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 2021  novembre 05 Venerdì calendario

Biografia di Marc Dutroux

Marc Dutroux, nato a Ixelles, un sobborgo di Bruxelles (Belgio), il 6 novembre 1956 (65 anni). Elettricista «che mai lavorò con i watt preferendo fin da giovanissimo il traffico d’auto e di droga per convertirsi nel pedofilo più famoso del continente» [Sarcina, CdS]. Psicopatico, torturatore, assassino, noto ai più come “il mostro di Marcinelle”.
Titoli di testa «La mia idea era di commettere molti rapimenti di minori e di creare, nelle gallerie delle miniere di Marcinelle, una sorta di città sotterranea dove i buoni, l’armonia e la sicurezza regnano» (a uno dei suoi ex avvocati)
Vita È il primo di cinque fratelli di una coppia di insegnanti. I suoi genitori si frequentano da pochi mesi quando lei, Jeanine Lauwens, rimane incinta. Un figlio indesiderato, soprattutto dal padre, Victor, che non è neanche sicuro che sia suo. «Quando abbiamo deciso di sposarci aveva appena lasciato un altro fidanzato. Quindi, potrebbe essere stata incinta dell’altro» • Da piccolo è un bravo bambino, ma adolescente è «indisciplinato», stando agli insegnanti. Vendedeva foto pornografiche ai compagni • Pessimo il rapporto con la madre. Lei parla di un figlio insopportabile che la deruba e truffa la nonna. Lui, al suo medico, Michel Matagne, dirà che i suoi genitori, l’hanno rifiutato, picchiato, tenuto per i piedi sopra un ponte, chiuso in soffitta, umiliato... [lintern@ute.com] • Dopo aver vissuto un breve periodo in Congo, monsieur Dutroux sta male, ha una crisi depressiva dopo l’altra e nei primi anni Settanta i genitori si separano • Con il diploma di elettricista in mano, Marc Dutroux lascia la casa di famiglia quando diventa maggiorenne. Vive a Charleroi, in un kot, una stanza affittata ai giovani belgi che somiglia più a un ripostiglio • Disoccupato, vende il suo corpo agli omosessuali di passaggio [Lintern@ute.cm] • Il suo rapporto con le donne sembra complicato. La madre: «Fino all’età di 18 anni non ha mai mostrato una particolare attrazione per le donne. Dava l’impressione che pensasse che una donna fosse un oggetto che si adagiava su un letto» [Libération] • L’hobby del giovane Marc Dutroux è il pattinaggio sul ghiaccio. In pista però faceva cadere le ragazze per poi «tirarle su e palpare i seni. Le giovani erano terrorizzate» [Le Soir] • A vent’anni sposa un’orfana di 17 anni, Françoise Dubois, che ha da poco conosciuto sulla pista di pattinaggio di Louvière • Nel 1979 viene arrestato per furto, e condannato a un mese di reclusione • Con Françoise per qualche anno conduce una vita quasi banale. I due mettono al mondo due figli, Dany e Xavier, ma nel 1983 lei chiede il divorzio. Lui la tradisce, la picchia • «L’ho passata a un amico perché non mi andava più» (così Dutroux alla madre che gli chiedeva lumi sul divorzio) [Lintern@aute.com] • A soddisfare le voglie di Marc, da due anni pensava un’insegnante di 21 anni, anche lei conosciuta in una pista di pattinaggio ma a Forest. Il suo nome è Michelle Martin. I due vanno a vivere insieme. Nel 1984 nasce Frédéric. Ma Marc di fare il papà non ne vuole sapere, preferisce imporre alla compagna diversi giochi erotici da riprendere rigorosamente con una telecamera. Lei, completamente soggiogata, lo asseconda in ogni perversione: «Era il mio guru. Mi aveva fatto il lavaggio del cervello» [ibid.] • Entra a far parte di una banda di teppisti: ruba di tutto. In questo periodo entra ed