Anteprima, 15 novembre 2021
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Biografia di Wilbur Smith
Wilbur Smith (1933-2021). Scrittore. Quarantanove romanzi pubblicati. Circa 140 milioni di copie vendute nel mondo, circa un quinto delle quali in Italia. Nato in quello che allora era il protettorato britannico della Rhodesia Settentrionale e oggi è lo Zambia. Passò l’infanzia e l’adolescenza nel ranch del padre, alternando momenti avventurosi (raccontò che già a 13 anni gli capitò di sparare, uccidendolo, a un leone che minacciava il bestiame del padre) e grandi letture, in questo caso influenzato ed educato dalla madre. «Il giovane Wilbur, dopo la laurea in Scienze commerciali alla Rhodes University, aveva intrapreso il mestiere di contabile per il fisco britannico. Poi si era sposato, ma il suo primo matrimonio, da cui erano nati due figli, era rapidamente naufragato, lasciandolo in difficoltà economiche. Non aveva però abbandonato il sogno di diventare un narratore e aveva pubblicato i primi racconti, con un soddisfacente riscontro. Invece il romanzo The Gods first made mad era stato rifiutato da parecchi editori e non è mai uscito. Lo stesso Smith, rievocando quel suo maldestro tentativo, ne parlava in tono fortemente autocritico, ammettendo di aver commesso “tutti i grossi errori nei quali un giovane scrittore può incappare”. Tutt’altra musica per Il destino del leone, il libro d’esordio, un successo immediato che nel 1964 aveva proiettato l’autore verso la notorietà, consentendogli di diventare un romanziere a tempo pieno, anche se nel Sudafrica bigotto di allora il romanzo era stato vietato. Le vicende drammatiche e strazianti dei fratelli Sean e Garrick Courtney, ambientate nel Natal ottocentesco, avevano affascinato una vasta platea di lettori e dato il via a una saga destinata a durare – coinvolgendo antenati e discendenti dei protagonisti – e a suddividersi in tre cicli che coprono un arco di tempo dal XVII secolo (Uccelli da preda, Longanesi, 1997) ai nostri giorni (Tempesta, HarperCollins Italia, 2021). Ai Courtney si sarebbero poi aggiunti, a cominciare dal romanzo Quando vola il falco (Longanesi, 1986), i Ballantyne: un’altra stirpe di avventurieri immersa nello scenario di un’Africa selvaggia e contesa lungo un periodo di circa un secolo. E infine le due famiglie si sarebbero incontrate in un’ulteriore saga cominciata con Il trionfo del sole (Longanesi, 2006). Nel frattempo l’infaticabile Smith aveva prodotto dagli anni Novanta in poi la serie dei suoi romanzi ambientati nell’antico Egitto, che si dipanano nella terra delle piramidi: un ciclo di alcuni libri nel quale spicca la figura dell’eunuco Taita, scriba, mago e generale. Altro personaggio al centro di una saga concepita da Smith è Hector Cross, ex ufficiale dei corpi speciali britannici, che ai giorni nostri diventa titolare di un’agenzia di sicurezza e affronta nemici spietati con la determinazione e la prestanza atletica di uno 007 aggiornato. La vita privata di Smith aveva attraversato diverse fasi. Dopo un secondo matrimonio andato a monte, aveva sposato nel 1971 Danielle Thomas, morta nel 1999 per un tumore al cervello, e quindi nel 2000 erano giunte le quarte nozze con la giovane tagika Mokhiniso Rakhimova, detta Niso. Aveva avuto dai primi due matrimoni una figlia e due figli, con cui i rapporti non erano stati facili» [Carioti, CdS] • «“So che i critici considerano i miei libri roba da aeroporto, tascabili da consumare in volo e dimenticare sul sedile, ma se continuo a scrivere, a 88 anni, è per il piacere che mi prende all’inizio di un nuovo romanzo, il gusto dell’avventura”: così raccontava sorridendo, in una intervista dello scorso aprile Wilbur Smith. “Il mio segreto? Il lettore vuol sapere che cosa accade nella prossima pagina, e io glielo dico” scherzava Smith «l’ho imparato quando scrivevo i romanzi sul retro della cancelleria dell’ufficio, ogni foglio prezioso. Il miglior risultato venne quando mio padre scoprì che anche uno scrittore può esser ben pagato e si rappacificò col mestiere». Il libro a cui ha lavorato ancora fino a pochi mesi fa, Legacy of War, gli dava particolare gioia, come diciottesimo tomo della saga dei Courtney, che -nel rispetto dei nuovi tempi- danno la caccia a criminali nazisti nascosti in Africa, guidati da Saffron Courtney» [Riotta, Sta]. È morto nella sua casa di Città del Capo, in Sudafrica, dove viveva con la quarta moglie Niso.