Corriere della Sera, 18 dicembre 2021
Intervista a Marco Celada
Aveva previsto la pandemia con sette anni di anticipo. Lo fece in un’intervista uscita nel 2013 su un quotidiano nazionale, firmata da tale Stefano Lorenzetto. Disse: «Dal 2015 al 2021 ci sarà il periodo più negativo di questo secolo. Più che bellica, l’emergenza sarà ambientale e sanitaria, con lo scoppio di epidemie molto aggressive». Controprova: oggi ritorno con una mascherina chirurgica sul viso, e tre dosi di vaccino Pfizer in corpo, a casa di Marco Celada, trasferitosi nel frattempo da Cornaredo a Milano. Non vorrei mandarvi di traverso il panettone, ma, a suo dire, il peggio deve ancora arrivare: «Da febbraio a maggio, l’indice ciclico planetario raggiungerà il culmine della negatività, una situazione che mai più si ripeterà nel corso di questo secolo. Ma da giugno cominceremo a uscirne».
Laureato in Fisica cibernetica, Celada ha lavorato nella C3 agency della Nato presso L’Aia, in Olanda, agli ordini di Gert Retzer, il quale lo ha congedato con una lettera in cui gli dà atto di essere stato «uno dei primi membri» che ha «contribuito molto» all’Alliance ground sourveillance e ne loda «spirito di squadra, senso dell’umorismo e competenza tecnica». Da nove anni è diventato un astrological coach.
Che professione sarebbe?
«Leggo le energie di una persona e le metto in relazione con quelle del mondo esterno che ci alimentano. L’essere umano vive perché produce energia, ma non gli basta mai. Se non la ricaricasse periodicamente, diventerebbe un sasso».
Non vedo colonnine da cui attingerla.
«La riceviamo alla nascita e la memorizziamo a ogni compleanno, assorbendola dall’aria, dai fotoni, dal movimento dei pianeti, dalla materia oscura. Ma va ordinata. Se è disordinata, ci fa male».
Che accade il giorno del compleanno?
«La rivoluzione solare. È la foto del cielo in un istante preciso. Deve avvenire in un certo luogo, che va calcolato. Si chiama astrologia attiva. Dei miei ultimi 27 compleanni, ne ho trascorsi in Italia solo tre, a Milano, Lampedusa e Otranto».
Per quello del 2021 dov’è andato?
«A Merida, in Messico. In passato ero già stato a Ixtapa e ad Acapulco. E a Kangerlussuaq, 5oo abitanti, in Groenlandia. Anche a Boston, Rodrigues alle Mauritius, Van in Turchia, San Paolo del Brasile, Bombay, Agadir, Bíldudalur in Islanda, Auckland, Seul, Malé alle Maldive».
Beato lei.
«Mica tanto. Andato e tornato da Merida in tre giorni e mezzo. Un’agenzia immobiliare ha combinato un sopralluogo per un alloggio in vendita, altrimenti come turista non sarei potuto entrare».
Il luogo più lontano che ha raggiunto?
«Kodiak, Alaska, 11 ore di fuso orario. Per il prossimo compleanno dovrò tornare lì, ad Adak, nell’arcipelago delle Aleutine. Mi servirà un volo privato».
Come fece a prevedere il Covid-19?
«Non solo quello. Pure l’emergenza climatica che ha costretto l’Onu a correre ai ripari con la Conferenza di Glasgow. Bastava esaminare l’indice ciclico planetario, una sorta di elettrocardiogramma della Terra. La sinusoide si ottiene calcolando le distanze dei pianeti fra di loro. Quando si allontanano, il ciclo è positivo; quando si avvicinano, è negativo».
Nel 2013 mi disse: «Sono appiccicati».
«È ancora così. Il valore medio della distanza dalla Terra equivale a un bioritmo. Stiamo parlando di un calcolo trigonometrico. Astrologico, non astronomico. Nei 360 gradi dello zodiaco, oggi i pianeti sono tutti raggruppati nell’arco di 100-120 gradi, quindi l’indice ciclico planetario è basso. Una grossa sventura. Che però ha anche un risvolto positivo».
Non mi tenga sulle spine.
«L’accelerazione della ricerca scientifica su Dna e Rna, spinta dalla necessità di trovare i vaccini contro le varianti del coronavirus, porterà nel 2022 a nuovi farmaci per la cura dei tumori».
Ma come fece a capire che le avversità astrali avrebbero prodotto la pandemia?
«Poiché la criticità investiva l’intero pianeta, ed escludendo la terza guerra mondiale, non poteva che trattarsi di un problema sanitario o ambientale. Già André Barbault intorno al 1960 aveva intuito questa congiuntura sfavorevole».
Il fondatore dell’astrologia attiva.
«Esatto. È lo scienziato che previde la caduta del Muro di Berlino. È morto nel 2019, all’età di 98 anni. Lui aveva ipotizzato che entro il 2025 nelle università d’Europa si sarebbe tornati a studiare l’astrologia, come accadeva un tempo negli atenei di Padova e Bologna».
Previsione azzardata.
«Non direi. Alla Statale di Milano è in corso uno studio sulla reintroduzione di questa materia. Sono stati coinvolti i migliori astrologi del nostro Paese».
E il più bravo chi sarebbe?
«Ciro Discepolo, un giornalista napoletano nato nel 1948. Scriveva per Il Mattino. Ha lavorato al Consiglio nazionale delle ricerche».