esce dal Belgio in cerca di ragazze da drogare, sequestrare e violentare, con la complicità di Michelle e forse anche quella di Michel Nihoul, «un oscuro uomo d’affari che lo pagava per i sequestri, che lo riforniva di amfetamine e che soprattutto sarebbe la cerniera tra “l’uomo più odiato del Belgio” e una presunta rete di pedofili» [Sarcina, CdS] • Nel 1986 viene pronunciata una prima condanna contro Marc Dutroux e Michelle Martin, per sequestro di persona, stupro e reclusione su 5 minori di 16 anni. Reati commessi dal 1983 al 1985. «La tecnica è sempre la stessa: un sequestro lampo, giusto il tempo di addormentare la vittima, violentarla e filmarla» [D’Argenzio, il manifesto]. Lei sconta due dei cinque anni di reclusione ai quali era stata condannata e mette al mondo un altro figlio Andy. Lui resta in galera per sei dei tredici anni: viene scarcerato per buona condotta. «La procura generale si oppone alla liberazione, ma il ministro della Giustizia Melchior Wathelet – che più tardi diventerà avvocato generale alla Corte della giustizia europea – non ne tiene conto e firma lo stesso il decreto» [Le Monde] • Nel 1988 dietro le sbarre del carcere di Jamioulx Michel Martin e Marc Dutroux si sposano • Uscito dal carcere, Dutroux riprende la sua vecchia vita. I due comprano una topaia a Sars-la-Buissière. Campano rubando automobili e con una pensione di invalidità da due milioni di lire al mese, ottenuta con false dichiarazioni. Lui continua ad attraversare i confini del Paese in cerca di ragazze da seviziare in una delle undici case che ormai possiede [Sta e Le Monde] • Nel novembre 1992, una giovane denuncia Marc Dutroux, sostiene che l’avrebbe molestata su una pista di pattinaggio ma la polizia municipale lo rilascia senza intraprendere azioni legali • Nel 1993, sempre con la complicità della moglie, decide di soddisfare le sue perversioni in patria e inizia a sequestrare e stuprare ragazze in giro per il Belgio. Per rapirle si farà poi aiutare da Bernard Weinstein, un meccanico che gli riparerà il furgone che usa per i sequestri • Il 24 giugno 1995 Julie Lejeune e Mélissa Russo, due amichette di otto anni, scompaiono. Erano entrambe in bicicletta, nelle campagne di Grâce-Hollogne, vicino a Liegi quando Dutroux le ha caricate sul suo furgone • Arrivate a casa dei Dutroux, ora a Marcinelle, un paesotto grigio attaccato a Charleroi, Julie e Mélissa vengono accolte da Michelle Martin. Ha preparato per loro del coniglio, due vecchie bambole di Barbie e dipinto di giallo la «gabbia»: «Marc mi aveva detto che era un colore più allegro per il piccoli» • La gabbia è un’ex cisterna interrata larga 99 centimetri, lunga 234 e alta 161. Dentro ci sono un letto a castello e un secchio al posto del gabinetto. Vi si accede dalla cantina, la porta però è camuffata dietro a uno scaffale • «In quel buco interrato, umido e senza finestre, le due piccole vengono stuprate ripetutamente, sempre con la telecamera accesa» [Lintern@ute.com] • «Un pedofilo detenuto nel carcere di Lauvain riconosce Mélissa in un album di foto che viene spedito agli appassionati, ma gli uffici giudiziari di Liegi rifiutano la sua collaborazione» [Foglio] • Nell’estate del 1995 il greco Michael Diakostravios dice che Dutroux l’ha invitato a trafficare in bambine. La polizia lo interrogherà solo un anno dopo: « Ognuna – mi promise Dutroux - può essere venduta per 100-150 mila franchi» [Bellu, Rep.] • Due mesi dopo aver rapito le piccole, il 22 agosto, assieme a Michel Lelièvre, un