Corriere della Sera, 18 dicembre 2021
Negli la pillola per l’aborto arriva via posta
Washington. Per le donne americane sarà più semplice procurarsi la pillola dell’aborto. Ieri la Food and Drug Administration, l’agenzia federale per il controllo delle medicine, ha deciso che il «mifepristone», uno dei due farmaci in commercio per l’interru-zione di gravidanza, potrà essere inviato anche per posta. In realtà la Fda ha reso permanente la misura introdotta all’inizio dell’anno, nel pieno della pandemia. Nel concreto: le donne potranno richiedere un consulto online e ottenere la consegna a domicilio del prodotto. In altri Paesi occidentali questa semplificazione passerebbe inosservata. Non negli Stati Uniti, dove lo scontro sull’aborto è totale. In 19 Stati su 50 è già vietato ricorrere alla telemedicina per i casi di aborto e, scrive il New York Times, è prevedibile che ora ci sarà un’ulteriore stretta. L’epicentro di questo confronto epocale è la Corte Suprema di Washington. I nove giudici hanno già iniziato l’esame delle legislazioni restrittive introdotte in Texas e in Mississippi. Il fronte «pro life», un largo movimento politico-sociale, punta chiaramente all’abolizione della storica sentenza Roe v. Wade, che dal 1973 garantisce, invece, il diritto di scelta delle donne sull’aborto. La Corte Suprema ha un netto orientamento conservato-re: sei magistrati sono stati scelti da presidenti repubblicani; tre da democratici. Ma la materia è molto complessa e, al momento, i giudici sono divisi. È possibile, allora, che la Roe v.Wade venga drasticamente modificata, ma non cancellata del tutto. La Corte dovrà, di fatto, scegliere un modello legislativo. L’altro cardine della giurisprudenza è la Planned Parenthood v. Casey del 1972: stabilisce che l’aborto è permesso fino a quando il feto non sia autosufficiente, più o meno sette mesi di gravidanza. Ora il Texas prevede solo sei settimane, con molte limitazioni. Il Mississippi arriva fino a quindici settimane. E qui entra in gioco anche il «mifepristone», un metodo efficace entro le prime dieci settimane di gestazione. In sostanza, il destino della pillola è strettamente legato alla pronuncia della Corte, attesa tra maggio e giugno. In teoria il quadro potrebbe cambiare se il Congresso trasformasse la Roe v.Wade in una legge federale, valida su tutto il territorio. I democratici ci stanno pensando, ma dovrebbero forzare i regolamenti del Senato per superare l’ostruzionismo repubblicano.