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 2021  dicembre 18 Sabato calendario

Intervista a Dan Staner. Promette un vaccino contro la variante Omicron in tre mesi

«Dobbiamo affrontare l’inverno. E l’unica soluzione rapida per contrastare Omicron oggi è la terza dose». Dan Staner, vicepresidente e responsabile del ramo europeo dell’azienda americana Moderna, prevede che un vaccino specifico per la nuova variante sia pronto verso giugno. «Ma siamo ancora nella fase dei test di laboratorio.
Non abbiamo preso una decisione ufficiale. In compenso sappiamo che la terza dose riporta in alto il livello degli anticorpi e protegge anche contro Omicron».
Ma quanto durerà la terza dose? Israele con Pfizer vede già un nuovo declino.
«Noi stiamo testando proprio in questo momento il siero dei primi vaccinati con la terza dose. Sono persone immunizzate a settembre negli Stati Uniti e vogliamo vedere l’efficacia dei loro anticorpi a contatto con Omicron. Abbiamo osservato che con due dosi il calo della protezione nei confronti della nuova variante è significativo. Solo dopo aver capito quali sono i risultati della terza dose prenderemo una decisione su cosa fare in futuro».
Quali sono le opzioni?
«Secondo Anthony Fauci la terza dose di un vaccino a Rna è sufficiente a contrastare la variante. Vediamo anche che il richiamo con Moderna dopo un primo ciclo con un altro tipo di vaccino ha un’efficacia molto alta.
Noi portiamo avanti diverse altre analisi in parallelo. Studiamo una dose da 100 microgrammi, equivalente a quella della prima e della seconda dose, ma doppia rispetto alla terza che è di 50 microgrammi. Valutiamo poi la possibilità di mettere a punto un vaccino specifico per Omicron. E testiamo due versioni di vaccino multivalente. Uno è composto dal vaccino originale realizzato con il ceppo di Wuhan più un vaccino adattato per la variante Beta. Un altro contiene il vaccino adattato per Beta e quello adattato per Delta».
Che senso ha se Beta non ha mai preso piede e Delta sta per essere soppiantata da Omicron?
«Omicron ha circa 30 mutazioni sulla spike. Alcune sono comuni anche a Delta e le conferiscono maggior contagiosità. Altre sono comuni sia a Beta che a Delta e sono responsabili di un calo più rapido dell’efficacia dell’immunità, sia nelle persone guarite che in quelle vaccinate. Per questo pensiamo che i vaccini multivalenti possano essere utili anche contro Omicron».
A chi spetta la decisione di produrre un nuovo vaccino?
«In ogni caso a noi, al nostro ceo.
Ma sappiamo che più c’è circolazione del virus, più rischiamo di veder emergere nel frattempo una nuova variante. Per produrre un vaccino aggiornato a Omicron ci vogliono meno di tre mesi. Ma poi non sappiamo che tipo di informazioni ci chiederanno le autorità regolatorie. Basterà il fatto che abbiamo usato la stessa tecnica dei vaccini attuali, somministrati a 250 milioni di persone, per considerare sicura anche la nuova versione? O dovremo condurre dei test su dei volontari per dimostrarlo? Dipende dalle autorità regolatorie di ciascun paese, che potrebbero anche avere richieste diverse fra loro. Da questo dipendono i tempi per l’approvazione di un vaccino adattato a Omicron».
Anche senza Omicron, la durata dell’efficacia dei vaccini è stata inferiore a quanto ci aspettassimo. Oggi in Italia ci troviamo con oltre l’80% di vaccinati eppure i casi sono oltre 25mila. Cosa è successo?
«Il vaccino è stato preparato prendendo a modello il virus di Wuhan. Poi abbiamo avuto la Delta, ora Omicron. È passato un anno e mezzo e il susseguirsi delle varianti ha progressivamente eroso la protezione. Ma non l’ha cancellata del tutto. Per questo oggi, in attesa di capire quale sarà la strategia migliore, l’unica strada è accelerare con le somministrazioni. Io ho appena fatto la terza dose con mia moglie. Dopo il richiamo il numero di anticorpi neutralizzanti aumenta notevolmente e sappiamo che più anticorpi equivalgono in ogni caso a più protezione».
A che punto sono le discussioni per produrre il vaccino in Italia?
«Abbiamo trattative in corso con vari governi, ma non posso rivelare se fra loro c’è anche l’Italia».
Ma perché non si procede una volta per tutte a un vaccino adattato a Omicron? È vero che il vostro contratto con la Commissione Europea vi obbliga a rivedere il vaccino in caso di arrivo di una variante preoccupante?
«Non posso rivelare i dettagli del contratto, che sono confidenziali, ma aspettiamo le risposte della scienza prima di decidere se partire o meno con la produzione di un nuovo vaccino adattato a Omicron. D’altra parte la circolazione del virus è intensa oggi e sappiamo che più ci sono contagi, più è probabile che un’ulteriore variante si sviluppi.
Con Omicron vari test sono in corso, stiamo lavorando davvero a tutta velocità e penso che basteranno una o due settimane per saperne di più. Della nuova variante in fondo non sospettavamo nemmeno l’esistenza tre settimane fa».