Corriere della Sera, 20 dicembre 2021
Il futuro ufficio di Mattarella
L’andirivieni di commessi e addetti del Senato, al quarto piano di Palazzo Giustiniani, da un paio di giorni si è fatto più accelerato rispetto ai soliti ritmi. Ci sono le doverose bonifiche da effettuare, il controllo delle linee telefoniche, la verifica della rete Internet e dei cavi della televisione; e poi ci sono da smistare i pacchi in arrivo dal Quirinale, quelli con su scritto a caratteri cubitali «Giustiniani», separati dagli scatoloni che invece raggiungeranno il presidente della Repubblica uscente nell’appartamento romano (in zona Salario, tra Villa Ada e Villa Borghese) per cui il contratto d’affitto è stato sottoscritto qualche settimana fa.
Non che servissero ulteriori smentite alla voglia di «bis» del presidente Sergio Mattarella, dopo le prese di posizione pubbliche, dopo le note quirinalizie che classificano alla voce «congedo» visite come quella dell’altro giorno a Papa Francesco, dopo la ricerca dell’abitazione privata. Per gli increduli più ostinati, o per i pochissimi che sperano in un impossibile ripensamento in extremis, ecco servito il nuovo ufficio che il prossimo senatore a vita – un presidente della Repubblica emerito lo è di diritto – andrà a occupare tra qualche settimana.
Dal Colle al «piccolo Colle», come viene soprannominato Palazzo Giustiniani, collegato a Palazzo Madama da un corridoio sotterraneo che attraversa via della Dogana Vecchia, la strada (chiusa al traffico e perennemente presidiata dalle forze dell’ordine) che separa i due edifici. Al numero 29, a Palazzo Giustiniani appunto, lo stabile in cui si è scritta una delle principali pagine della storia italiana, con la promulgazione della Costituzione della Repubblica avvenuta il 27 dicembre 1947. Il capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, l’aveva scelto come residenza, anch’essa provvisoria, ma resa immortale dalle firme in calce alla Carta (oltre a De Nicola, quelle del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, del presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, del ministro guardasigilli Giuseppe Grassi); negli anni sarebbe diventato il palazzo che ospita i senatori a vita e i presidenti emeriti della Repubblica. Mattarella occuperà alcune stanze del quarto piano, le stesse in cui negli ultimi giorni stanno lavorando commessi e addetti di Palazzo Madama. E se i condomini della sua futura residenza privata saranno nuove conoscenze da fare nel corso del tempo, quelli con cui dividerà i corridoi di Palazzo Giustiniani il presidente della Repubblica uscente li conosce già. C’è Liliana Segre, da lui stesso nominata senatrice a vita; poi gli uffici di Carlo Rubbia, Elena Cattaneo, Renzo Piano, nominati da Giorgio Napolitano, che non frequenta gli uffici e il Senato da tempo; gli «inquilini» che presidiano quasi quotidianamente il palazzo sono Matteo Renzi, che ha avuto le stanze come unico ex presidente del Consiglio oggi senatore, Mario Monti (anche lui è stato presidente del Consiglio, ma degli uffici al «piccolo Colle» avrebbe avuto diritto già come senatore a vita) e Pier Ferdinando Casini (in qualità di unico ex presidente della Camera oggi senatore). Il regolamento di Palazzo Madama riconosce le prestigiosissime stanze di Palazzo Giustiniani anche a tutti gli ex presidenti del Senato degli ultimi dieci anni; nei corridoi che inizierà a frequentare tra un mese circa, quindi, Mattarella incontrerà Renato Schifani e Piero Grasso.
Il certosino lavoro di preparazione degli scatoloni, al Quirinale, è in corso da settimane, per nulla disturbato dalle voci di «Mattarella bis» ormai destinate a spegnersi definitivamente. I pacchi con la scritta «Giustiniani» hanno già iniziato il viaggio di un chilometro e cento metri esatti che separano in linea d’aria il Colle dal Piccolo Colle. Il presidente sta per diventare «emerito» e anche i suoi nuovi uffici sono quasi pronti. Quarto piano, due piani più su della stanzetta in cui, settantaquattro anni fa, veniva firmata la carta su cui ha giurato sette anni addietro.