la Repubblica, 18 dicembre 2021
Lucano, un furbo travestito da falso innocente. Le motivazioni della sentenza
«Il dominus indiscusso» di un sistema che «ha strumentalizzato l’accoglienza a beneficio della sua immagine politica». Il capo «di un sistema clientelare». È un ritratto lontano anni luce da quel Mimmo Lucano che in tanti hanno imparato a conoscere quello che emerge dalle novecento pagine che il giudice di Locri, Fulvio Accurso, ha messo insieme per spiegare perché lo abbia condannato a 13 anni e 2 mesi. Una pena quasi doppia rispetto a quella invocata dal procuratore Luigi D’Alessio e dal pm Michele Permunian.La tesi è che a Riace ci sia stato un modello virtuoso di accoglienza, ma nel tempo si sia trasformato in un sistema basato «su meccanismi illeciti e perversi, fondati su cupidigia e avidità», anzi «un vero e proprio arrembaggio ai finanziamenti». Per i giudici, i fondi destinati ai migranti sarebbero finiti in «progetti di rivalutazione territoriale che si sono tradotti in plurimi investimenti » necessari a Lucano per costruire clientele, «un trampolino di lancio per la sua visibilità politica» e persino una sorta di tesoretto per il futuro. E le sue tasche notoriamente bucate? «Mera apparenza». Si infuria Lucano: «Se io mi sono arricchito, dove sono questi soldi?». Amareggiato, sottolinea «non mi aspettavo complimenti ma neanche bugie per giustificare la condanna. In appello si ristabilirà la verità».