Dopo la funesta profezia fattami otto anni fa, ha preso qualche precauzione?
«Ho già prenotato la terza dose di vaccino. E ho studiato la biorisonanza, che fornisce informazioni sugli squilibri nei segnali elettromagnetici, all’origine delle malattie. Il corpo umano è fatto per il 70 per cento di acqua e per il 93 per cento costituito da molecole di tale liquido. L’astrologia le mantiene in ordine ed esse, attraverso la biorisonanza, a loro volta conservano in salute gli organi».
In quel nostro primo incontro sosteneva che all’Italia sarebbe servito «un premier astrologicamente marziale».
«Beh, ha trovato un capo dello Stato. Sergio Mattarella non lo dimostra per carattere, ma è un uomo marziale. Ha Marte sul discendente. È severo. Se deve sgridare qualcuno, lo fa. Poi era arrivato Matteo Renzi. Stesse caratteristiche. Lui martella, rompe, divide, pretende».
Mario Draghi non è marziale?
«È nato a Roma il 3 settembre 1947, alle 16.30, con Giove nella decima casa natale, quella del successo, del lavoro. Ha valori legati alla gestione del denaro. È un uomo astrologicamente fortunato».
A partire da giugno ne usciremo
Liliana Segre andrà al Quirinale,
in attesa di Draghi. Conte non
decolla. Salvini non tocchi i soldi
Da che cosa lo deduce?
«Il primo pomeriggio del suo ultimo compleanno l’ha trascorso a Roma, dove la posizione dei pianeti in quel momento era favorevole, e solo in serata ha raggiunto Marsiglia per una cena con il presidente francese Emmanuel Macron».
Quindi?
«Lo do al 93 per cento come successore di Mattarella. Ma c’è un problema politico, più che astrologico. Draghi ha un mandato internazionale: è il garante dell’Italia. Il mondo non si fida dei nostri governi. Quindi, chi dopo di lui? Rischia di restare inchiodato a Palazzo Chigi».
Non sarebbe una botta di fortuna.
«A meno che per il Quirinale non si ricorra a una soluzione ponte, con l’elezione di una figura moralmente carismatica, che gli terrebbe in caldo la poltrona. Dai transiti planetari scorgo un nome».
Sono tutt’orecchi.
«Liliana Segre. La senatrice a vita ha già 92 anni. Si ritirerebbe prima dei 99».
Giuseppe Conte ha un futuro politico?
«Non decolla. È un bravo docente».
Di Beppe Grillo che mi dice?
«Ha valori Gemelli, è riuscito a incanalare la protesta popolare nell’alveo parlamentare. Ma ha fatto il suo tempo».
E di Matteo Salvini?
«Astrologicamente non bisogna mettergli in mano il portafoglio. Ha Nettuno e Saturno nelle case del denaro: pessima referenza. Non deve occuparsi di economia. Lo considero abile, mi è pure simpatico, ma cambia idea di continuo. È passato dalla Padania comunista alla destra sovranista. Ora è nella fase dorotea».
E di Giorgia Meloni?
«Come Draghi e Renzi, ha Giove in decima casa natale. Vedo per lei grandi opportunità nel 2023: potrebbe assumere la leadership dell’intero centrodestra».
Non può mancare Luigi Di Maio.
«Un vero governante. Non parlo di contenuti, ma di tema astrale. Con Plutone in decima casa natale, è il più politico fra tutti quelli che ho analizzato».
Ma che cos’è la decima casa, scusi?
«L’oroscopo natale è diviso in case: le fasce orarie della giornata. Sono 12».
Il lettore ha diritto a una nota leggera.
«L’Inter, segno dei Pesci, può aspirare allo scudetto 2022. Però nel 2023 Saturno, pianeta cattivo, entrerà nei Pesci e provocherà problematiche societarie di difficile soluzione. Quando Giove, pianeta buono, nel 2010 transitò nei Pesci, l’Inter vinse il triplete».
L’astrological coach che fa di preciso?
«L’allenatore dei manager. Li seguo nella carriera, li aiuto con l’astrologia a prendere le decisioni giuste».
Ha molti clienti?
«Circa un migliaio, incluse tre aziende. Una ventina sono alti dirigenti».
Mi faccia almeno un nome.
«Le dico solo che i guai di Luigi Crespi, ex sondaggista di Silvio Berlusconi, iniziarono quando smise di consultarmi».
Che differenza c’è fra lei e Paolo Fox?
«Fox è un oroscopista. Nella mia scienza nulla è lasciato all’interpretazione. Tutto è affidato al calcolo matematico».
Chissà perché la Bibbia condanna «chi esercita la divinazione o il sortilegio».
«Esiste qualcosa al di fuori di noi che ci alimenta, ne sono sicuro. Alcuni la chiamano energia pura, altri Dio. Ero ateo. Mi sono convertito studiando l’astrologia. Del resto ci credevano san Tommaso d’Aquino, i teologi medievali, i papi. Giulio II commissionò a Raffaello l’affresco con la situazione celeste al momento della propria elezione: è nella Stanza della Segnatura dei Musei vaticani. E rinviò di un giorno la propria incoronazione per attendere un cielo favorevole».
Fra parenti e amici è circondato da sospetto o da rispetto?
«Da rispetto. Ma prima era sospetto. “Gli passerà”, sospiravano. Dopo 30 anni che le azzecco tutte, ora mi consultano».