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 2021  dicembre 23 Giovedì calendario

Ritrato di Ildegarda di Bingen

«Osservati: tu hai in te il cielo e la terra». E ancora: «Con l’aiuto della natura, l’uomo può trovare nella creazione tutto quello che gli serve per la vita». Queste parole senza tempo sono state pronunciate da una grande mistica, Hildegard von Bingen, ovvero Ildegarda di Bingen, che papa Giovanni Paolo II ha definito la profetessa della Germania, colei «che non esitò a uscire dal monastero per incontrare, intrepida interlocutrice, vescovi, autorità civili, e lo stesso imperatore». Teologa, scrittrice, erborista, musicista, guaritrice, filosofa, consigliera politica, gemmologa, pensatrice, artista, farmacologa e altro ancora, questa donna nata in pieno Medioevo è dotata di una tale poliedricità e duttilità, da far impallidire il multitasking, la cosiddetta interdisciplinarietà di cui oggi si pensa di detenere il primato e l’intuizione.
LA FAMIGLIA
Ildegarda nasce nell’estate 1098 (o forse nel 1103) in Renania, da una famiglia nobile e ricca, ed è l’ultima di dieci fratelli. Destinata al chiostro, mandata a otto anni nell’Abbazia benedettina di Disibodenberg, viene educata da una monaca, sempre aristocratica, Jutta di Spanheim. Già da bambina comincia ad avere delle visioni, spesso terrificanti, e delle intuizioni sul futuro che la condizionano e di cui parlerà solo in seguito. Nel 1141 diventa badessa del suo monastero. Decide di aprirsi al mondo, vuole contrapporre al classico modello claustrale un maggior legame con l’esterno, che ritiene più utile. Mette per iscritto le sue visioni in Sci vias (letteralmente, Conosci le vie), nel quale ammonisce i potenti del tempo, fra cui il pontefice e l’imperatore.
LE CRITICHE
Non tutti apprezzano, anzi le critiche contro la Sibilla tedesca sono forti, ma Bernardo di Chiaravalle e Eugenio III prendono le sue parti. Ildegarda ottiene dal Papa l’autorizzazione a predicare e insegnare in pubblico, il che è incredibile per una donna del Medioevo, epoca nella quale predominavano le figure maschili. Le figure femminili che si affermano sono infatti dotate di caratteristiche e tempra fuori dal comune. Oramai molto nota, Ildegarda fonda un monastero a Rupertsberg, nei pressi di Bingen, vicino Magonza. Ha in mente una comunità autonoma, un’azienda modello, in grado di vivere e mantenersi da sola, non controllata da un vescovo né da un altro monastero.
LO SPLENDORE
È anche una donna di potere, attenta alla gestione del convento, capace di imporsi su interlocutori di grande autorevolezza. Vuole, fra l’altro, che le monache rendano lode e gloria al Signore non per mezzo della povertà, bensì attraverso lo splendore, la bellezza (anche artistica), tanto che nelle celebrazioni indossano vesti ricche e gioielli raffinati. Come scrive lo studioso Roberto Roveda, il nuovo monastero era l’esaltazione degli ideali aristocratici ed elitari di Ildegarda. Fa di Rupertsberg un punto di incontro, dove arrivano persone da tutta Europa, sia per ascoltare riflessioni sulla filosofia, la teologia, la scienza e la politica, sia per essere curati, dato che lei è la più grande esperta di utilizzo di erbe a scopi terapeutici. Ancora oggi ci sono cliniche ispirate ai suoi principi curativi.
IL PARADISO PERDUTO
Ildegarda scrive lettere e libri, risponde a quesiti teologici, discetta con competenza degli argomenti più diversi. Fra l’altro, redige un manuale clinico, un’opera morale, due trattati enciclopedici sulle conoscenze mediche e botaniche, la cosiddetta trilogia profetica, che comprende il Liber divinorum operum, dove si parla della relazione fra Dio e l’umanità. Un altro campo in cui è molto versata è la musica, che considera un modo per ritrovare l’Eden, il Paradiso perduto. Di lei restano composizioni straordinarie per modernità, che ricordano i Canti gregoriani. Inventa inoltre una lingua segreta, la lingua ignota, che potrebbe forse essere un tentativo di creare un idioma universale, una specie di esperanto. Ancora, esprime un pensiero filosofico originale, al centro del quale c’è la ricerca dell’equilibrio, sia fisico sia spirituale, nonché una relazione armoniosa con il creato.
LA VIRIDITÀ
Fa riferimento al principio di viridità – viriditas è il vigore, la freschezza; viridis la verdezza, essere verde – ovvero uno stato di armonia, di pienezza, che è appassito con il peccato, e deve essere ritrovato per tornare alla primigenia armonia fra il creato e il Creatore. Nei suoi ultimi anni fonda un nuovo convento, a Einbingen, ma i rapporti con le autorità ecclesiastiche si fanno più tesi e il monastero viene colpito da interdetto. Ildegarda, che si è definita una piuma abbandonata al vento della fiducia di Dio, muore il 17 settembre 1179.
Solo secoli dopo viene canonizzata, proclamata Santa da papa Benedetto XVI nel 2012, riconosciuta quale Dottore della Chiesa universale. Papa Francesco ne ha istituito il 17 settembre la memoria facoltativa per tutta la Chiesa. Ancor oggi, affascina molto. È la protagonista di film, documentari, musiche. Personaggio leonardesco per la gamma di talenti, è stata al tempo stesso una donna capace di combattere per i propri principi: non a caso Ildegarda significa protettrice delle battaglie.