Il Sole 24 Ore, 19 dicembre 2021
Storie di ciarlatani
Il ciarlatano è una persona che parla di argomenti che non conosce meglio dei suoi interlocutori, per cui trae vantaggio nel limitare il suo pubblico a coloro che hanno scarse conoscenze. Si tratta di un millantatore che sa di non sapere ciò di cui parla, ma, come la maggior parte dei bugiardi incalliti, a un certo punto si convincerà che le sue menzogne sono verità. È una persona che vive di inganni e autoinganni. Per avere successo deve essere intollerante verso tutti coloro che possono compromettere i suoi loschi affari e il suo delirante piano di diffondere credenze false alle masse. Sempre e in ogni epoca, osserva Grete de Francesco in un classico pubblicato nel 1937 e tradotto per i tipi di Neri Pozza, l’intolleranza rabbiosa del ciarlatano è diretta soprattutto contro la scienza, che è l’unico potere in grado di ostacolare la sua influenza.
Il libro non ha perso mordente. Rimane affascinante e ricco di riflessioni sulla credulità umana e sulla personalità o la psicologia di individui che sviluppano in modo spiccato la capacità di ingannare gli altri, inducendoli a credere vere cose che già intuitivamente risultano false. I ciarlatani sono bravi a navigare nella terra di nessuno dei fraintendimenti e degli equivoci, dove non ci si chiede se una cosa è vera o falsa: si cerca solo qualcosa in cui credere. Si tratta di un lungo saggio che cerca di far emergere il ciarlatano come un universale umano, una presenza ammorbante nelle società moderne. Nasce come riorganizzazione di articoli illustrati su temi di cultura medica (storia, antropologia, arte, etc) che negli anni 1930 aveva scritto per la rivista «Ciba magazine». Grete era nata Margarethe Weissenstein nel 1893 a Vienna. Sposò l’italiano Giulio de Francesco, con il quale visse a Berlino, Vienna, Salisburgo, Parigi e Milano. In quanto ebrea, col nazismo la sua vita era rischio. A Milano era spiata e si rifugiò in alcuni paesi di montagna, nascondendosi in un manicomio femminile per diversi mesi. Imprudentemente, tornò nel suo appartamento di Milano, dove fu arrestata dalle SS il 24 ottobre 1944. Deportata il 14 dicembre 1944 nel campo di concentramento di Ravensbrück, fu verosimilmente assassinata nel febbraio 1945.
Qualche recensore del libro pensava che fosse troppo impietosa verso i ciarlatani. E che il successo editoriale in Germania fosse dovuto al fatto che la presenza di un ciarlatano/dittatore, cioè Hitler, scatenasse la colpevolizzazione degli altri ciarlatani. Grete, in effetti, racconta con dettagli le esecuzioni di alcuni dei ciarlatani di cui scrive, ed è quasi compiaciuta quando fanno una brutta fine.
Dal Rinascimento alla fine del XVIII secolo la ciarlataneria prese forme via via diverse, funzionali per soddisfare le esigenze dell’epoca. Gli Stati avevano bisogno di oro per le loro casse? Ecco gli alchimisti pronti a trasmutare vili metalli in oro. Gli individui avevano bisogno di salute? Eccoli offrire pozioni. Gli uomini cercano forza e le donne bellezza e fertilità? Ecco che i ciarlatani offrivano, per un corrispettivo, la formula risolutoria del problema. Alchimisti, dentisti, medici, scrittori, ingegneri, malandrini, etc, quasi sempre esaltati e istrionici, incantavano e imbrogliavano con più o meno successo mercanti, politici, re, nobili, intellettuali e persone comuni. de Francesco racconta le storie di decine di loro, e ogni storia è unica, ma con numerosi connotati che la collegano alle altre. Sostiene che le vicende descritte nei secoli prima dell’Ottocento mostrino come i ciarlatani non siano mai smascherati dai circoli elitari di sapienti o politici, ma da persone che sono refrattarie alle manipolazioni e a un certo punto decidono di prenderli di petto e trascinarli giù dai loro piedistalli o palcoscenici sociali.
I ciarlatani sono ampiamente presenti nelle società della conoscenza. Addirittura, sono istituzionalizzati come dimostrano le pratiche legalizzate della biodinamica, gli omeopati, gli osteopati, gli psicoanalisti, etc. Negli anni in cui scriveva la de Francesco, una tesi sulla persistenza e l’aumento dei ciarlatani oggigiorno era che ci sono più persone semi-istruire. Una persona semi-istruita ha qualche informazione o anche molte, ma la sua conoscenza è priva di un’organizzazione. Non è in grado di analizzare in modo razionale la fondatezza di ciò che le viene detto o proposto, e aderisce a quello che si conforma con le credenze che le sono state impartire o con quelle del gruppo cui appartiene. Una persona semi-istruita ha una fede irrazionale nel realizzarsi delle sue aspettative nel futuro, per cui chiunque le parli in modo persuasivo di qualcosa e glielo presenti ben confezionalo sarà ascoltato e seguito come un prete della chiesa. Ci sono persone scettiche per natura e persone che hanno acquisito un modo critico di ragionare e questi non sono creduloni. Era chiaro già in quegli anni a filosofi come John Dewey e altri, che noi non insegniamo ai nostri fanciulli a pensare criticamente, per cui poi ce li ritroviamo che coltivano idee irrazionali.
In questi tempi di pandemie e intensa circolazione mediatica di ciarlatani, il libro di Grete de Francesca spiega con esempi storici in che modo il ciarlatano acquisisce, usa e conserva un suo particolare potere. I suoi metodi non sono cambiati ed è sempre utile averne consapevolezza.