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 2021  dicembre 21 Martedì calendario

Come funziona il vaccino di Novavax

1 Perché il vaccino prodotto da Novavax è ritenuto più «sicuro» rispetto a quelli basati su mRna? 
Nuvaxovid, messo a punto dalla società biotech americana, sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti, ben conosciuta e utilizzata da decenni per produrre vaccini (somministrati anche a neonati) come quelli contro epatite B, meningococco B e Hpv. Rispetto ai vaccini a mRna, che istruiscono le nostre cellule a produrre la proteina Spike del coronavirus, Nuvaxovid introduce direttamente nell’organismo la proteina Spike, messa a punto in laboratorio in una linea cellulare di mammifero. Utilizzando vaccini a base di proteine ricombinanti si attiva solo la risposta immunitaria, saltando la fase di produzione della proteina Spike da parte delle nostre cellule. «L’idea che questa metodica di vecchia generazione sia più sicura perché non utilizza materiale genetico è sbagliata – afferma Sergio Abrignani, ordinario di Patologia generale e immunologia all’Università Statale di Milano e direttore dell’Istituto «Romeo ed Enrica Invernizzi» —. Abbiamo infatti le prove definitive che i vaccini a mRna sono estremamente sicuri ed efficaci. Se però il vaccino di Novavax potrà aiutare a superare i dubbi di alcuni esitanti, ben venga». 
2 Cosa sappiamo sulla sua efficacia? 
Sono stati fatti due studi di fase 3. Nel primo, condotto nel Regno Unito su 14 mila persone dai 18 anni in su, il vaccino ha raggiunto un’efficacia complessiva del 90 per cento dopo due dosi, contro il Covid sintomatico. Dato confermato nel secondo trial, che ha arruolato 30 mila partecipanti negli Stati Uniti e in Messico. La schedula prevede due dosi a distanza di 21 giorni e il vaccino è conservato a 2-8 gradi. Sono in corso studi per valutare l’efficacia dopo la terza dose. 
3 Possiamo sperare che Nuvaxovid difenda dalla variante Omicron? 
«Sappiamo che la protezione rimane buona con le varianti Alfa e Delta – sottolinea Abrignani —. Per quanto riguarda Omicron dobbiamo aspettare i dati sulla terza dose, ma è ragionevole attendersi un livello di efficacia pari a quello ottenuto con i vaccini a mRna, che esprimono la stessa Spike, quella del ceppo originario Wuhan. Quindi un’ ottima efficacia, superiore all’80 per cento, contro la malattia grave e una buona protezione dall’infezione. 
L’effetto sui no vax 
Prodotto con una metodica di vecchia generazione, potrà convincere gli esitanti 
4 Si potrà usare il vaccino proteico per il booster? 
Presumibilmente sì. Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Lancet ha confrontato l’efficacia di sette vaccini nella terza dose dopo Pfizer o AstraZeneca: Novavax si è mostrato sicuro ed efficace come booster. «Sappiamo che la vaccinazione eterologa contro Covid è più efficace dell’omologa – chiarisce Sergio Abrignani —. Inoltre, negli studi clinici, Nuvaxovid ha indotto una reazione immunitaria più robusta rispetto ai vaccini a mRna, a livello di anticorpi neutralizzanti, già con due dosi. Su questo va fatta una precisazione. La risposta immunitaria è composta da tre elementi: gli anticorpi neutralizzanti (prodotti dai linfociti B) e i linfociti T, che si suddividono in CD4 e CD8. I CD4, chiamati helper, sono le cellule chiave per l’innesco della risposta immunitaria. I CD8 sono i killer, ovvero uccidono le cellule infettate dal virus. Mentre i vaccini a mRna inducono la produzione di tutti e tre i componenti descritti, il vaccino proteico fa sviluppare solo gli anticorpi neutralizzanti e i linfociti CD4, non i CD8. Poiché l’efficacia del vaccino proteico è simile a quella dei vaccini a mRna si può concludere che la copertura dei vaccini anti Covid non richiede la produzione dei CD8. È sufficiente che questi linfociti si attivino quando è in atto l’infezione». 
5 Servirà un vaccino aggiornato per Omicron? 
Al momento non abbiamo certezze su questo punto, ma le aziende stanno già lavorando a nuove versioni dei loro preparati. «Bastano un paio di settimane, come dimostrato da Moderna con la variante Beta, per mettere a punto un nuovo vaccino a mRna. Per la produzione e la disponibilità del vaccino, come affermato da Pfizer, potrebbero servire fino a cento giorni – conclude Abrignani —. Per quanto riguarda quello di Novavax a base di proteine ricombinanti, i tempi potrebbero essere un po’ più lunghi, credo che servirebbero circa 6 mesi per avere pronta la nuova formulazione». 
6 Il vaccino proteico potrà essere usato anche nei bambini e negli adolescenti? 
Risposta immunitaria 
Ha indotto una risposta immunitaria più forte rispetto ai vaccini a mRna già con due dosi 
Finora gli studi clinici sono stati condotti solo su adulti, ma è ragionevole pensare che nei prossimi mesi Novavax condurrà trial anche nelle fasce di età inferiori, come accaduto per i vaccini a base di Rna messaggero.