziale.
Si disse che il reddito minimo italiano, da garantire a chi non avesse un lavoro, era ispirato al modello tedesco. Vero solo in parte.
L’Hartz IV porta il nome di Peter Hartz, sindacalista della Volkswagen, consigliere e amico personale di Gerhard Schröder. Il Cancelliere socialdemocratico voleva tagliare lo Stato sociale, il welfare, che era il più generoso al mondo, e finiva per soffocare la ripresa. La Germania era scivolata agli ultimi posti in Europa a causa del peso della riunificazione. I tagli, come sempre, possono essere realizzati solo da governi di sinistra.
Si aveva diritto al sussidio di disoccupazione per due anni, fino all’80% dell’ultimo stipendio, e si poteva rifiutare un posto al di sotto della propria qualifica, e opporsi al trasferimento in un’altra città o regione. Privilegi cancellati da Schröder, che ridusse drasticamente la durata dell’assegno. Dopo alcuni mesi si sarebbe ricevuto solo un aiuto pari al minimo vitale, calcolato burocraticamente, oggi pari a circa 460 euro mensili. Meno del reddito di cittadinanza italiano? In Germania però viene pagato anche l’affitto, e tutte le spese relative, più altre agevolazioni, come biglietti gratis sui mezzi pubblici. Alla fine l’Hartz IV supera il nostro reddito di cittadinanza. E si avvicina pericolosamente, a un salario minimo. Perché lavorare per cento euro in più, se poi devo pagare l’affitto?
Ora da sinistra, si accusa Schröder di aver creato una trappola sociale, dall’Hartz IV non si esce più, e si vuole creare un altro sistema, da chiamare all’italiana Bürgergeld, un reddito di cittadinanza, da aumentare a oltre 500 euro. E si dovranno abolire gli umilianti controlli. I beneficiari, sempre all’italiana, dovranno essere aiutati a trovare un’occupazione con lavori socialmente utili. Una vecchia idea anche in Germania, che non ha funzionato.
Gerhard Schröder, orfano di guerra, la madre donna delle pulizie, è accusato ingiustamente. Non si illudeva. Un giovane a 18 anni poteva scegliere di non lavorare, e bisognava mantenerlo. Gli assistiti dovrebbero seguire corsi di aggiornamento o imparare un mestiere, ma pochi trovano o accettano un lavoro.
Il Bürgergeld dovrebbe essere più generoso, e più giusto, e i controlli più accurati. Ma sarà difficile. A fare i furbi non solo solo i capo clan. Anche Peter Hartz è caduto in disgrazia, da sindacalista faceva la bella vita a spese della VW, ed ha dovuto restituire parte della sua liquidazione.