Corriere della Sera, 19 dicembre 2021
Domande e risposte sul terremoto in Italia
Con quale probabilità un terremoto come quello di ieri può verificarsi anche oggi?
«Non abbiamo questa potenza di previsione, purtroppo, e una statistica certa non c’è – spiega il professor Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) —. Una scossa come quella di ieri oggi può ripetersi, come no, però se dovessi fare una statistica approssimativa direi che questi episodi precedono eventi più importanti con una percentuale che va dal 2 al 3 per cento di probabilità, mentre per il 95 per cento dei casi si esauriscono con eventi minori. Tra l’altro, la scossa delle 11.34 con epicentro a Bonate Sotto, in provincia di Bergamo, e con magnitudo di 4.4, verso le 14 è stata quantificata dal punto di vista energetico a 3.9. Una differenza che corrisponde alla variazione che c’è tra magnitudo locale e magnitudo momento».
Ce la spiega in parole semplici?
«La magnitudo locale calcola il dato medio delle stazioni che registrano le oscillazioni con il sismometro e corrisponde grosso modo alla vecchia magnitudo Richter; la magnitudo momento è invece una magnitudo più precisa e cerca di calcolare la quantità di energia che viene liberata con una formula matematica. Quella di ieri è stata di 3.9, appunto».
La stessa che, un anno fa, il 17 dicembre 2020, era stata registrata in provincia di Milano alle 16.59. Milano è in una zona sismica?
«L’evento dell’anno scorso era a Sud di Milano, in una zona molto diversa rispetto a quella investita ieri dal terremoto: aveva l’epicentro a 4 km da Pero, a 56 km di profondità e con un’altra struttura tettonica. Milano si trova nella Zona 3 della classificazione sismica dell’Italia, con alcune aree in Zona 4, quindi la pericolosità sismica del Milanese è considerata «bassa» e i terremoti sono eventi rari. La mappa può trarre però in inganno perché indica una probabilità di eventi. In pratica significa che anche nella Zona 3 ci possono essere eventi forti e che possono arrivare anche a magnitudo 6, solo che magari avvengono ogni 2.000 anni, per quanto ne sappiamo. A Verona, nel 1117, c’è stato il terremoto più forte conosciuto nel Nord Italia e fu di magnitudo 6.5. A Caviaga, in provincia di Lodi, a metà del 1951 ce ne fu un altro di magnitudo 5.4».
Cosa è successo esattamente ieri a Milano?
«Il fronte Sud delle Alpi, quello vero, non le montagne che si vedono a nord della città, si trova anche sotto la città di Milano perché è sepolto sotto i sedimenti della Pianura Padana e continua verso Bergamo. Quello di ieri è stato un terremoto di tipo compressivo. Vuol dire che è la placca adriatica che si avvicina relativamente di 1 o 2 millimetri all’anno rispetto alla placca europea. Una velocità molto lenta rispetto ai movimenti delle grandi placche in Giappone o nelle Ande dove le velocità possono raggiungere anche gli 8 o 9 centimetri l’anno, cioè 80 volte più veloci. Quello di Milano è stato un terremoto più moderato che però può arrivare anche a eventi forti ma rari».
Qual è quindi la pericolosità di eventi come quello di ieri?
«L’evento, abbastanza profondo, si è sentito in un’area abbastanza larga e le oscillazioni hanno investito anche Milano. A mio avviso è un richiamo utile a fare prevenzione e quindi a costruire gli edifici in modo antisismico. Il sisma bonus che lo Stato dà a tutti gli italiani che vogliono rendere la loro casa più resistente ai terremoti dovrebbe essere uno stimolo a utilizzare questa opportunità fiscale».
Quanti terremoti di questa entità ci sono stati a Milano e Lombardia negli ultimi anni?
«In Italia ci sono in media all’anno 15-20 eventi di magnitudo tra 4 e 5 e quindi è un evento del tutto naturale ed è considerato abbastanza leggero. A Milano e in Lombardia dal 1985 invece una cinquantina. Un monito per ricordare ai milanesi che anche nella loro città ci possono essere eventi sismici con una frequenza non certamente alta ma di entità anche importante”.
La scossa, a Milano, può essere stata avvertita in maniera differente nelle varie zone della città?
«Sì, la differente percezione del fenomeno dipende da come sono state costruite le case, ma quello che cambia moltissimo è il tipo di suolo dove si trovano. Ci sono suoli dove il segnale viene amplificato e altri, invece, che attenuano il segnale».