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 2021  dicembre 21 Martedì calendario

Intervista a Morgan (dopo Ballando)

Il vincitore morale di Ballando con le stelle di Rai1 appena concluso, è certamente Morgan. Non tanto e non solo per le qualità di ballerino che ha rivelato ma soprattutto per aver contraddetto quella nomea di sfasciatutto che gli è stata appiccicata addosso. Marco in arte Morgan, è rimasto fino alla fine e si è giocato la finale aggiudicandosi la medaglia di bronzo. Liti tante, certo, con una giuria composta proprio per essere divisiva. Ma come dice lui, è spettacolo nello spettacolo.
Morgan, che esperienza è stata?
«Bellissima, alternativa. Un importante riavvicinamento all’intrattenimento del servizio pubblico, alla rete ammiraglia. Vede, in X Factor di epoca Rai, io avevo un ruolo preciso, tra lo show e la divulgazione musicale. Con la stessa serietà di quella che mi portava a far conoscere David Bowie o Lou Reed, qui ho cercato di costruire dei momenti di arte. Il ballo è una disciplina che mi mancava, sono grato di quello che mi è stato messo a disposizione, qualcosa di magico».
Con la sua insegnante Alessandra Tripoli ha avuto qualche frizione?
«Ma no, si è creato un sodalizio umano e professionale perfetto. Non ero abituato ad essere allievo, una piacevole novità, in dieci settimane ho imparato dieci balli diversi, mentre la gestione del palco è campo mio».
Questo connubio di elementi felici l’ha portata a «sbroccare» meno?
«Lo "sbrocco" ha tanti perché riassumibili nel fatto che ci si trova davanti a gente poco libera, non incline allo stupore dell’imprevisto e dunque non disposta a lasciare che gli accadimenti la portino altrove. La gente non è più abituata, in questo clima».
Parliamo di paura da Covid?
«Non solo. L’Italia degli ultimi vent’anni è pavida e poco incline all’arte. La Rai ha strumenti di incredibile versatilità che pochi sanno usare, infatti ho proposto cose diverse. Sono grato a Milly Carlucci che mi ha dato la possibilità e la libertà di stupire il telespettatore».
Eppure da lei ci si aspettava molto più di qualche innocua baruffa legata alle votazioni ingenerose nei suoi confronti
«Contro di me solo pregiudizi presto sfatati, diffamazioni di malelingue».
E adesso?
«Adesso Morgan è pronto per un programma tutto suo in cui mettere passione sfrenata, musica, società, persone, incontri. Me la vorrei giocare sul campo, mettendoci anche la danza. Perché io ho vinto. Il concetto di vittoria è morale, personale, è l’arte che vince sull’oblio e la misantropia. Ad essere atrofizzato è il sistema che ha impedito a Rossi Albertini di parlare di scienza. Un momento di valore».
Forse per problemi di ascolti. Così Ballando ha stracciato lo show di Baglioni su Canale 5.
«Lo show di Baglioni è andato male ed era un capolavoro, bisogna dirlo in piena sincerità e bisogna che queste operazioni si continuino a produrre».
Il momento reality sul privato come l’ha vissuto?
«Non lo amo ma bisogna accettarlo. Di mio non parlerei della famiglia e non mostrerei foto dei genitori. Ma fa parte dell’estetica che oggi si usa e a me piace essere livellato alla normalità. Perché non sono come mi si vuole dipingere, assurdo, disturbante. Per chi scrive come me, l’anima va tutta nelle canzoni».
Ma almeno il gusto della polemica ce lo lasciamo?
«Le polemiche non mi piacciono e lo dico come autocritica. È brutto perdere il controllo. Ma devo stare al gioco dello spettacolo e usare le dinamiche dell’intrattenimento».
Allora non ce l’ha davverocon la tanto vituperata giuria?
«È gente bravissima che ha dato il massimo in 16 anni a Ballando. Ora sarebbe giusto dare spazio ad altri, magari prendendosi un anno sabbatico».
Ma voi siete star che si mettono in gioco. Ci sta anche il giudizio più feroce da parte di chi non è proprio esperto di danza ma fa spettacolo.
«A X Factor Maionchi e Ventura hanno avuto sempre l’umiltà e la delicatezza di non addentrarsi in campi meno conosciuti, dissuadevano senza mai umiliare né offendere. Qui invece possiamo parlare di bullismo verso il gesto poetico».
Se tornasse indietro, rifarebbe quello che ha fatto a Sanremo con Bugo ?
«Non una ma mille volte lo rifarei se mi ritrovassi nelle condizioni estreme di mobbing in cui ero allora. È stata l’unica mossa possibile e intelligente che li ha messi di fronte alla loro nullità».