Corriere della Sera, 18 dicembre 2021
Gli Usa hanno messo una taglia da 5 milioni sui figli e sul fratello di El Chapo
I traffici di droga a volte sono affari di famiglia. E la regola vale ancora di più per El Chapo. Gli Usa hanno rilanciato la caccia a alcuni dei suoi figli offrendo taglie. Cinque milioni di dollari sulle teste di Ovidio, Joaquin, Iván e Jesús Alfredo. Somma identica per il fratello del padrino, Aureliano, detto El Guano.
Noti come i Los Chapitos o Los Menores, gli eredi rappresentano una delle correnti di Sinaloa, un clan sempre dominante anche se fratturato da scontri accentuatisi dopo la cattura del numero uno, ora detenuto in Colorado. Per gli investigatori statunitensi i «giovani» sono coinvolti in molte attività criminali, dal controllo dei flussi di stupefacenti alla lotta contro i rivali. Interni ed esterni. I figli del boss sono in guerra con Ismael El Mayo Zambada, figura storica del network, presente nella lista dei wanted, con una ricompensa aumentata in settembre a 15 milioni. La disputa fratricida si unisce poi alla battaglia infinita con El Mencho, leader di Jalisco, taglia da 10 milioni, e a quella con gli Arellano Felix in Baja California o altre fazioni. Un gigantesco risiko narcos polverizzato in una serie di mini-conflitti locali.
Soltanto indagini
La procura messicana ha indagini aperte, ma nessuna incriminazio-ne verso i Chapitos
L’annuncio di Washington ha suscitato l’immediata reazione da parte del presidente messicano Andrés Obrador. L’eventuale arresto è compito nostro – ha dichiarato – gli americani non possono pensare di agire in territorio messicano. Posizione legittima e sempre utile per conquistare consensi contro gli yankee, legata alla situazione giudiziaria: la procura ha indagini aperte, ma nessuna incriminazione nei confronti dei Chapitos. Dettaglio che porta ad una storia imbarazzante. Il 17 ottobre del 2019 un’operazione dei militari ha portato alla cattura di Ovidio in una villa di Culiacan, un blitz filmato, quasi in diretta. Tuttavia il bandito è stato rilasciato dopo le minacce lanciate dalla «famiglia» e Obrador giustificherà la resa sostenendo che era l’unico modo per evitare uno spargimento di sangue. La sostanza è che lo Stato messicano si è piegato davanti al ricatto del contro-potere. Appena poche sere fa, ancora a Culiacan, c’è stata una sparatoria nel night Casanova: secondo testimonianze il protagonista era El Guanito, ovvero il nipote de El Chapo e figlio di Aureliano. Quest’ultimo è ritenuto dalla Dea il punto di raccordo con un cinese, Cheun Yip, basato a Wuhan, grande rifornitore di fentanyl. Anche l’orientale è inseguito da una taglia da 5 milioni di dollari.
Quelle dei Los Chapitos sono vite spericolate, tra colpi di scena, indagini azzoppate e rischi di essere ammazzati, cosa già avvenuta in passato con Edgar, fatto fuori a Culiacan da un commando nel 2008. Alfredo, alias Alfredillo, invece è stato vittima di un sequestro, a metà agosto del 2016, nella località turistica di Puerto Vallarta. Un gruppo legato a Jalisco lo ha rapito mentre festeggiava con amici e parenti il suo compleanno. Sarà liberato dopo una trattativa segreta con baratti e diktat di morte nei confronti di un figlio de El Mencho. Nessuno di loro, in questi casi, chiama la polizia. O se lo fanno è perché sono sicuri che gli agenti agiranno non in nome della Legge.