Anteprima, 17 novembre 2021
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Biografia di Ruggero Perugini
Ruggero Perugini (1946-2021). Poliziotto. Per anni capo della Squadra mobile di Firenze. Famoso per aver lanciato un appello al Mostro di Scandicci in diretta televisiva. «Nato a Roma, entrò prima nell’Arma dei Carabinieri, poi in Polizia, fu alla guida della Sma dal 1986 al 1992. Uomo impeccabile, specializzato a Modena in Criminologia clinica, con un master all’Accademia di Quantico in Virginia. Proprio questa sua esperienza americana segnò il rapporto con il caso del mostro di Firenze. Furono anni senza sosta, quelli della caccia al mostro, anni di sfide e di ricerche. Ma il dirigente della Polizia non perse mai la sua umanità, e il 4 febbraio del 92, in diretta televisiva sulla Rai, interpellato dal giornalista Piero Vigorelli, decise di lanciare il suo messaggio al killer, che aveva ucciso più volte nella campagna toscana. Un gesto impensabile, che fece molto scalpore. “Io non so perché, ma ho la sensazione che tu in questo momento mi stia guardando, e allora ascolta. La gente qui ti chiama mostro, maniaco, belva, ma in questi anni credo di aver imparato a conoscerti, forse anche a capirti e so che tu sei soltanto il povero schiavo di un incubo di tanti anni fa che ti domina. Tu non sei pazzo come la gente dice, la tua fantasia, i tuoi sogni ti hanno preso la mano e governano il tuo agire”. Perugini scelse l’elemento psicologico per catturare l’attenzione dell’assassino. “So anche che in questo momento probabilmente ogni tanto cerchi di combatterli, vorremmo che tu credessi che noi vogliamo aiutarti a farlo. Io so che il passato ti ha insegnato il sospetto, la diffidenza, ma in questo momento non ti sto mentendo e non ti mentirò neanche dopo se e quando deciderai di liberarti da questo mostro che ti tiranneggia. Tu sai come, quando e dove trovarmi, io aspetterò”. Era presente quando, nell’orto di casa Pacciani, venne ritrovata una cartuccia per pistola calibro 22, con impressa sul fondello la lettera H, inesplosa e recante segni di un precedente inceppamento: la prova principe nel processo contro il contadino di Scandicci» [Mangani, Mess]. «Perugini affermava di poter conoscere molto bene Pacciani e ne divenne il principale accusatore, testimoniò contro di lui al processo. “Raro, multiforme, dissimulatore”, lo definiva. Lasciò la Sam a fine 1992, nel 1993 era a Washington all’ufficio di collegamento tra la Dia e l’Fbi. Rimase convinto dell’unico serial killer anche quando, anni dopo, vennero alla ribalta le indagini di Michele Giuttari sui compagni di merende che avrebbero affiancato Pacciani nei delitti. Scrisse un libro per Mondadori con le sue tesi» [Fatto]. È morto ieri a Torino. Era malato di cancro.