giovane tossicodipendente indebitato, Dutroux sequestra An Marchal, 17 anni, ed Eefje Lambrecks, 19 anni. Le due giovani, erano in vacanza a Ostenda, erano andate a vedere uno spettacolo di illusionisti ma al ritorno hanno perso il treno. Probabile che abbiano deciso di fare l’autostop e che siano salite nel furgone di Dutroux [Lintern@ute.com] • Dato che la cantina è occupata da Mélissa e Julie vengono drogate, malmenate e stuprate al piano di sopra. Quando una di loro tenta di scappare, Dutroux e Weinstein decidono di ucciderle. Le seppelliscono a Jumet, nel giardino di un’altra abitazione riconducibile a Dutroux [ibid.] • In quelli stessi giorni, su segnalazione di un informatore, si lancia l’operazione “Otello” per pedinare un ladro di auto sospettato di costruire una cella nella propria casa dove nascondere bambine destinate a una rete di prostituzione. Dutroux, già condannato per stupro, è il sospettato n°1 [Maggiore, Sta] • Dal 6 dicembre 1995 al 20 marzo 1996, Marc Dutroux è in prigione per il furto di un camion: «La polizia ne approfitta per perquisire la sua casa. Il gendarme Michaux, responsabile di “Otello” sente delle voci di bambini, dei mormorii, ma quando ordina ai colleghi di fare silenzio non sente più nulla. I gendarmi lasciano così la casa degli orrori» [Maggiore, Sta] • Julie e Mélissa si ritrovano abbandonate a loro stesse nella cantina del pedofilo. Dutroux dice di aver incaricato Michelle e Bernard Weinstein di dar da mangiare alle ragazze ma la moglie aveva paura di scendere nelle segrete e si era accontentata di dar da mangiare ai suoi due pastori tedeschi. In udienza dirà: «Se le avessi fatte fuggire, Marc mi avrebbe ucciso» • Liberato, Dutroux trova Julie e Mélissa «molto deboli». Pesano 16 chili appena. Le fa salire al piano di sopra: «Ho tentato di farle mangiare» ma le piccole hanno preferito lasciarsi morire di fame. Le ha seppellite nel giardino della casa di Marcinelle. Furioso, Dutroux uccide il suo complice Bernard Weinstein, 44 anni, reo di non aver dato da mangiare alle sue vittime. Si libera di lui facendogli mangiare una fetta di paté farcita di Rohypnol e, dopo averlo torturato per farsi rivelare dove nascondeva i soldi dei furti, lo ha sepolto vivo in giardino, vicino alle due piccole • Nel novembre del 1995 Michelle mette al mondo una femmina, la piccola Céline. Il padre le dice che non vede l’ora che cresca per poterla «iniziare all’amore». Nel frattempo però, col suo furgoncino Renault Trafic bianco e il suo fidato complice Michel Lelièvre, rapisce Sabine Dardenne, una dodicenne che, zaino in spalla, stava andando a scuola in bici. Dutroux, dopo averla drogata, le fa il lavaggio del cervello. Le dice che gli ha salvato la vita, che c’erano dei nemici del padre che volevano farle del male perché i suoi non volevano dare loro i soldi che avevano chiesto. Le dice che se torna a casa uccideranno lei e tutta la sua famiglia. La piccola gli crede. Dopo tre giorni passati ai piani alti della casa, per lei si spalanca la porta della cantina [Lintern@ute.com]. Lui la violenta davanti alla solita telecamera, lei protesta, lui se ne frega. Le mette una catena al collo, una ai piedi. La costringe a soddisfare ogni perversione in cambio di un po’ di tv e di pane secco e di una console per videogiochi [Rep.] • «È vero, ho fatto l’amore con Sabine, ma lei era consenziente. Era molto matura per i suoi dodici anni» [dai verbali] • «Mi faceva guardare anche i porno. Ma a me non interessavano. L’unica