Allo scorso X Factor è arrivato secondo, dopo Baltimora, ma ha imboccato una strada che potrebbe portarlo lontano. Per ora fa i conti con il successo avuto in tv, con lo streaming, i social, e con un tour già esaurito che partirà il 25 febbraio da Treviso. Si intitola Fallirò , come l’ep di debutto in uscita a gennaio. «Certo che la mia vita è cambiata, sono cambiate le abitudini, condizionate dal lavoro. Non mi sento cambiato e spero di restare così. Ma il cambiamento mi affascina, non lo temo».
Perché ha scelto “X Factor” ?
«Ho trovato la risposta pochi giorni fa: in realtà non sapevo perché mi fossi iscritto. Prima della finale ho capito che avevo bisogno di cambiare vita, città, che volevo scappare. Con X Factor avrei potuto fare quello che facevo prima, trasformandolo in un lavoro vero, concentrandomi al massimo solo su questo aspetto».
È un autore ma ha mostrato grandi doti di interprete.
«Mi trovo più a mio agio a scrivere che a cantare. Ho iniziato con racconti, poesie, sceneggiature. Poi ho scoperto la musica, mi sono innamorato ascoltandola. Cantare è venuto dopo, è stata una necessità, pensando che il migliore interprete per i miei testi potevo essere solo io.
Scrivo perché ne ho bisogno e riesco a dare un senso alle parole. In generale mi sento incompreso quando parlo, nelle situazioni sociali, mentre quando scrivo rifletto, riesco a fare uscire le cose migliori di me».
A “X Factor” ha cantato da Vasco ai CCCP. I secondi li conosceva?
«In realtà gran parte dei miei ascolti sono composti da cantautori ma conoscevo i CCCP. Mi ritengo una persona semplice e penso che gIANMARIA sia un ragazzo romantico. Nei modi di fare, nella prima impressione che dà alle persone. So che posso sembrare triste ma non è così. Certo, credo che la realtà sia più scadente dell’immaginazione ma questo lavoro mi fa stare meglio e mi fa immaginare cose migliori. La realtà è finita, la fantasia è infinita».
Al di là del lavoro, c’è l’arte?
«Amo l’arte, strada facendo ho capito che iscrivendomi a ragioneria avevo sbagliato, avrei dovuto fare il liceo artistico. Fotografia, pittura, cinema, musica sono le mie passioni. L’arte parte dal desiderio di esprimersi, da un forte amore. Penso che l’amore tenga in vita tutto, cosa che dovrò sempre ricordare perché è il motivo per cui ho iniziato a fare questa cosa.
Arriverò all’arte? Non lo so, per ora faccio canzoni e cerco di non definirmi».
Il successo, la pressione, la fama raggiunta in breve tempo: come farà a non perdere la testa?
«La mia speranza è di non perderla, di trovare sempre un angolo in cui rigenerarmi e tornare in me, in studio con quelli con cui lavoro. Se domani mi verrà chiesto di fare una cosa lontana da ciò che sono, non la farò.
Per ora, con i discografici, ho capito che c’è spazio di manovra, un punto dove possiamo arrivare entrambi.
Conosco il limite che non voglio sia superato».