la Repubblica, 24 dicembre 2021
«Non ti disunire». La frase del momento
Tutti che dicono “Non ti disunire”. Il film di Paolo Sorrentino ha diffuso e reso popolare un modo di dire che, parlandone a cena con amici, si immaginava avesse un’origine legata all’educazione fisica e sportiva.
Non ti disunire, partecipa al gioco muovendoti in modo raccolto, compatto. Il film rimanda nel titolo a Diego Armando Maradona: per quanto rudemente i difensori lo trattassero Maradona si rialzava sempre, palla al piede, opponendo ai tentativi di abbatterlo l’indifferenza di un’integrità pressoché aristrocratica (un “misirizzi”, concludeva Gianni Brera, rimandando a quei vecchi giocattoli con la base piombata che tornano sempre in piedi).
Un’amica napoletana chiarisce però per bene. La frase non ha affatto origine sportiva, spiega, e non è una trovata del personaggio del film (come pure si congetturava) bensì è di uso comune, a Napoli, e adatta ai contesti più diversi. Esorta ad agire in modo composto, che non significa lento o compassato. È come se al mondo ci fosse il rischio di sparpagliarsi e occorresse evitarlo. Sono venute allora in mente quelle madri lombarde che all’ora di uscire per la scuola vedono il figlio con la cartella-zaino mezza aperta, l’astuccio che sta per cadere, una manica del cappotto non infilata, le scarpe slacciate e una macchia di caffelatte sul naso e gli dicono: “Tìrati insieme”. L’amica napoletana annuisce, il senso è simile.
Oltre all’italianissimo divertimento di spiegarsi a vicenda le frasi idiomatiche e compararle, viene poi da pensare che quello diffuso da Sorrentino è un appello all’unità e ne sentiamo tanti. In fondo è anche il messaggio che la conferenza stampa di Mario Draghi ha tacitamente comunicato alla propria maggioranza di governo. Ma nella forma “Non ti disunire” riesce a non essere retorico o di maniera, perché non è rivolto ai corpi sociali, o politici, bensì al corpo dell’individuo.
Statistiche, polemiche, appelli dividono la società in categorie rigide, computate e distinte in maggioranze (magari “stragrandi”) e minoranze (spesso “sparute”), gruppi che includono o escludono. Quello che le statistiche non considerano è che l’individuo stesso può non andare d’accordo con sé stesso, e “sparpagliarsi”. Ci sono persone che spendono molto tempo e magari soldi per ricevere tortuosi indirizzi ispirazionali e motivazionali il cui significato profondo è già sintetizzato nell’invito: “Non ti disunire”. Non dice “Resta te stesso”, anzi presuppone il movimento, il cambiamento. Quella che raccomanda non è la compostezza delle braccia conserte al banco, ma appunto quella di Maradona che sapeva scompigliare le schiere avverse senza disunire sé, cioè senza scomporsi più di tanto. Una virtù espressa assai discretamente, con una doppia negazione. Persino come individui siamo unità ottenute da una congerie di membra, organi, pulsioni, funzioni: teniamo da conto questa coesione poiché è provvisoria.
Insorge infine un sospetto: che Sorrentino abbia ereditato quella funzione di inoculatore di nuovi tormentoni nel discorso pubblico che Nanni Moretti ha svolto per decenni, sino al “deficit di accudimento”, che però è già di qualche film fa.