la Repubblica, 18 dicembre 2021
Steve Easterbrook, l’ex ceo di McDonald’s, ha restituito i 105 milioni di buona uscita. Nella sua mail aziendale c’erano le foto osé delle sue amanti
NEW YORK – Si dice che dove c’è il fumo, in genere c’è anche il fuoco. Nel caso di Steve Easterbrook il proverbio ha trovato conferma, non solo perché sotto al fumo delle accuse di natura sessuale c’era il fuoco di un malcostume diffuso, che ha costretto l’ex capo della McDonald’s a restituire 105 milioni di buonuscita, ma anche perché l’intera etica della compagnia è finita in discussione. A dimostrazione che i tempi stanno cambiando, e una grande azienda non può più preoccuparsi solo dei prodotti e come venderli, ma ha una responsabilità ben superiore alla sua ragione sociale.
Easterbrook è un manager britannico che dal 2015 al 2019 aveva guidato uno dei marchi Usa più emblematici. Aveva avuto successo, perché cambiando i menù e introducendo la tecnologia era riuscito a raddoppiare il valore delle azioni. Nello stesso tempo, però, si era preso libertà che la cultura aziendale di McDonald’s non tollerava, tipo avere una relazione consensuale con una dipendente. Il board aveva scelto di evitare lo scandalo e quindi aveva raggiunto un accordo col suo ceo che prevedeva il licenziamento senza giusta causa, in modo da poter ricevere la buonuscita. Easterbrook aveva intascato 41 milioni di dollari in azioni, e il presidente Chris Kempczinski aveva preso il suo posto.
La questione sembrava conclusa, e magari qualcuno avrà obiettato che se il rapporto era tra adulti consenzienti, perché mai il consiglio di amministrazione avrebbe dovuto impicciarsi? McDonald’s però aveva continuato l’inchiesta, scoprendo altre verità. Le relazioni pericolose di Easterbrook erano state in realtà almeno tre, e lui si era dilettato di riprendere «dozzine di fotografie e video nudi, parzialmente nudi o sessualmente espliciti di varie donne, comprese dipendenti dell’azienda, che aveva inviato come allegati ai messaggi dal suo account e-mail aziendale a quello personale». Non solo, ma una di queste amanti aveva ricevuto un premio considerevole in azioni della compagnia.
Queste novità hanno cambiato tutto, perché consentivano di licenziare il ceo per giusta causa, in quanto aveva mentito durante l’investigazione interna. E quindi recuperare la buonuscita, che nel frattempo aveva superato il valore di cento milioni, perché le azioni erano salite da 193 a 264 dollari. Gli “Archi dorati” avevano fatto causa all’ex capo, che aveva risposto accettando di litigare.
Ora entrambi sono scesi a più miti consigli e hanno trovato l’intesa extragiudiziale. Easterbrook si è scusato e ha restituito 105 milioni di dollari, ma in cambio ha evitato problemi legali più gravi e l’obbligo di non lavorare per la concorrenza. La lezione però va oltre il suo caso personale.
Con Kempczinski McDonald’s ha continuato a prosperare, navigando bene la pandemia e arrivando a oltre 23 miliardi di ricavi quest’anno. Svariate cause di molestie sessuali e discriminazioni razziali hanno però colpito l’azienda, a dimostrazione che la sua cultura non è proprio solida, e lo stesso ceo è stato costretto a scusarsi dopo aver mandato un messaggio al sindaco di Chicago Lori Lightfoot, in cui accusa va i genitori di un bambino nero e uno ispanico uccisi dalla polizia di essere responsabili delle loro morti. Sotto al fumo dunque c’è il fuoco di un esame di coscienza, che McDonald’s ha appena cominciato.