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 2021  dicembre 23 Giovedì calendario

Migranti, metà degli europei è a favore dei muri

Confusa, impaurita, divisa: è l’immagine dell’Europa di fronte al fenomeno dei grandi flussi migratori. Dove quasi la metà dei cittadini immagina di innalzare muri per difendersi dagli stranieri illegali ed una grande maggioranza – da nord a sud, da ovest ad est del continente – ritiene che il livello d’immigrazione sia “troppo alto” nei rispettivi Paesi (e nell’Unione europea nel suo complesso). Altrettanti sono certi del fatto che l’arrivo degli stranieri rappresenti una minaccia alla propria “identità nazionale”.
A sei anni dalla grande crisi migratoria del 2015, fa riflettere il quadro che emerge oggi dal sondaggio realizzato da YouGov in esclusiva per Repubblica e la Leading European Newspaper Alliance in dieci Paesi (Germania, Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Svezia, Belgio, Svizzera, Polonia e Ungheria). Un dato sopra tutti: il 60% degli intervistati afferma che vi è “troppa immigrazione” nei rispettivi Paesi. È un’opinione sostanzialmente condivisa in gran parte del Vecchio Continente: in Italia cresce al 77% del campione, seguita dalla Spagna al 75% e dalla Svezia al 73%, mentre è più contenuta in Germania (al 67%), in Francia (al 66%) e nel Regno Unito (al 51%). Di contro, apparentemente è un paradosso la risposta al quesito in Polonia e in Ungheria, i cui governi spiccano per rigidissime politiche anti- migranti: qui la quota di coloro che trovano eccessiva la presenza di stranieri si riduce rispettivamente al 39% e al 34%, numeri che a detta degli analisti di YouGov si spiegano con il fatto che si tratta di Paesi più di “transito” che di permanenza. Ad uno sguardo più attento, tuttavia, si scopre che nelle stesse Polonia ed Ungheria schizza in alto il numero di cittadini che considera un’ottima soluzione la costruzione di muri per bloccare i migranti irregolari: rispettivamente sono il 58% ed il 71%. Lo scenario cambia nell’Europa centro- occidentale: in Germania i “pro-muro” sono il 48%, tra i francesi e gli spagnoli lo è solo il 36, tra belgi ed elvetici si scende al 31 e al 28%.
È uno schema che si replica nelle risposte sulla “minaccia all’identità nazionale”: in Ungheria è quel che pensa il 53% della popolazione, in Polonia il 46%, ma la percentuale precipita al 35% in Spagna, al 37% nel Regno Unito, ma torna a crescere al 44% in Italia e al 43% in Svizzera. Patrick English, research manager di YouGov, non ha dubbi: «Complessivamente in Europa il 45% pensa che l’immigrazione costituisca una minaccia all’identità, il 48% è convinto dell’opposto: il che riflette una forte divergenza di pensiero e la mancanza di chiarezza sul tema migranti». Differenze, come quella sui muri, che hanno anche a vedere con l’esperienza d’immigrazione dei singoli Paesi: quelli dell’est, per esempio, “scontano” il fatto di coincidere con le frontiere esterne dell’Ue.
In compenso, la maggioranza degli europei è convinta che gli stranieri rifiutino di integrarsi: risponde così il 51% degli italiani, il 50% degli svedesi, il 46% dei tedeschi e il meno sorprendente 57% degli ungheresi. Per quanto riguarda le preoccupazioni suscitate dall’immigrazione, al primo posto svetta quasi ovunque in Europa il timore di un aumento del crimine: è del 47% il dato complessivo nei dieci Paesi della rilevazione, che cresce al 52% in Germania, al 53% in Italia, addirittura al 64% in Svezia. Più bassa la percezione di un rischio di “intolleranza culturale” o religiosa, con percentuali che quasi ovunque oscillano poco sopra il 30%. Sicuramente inferiore a qualche anno fa il tasso (anche questo intorno al 30%) di chi vede al primo posto “il rischio terrorismo”, con la consueta eccezione delle risposte date alle latitudini di Budapest (al 54%). Sull’Italia nel sondaggio You-Gov spiccano due dati. Primo, in diversi quesiti le risposte divergono drammaticamente a seconda della affiliazione partitica: arriva infatti al 91% la quota di elettori di Lega e Fratelli d’Italia convinti che vi è “troppa immigrazione” nel Paese, contro il 63% di chi vota Pd. Secondo, mentre sul giudizio incide notevolmente il livello di reddito (in questo gruppo è il 77% a temere il numero dei migranti), si fa notare il fatto che la “minaccia immigrazione” è decisamente meno percepita al sud e nelle isole che al nord e al centro (38% contro il 47%). Sorprendente, visto da Lampedusa.