Il Sole 24 Ore, 18 dicembre 2021
Un altro anno da record per il carbone
È la più sporca delle fonti fossili e la principale causa del cambiamento climatico. Complice la ripresa economica e l’aumento dei prezzi del gas, il suo consumo corre però verso nuovi record. Quest’anno, la generazione di elettricità da carbone è destinata a crescere del 9% rispetto al 2020, secondo un rapporto pubblicato ieri dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea).
Un’inversione di tendenza rispetto al calo dei due anni precedenti, che minaccia l’obiettivo della neutralità climatica (zero emissioni nette di anidride carbonica) entro il 2050. «Il carbone è la più grande fonte di emissioni di CO2 e il livello storicamente elevato di generazione di energia da questo combustibile è un segnale preoccupante di quanto il mondo sia lontano dai suoi obiettivi climatici», afferma il direttore della Iea, Fatih Birol. «Senza azioni forti e immediate da parte dei Governi, avremo poche possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi», il tetto massimo indicato dalla scienza per contenere gli effetti del surriscaldamento globale.
Il carbone è la principale fonte di generazione elettrica e la seconda fonte di energia primaria. Nel 2021, la sua quota nel mix energetico globale sarà del 36%, comunque cinque punti al di sotto del picco del 2007, grazie alla crescita delle rinnovabili. Gli incrementi maggiori, secondo la Iea, si registrano negli Usa e nella Ue, con aumenti del 20%, non sufficienti però a riportare i consumi ai livelli del 2019. Un rimbalzo transitorio, secondo l’Agenzia. Al contrario, una crescita del 12% in India e del 9% in Cina spingerà la generazione di energia da carbone a livelli record nei due Paesi, che insieme ne rappresentano due terzi del consumo mondiale.
Alla Cop26, la Conferenza Onu sul clima di Glasgow, l’India, spalleggiata dalla Cina, si è opposta fino all’ultimo al tentativo di inserire lo stop al carbone nella dichiarazione finale. New Delhi è riuscita ad annacquare una formulazione già blanda e a ottenere che invece di «abbandono graduale» (phase out), nel documento comparisse l’espressione «riduzione graduale» (phase down). Proprio a Glasgow, il premier Narendra Modi ha impegnato il Paese a raggiungere la neutralità climatica nel 2070. L’India rappresenta oltre il 10% del consumo mondiale di carbone. La Cina ne brucia più della metà e si è impegnata a ridurne l’utilizzo solo dopo il 2025. Pechino è tra i principali investitori nelle fonti verdi e si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica nel 2060, ma resta il più grande produttore e importatore di carbone.
La Iea prevede che nel 2024 le emissioni di CO2 generate da carbone saranno almeno di tre miliardi di tonnellate più alte rispetto a quanto necessario per raggiungere lo zero netto entro il 2050. L’Agenzia stima che il picco nel consumo di carbone possa arrivare nel 2022.
Il report prevede che tra il 2021 e il 2024, il suo utilizzo nella generazione elettrica salirà del 4,1% in Cina, dell’11% in India (per effetto della più robusta crescita economica e delle necessità di elettrificazione del Paese) e del 12% nel Sud-est asiatico. Negli Stati Uniti, nello stesso periodo, è previsto un calo del 21% e del 30% nell’Unione Europea.
Quest’anno, la domanda complessiva di carbone, per la generazione di energia e per la produzione di cemento e acciaio, è destinata a crescere del 6% e nel 2022 potrebbe far registrare nuovi livelli record.