cosa che volevo fare era leggere i libri che avevo nella mia cartella, scrivere sul diario. Scrivevo lettere ai miei genitori, segnavo con una X i giorni in cui veniva a trovarmi». Dopo un po’, continua Sabine, «anche se ero contenta che mi proteggesse, mi lamentai di sentirmi sola». Così il 9 agosto, Lætitia Delhez, 14 anni, è atterrata in cantina: «Ti ho portato un’amica», le ha detto [dalla deposizione in tribunale]. L’ha rapita a Bertrix col solito furgone: c’è però un meccanico che ha visto quel furgone parcheggiato e ne ricorda la targa per una strana combinazione: ha come numero l’anno di nascita di sua sorella. Lo dice alla polizia. Si scopre che appartiene a Dutroux [Il Giornale] • Lætitia prova a spiegare a Sabine che nessuno vuole ucciderla e che tutto il Paese la sta cercando. Lei, ormai soggiogata da Dutroux, non le crede • Il 13 agosto, Marc Dutroux, Michelle Martin e Michel Lelièvre vengono arrestati per il rapimento di Lætitia. Dopo un lungo interrogatorio, alle 17.15 del 15 agosto, Dutroux cede. E, fiero, dice all’investigatore Michel Demoulin che lo sta tartassando da giorni: «Non le consegnerò solo una ragazza, ma ben due». Demoulin: «Ci porta a Marcinelle. Avevo dei dubbi. Era la stessa casa che era sta perquisita il 13. Entriamo e lui ci porta in cantina. Arriva davanti a uno scaffale, lo svuota e lo tira a sé portandosi appresso il muro. È stato allucinante. Poi ha urlato alle giovani: “Non abbiate paura, sono io, sono io, sono con i gendarmi”. Sabine chiede: “Posso riprendere le mie matite?”» [rtbf] • Sabine: «Quando ho sentito rumori ho pensato che fossero venuti per uccidermi. Mi sono detta: sono qui da due mesi e mezzo e Dutroux mi accusa di avere un caratteraccio. Per me è finita. Poi Lætitia, terrorizzata quanto me, ha riconosciuto un poliziotto, e mi ha detto: “possiamo andare”» [dalla deposizione in tribunale] • Sabine: «Una volta fuori però ho detto grazie a Dutroux. Credevo ancora che ci avesse salvato la vita. Che fosse stato lui a portare i poliziotti per liberarci» [ibid.] • «Sembrava irreale eppure era proprio vero» (Michel Demoulin) • Il 17 dello stesso mese vengono ritrovati i corpi di Julie Lejeune e Mélissa Russo e quello del complice Bernard Weinstein. A settembre la polizia trova anche i corpi di An Marchal ed Eefje Lambrecks • «Una volta imprigionato, le avventure di Dutroux non sono finite. Nel 1998 riesce ad evadere durante un trasferimento al tribunale della città belga di Neufchâteau. Viene catturato 210 minuti dopo nei boschi di Chiny. L’evasione costringe due ministri – Stefaan De Clerck per la Giustizia e Johan Vande Lanotte per gli Interni – a dare le dimissioni. Il Belgio è indignato» [Lintern@aute.com] • È sempre stato incontinente. Anche quando lo hanno ritrovato nel bosco dopo l’evasione se l’era fatta sotto. Secondo il medico di Marc Dutroux, Michel Matagne, è un trauma che si porta dietro sin dall’infanzia [Sudinfo.com] • La rabbia esplode quando si scopre che la gendarmeria sospettava di Dutroux già dal 1995. I belgi esprimono il loro sdegno il 20 ottobre 1996 con la marcia bianca, 350.000 persone che sfilano a Bruxelles in memoria delle vittime della pedofilia e per chiedere giustizia [Maggiore, Sta] • Il giudice Jean-Marc Connerotte, a cui si deve l’arresto di Dutroux, stava incominciando a indagare sui possibili mandanti del mostro quando, nell’ottobre del 1996, fu destituito per aver partecipato a una “cena spaghetti” con i parenti delle vittime, che volevano ringraziarlo per aver salvato Sabine e Lætitia [ibid] • Dopo otto anni di istruttoria e 62 giorni di processo, il 22 giugno 2004, Marc Dutroux è stato condannato all’ergastolo dalla corte d’assise di Arlon per i sequestri e gli stupri di sei giovani e l’assassinio di due di loro. Viene riconosciuto anche responsabile della morte di Julie e Mélissa. Queste le parole del giudice Stéphane Goux: «Marc Dutroux, lei è stato condannato al massimo della pena. Io credo che le sia andata decisamente meglio rispetto alla maggior parte delle sue vittime che non fanno più parte del mondo dei vivi». La condanna prevede anche un risarcimento di circa un milione di euro alle vittime e alle loro famiglie ma «fino ad oggi, non hanno visto un centesimo» [Rep, Sta e Le Figaro] • A Michelle Martin la corte infligge 30 anni di reclusione e a Michel Lelièvre, 25 anni, a Michel Nihoul, cinque anni per reati minori (traffico di droga). Non ci sono prove per dimostrare l’esistenza di una rete di pedofili: sia Sabine che Lætitia hanno dichiarato di essere state stuprate solo da lui e, stando agli esami del Dna, tutti i capelli ritrovati appartengo alla coppia, alle loro vittime e ai loro complici tranne uno, che poi s’è scoperto essere di un investigatore della scientifica [rtbf.be] • Al processo si contano 1.300 giornalisti accreditati, 500 testimoni citati da accusa e difesa, 450.000 pagine di verbali, 300 militari incaricati della sicurezza. Il pubblico è costituito da 38 «fortunati» che ogni mattina si sono messi in fila nella speranza di entrare in aula. I giurati sono dodici [Rep e Sta] • Nel 2003, in carcere, Michelle Martin, pentita, chiede e ottiene il divorzio • Nel novembre 2012, Marc Dutroux ha chiesto di scontare la sua pena fuori dal carcere, con un braccialetto elettronico. Sebbene rifiutata, per «mancata prospettiva di reinserimento», la sua richiesta di libertà vigilata ha creato scalpore in Belgio. Nel 2019 ci riprova senza successo • Dopo 16 anni di detenzione, nel 2012 Michelle Martin ha ottenuto la libertà vigilata. Ha vissuto prima in un monastero di Namur poi, grazie a un percorso di reintegrazione, in un piccolo studio nel vicino paese di Floriffoux, di proprietà di un ex giudice, Christian Panier. Nel 2018 s’è diplomata in diritto all’Ecole Supérieure des Affaires de Namur. Secondo il sito belga Sudinfo, ogni mese manda 20 euro a Sabine e altri 20 a Jean Lambrecks, il padre d’Eefje • I figli e i fratelli di Marc Dutroux hanno cambiato nome • Nella prigione di Nivelles, dove Dutroux è detenuto, pare benefici di un regime di isolamento leggero. Secondo le guardie è il prigioniero più spendaccione del carcere. Compra cioccolato, yogurt e uvetta, pretende patatine fritte, crocchette in mensa e anche un parrucchiere che si occupi della sua ormai lunga barba. Il mostro di Marcinelle riceve poche visite ma molte lettere di fanatici, purtroppo adolescenti, che lo credono innocente [Lintern@ute.com] • Contrario alla pena dell’ergastolo, il suo avvocato, Bruno Dayez – che nel 2016 ha pubblicato il libro Pourquoi libérer Dutroux (Perché Dutroux va liberato), spera di riuscire a ottenere la libertà vigilata nel 2022: «La prigione è solo un dimenticatoio sociale. Non può essere reinserito nella società. Ecco perché troverò una comunità religiosa che accetterà di fargli raccogliere carote e che lo proteggerà di chi vuole fargli la pelle».
Titoli di coda «Non fatelo uscire. È un mostro. Deve marcire all’inferno» (Jeanine Lauwens, madre di Marc Dutroux).