Corriere della Sera, 18 dicembre 2021
La recita di Natale a porte chiuse
Per accedere all’auditorium della recita di Natale serve il super green pass, perciò alcuni genitori non possono entrare. E la preside allora che fa? Vieta l’ingresso anche agli altri, la stragrande maggioranza. Succede a Rivalta, alle porte di Torino, dove il sindaco guida la protesta contro la dirigente scolastica, diventata il simbolo di quella strana eterogenesi della bontà per cui, a furia di voler includere chiunque, si finisce per escludere tutti. Prima di crocifiggerla in automatico, mi sembra però giusto ascoltarla. La preside dice che una festa di bambini è tale se non fa soffrire nessuno. I figli dei no vax si sentirebbero discriminati nel ritrovarsi senza genitori al seguito. Di una giornata gioiosa rimarrebbe loro il ricordo umiliante di un’ingiustizia subita, di cui non capirebbero neppure il motivo. Dovendo inevitabilmente fare un torto a qualcuno, la preside ha deciso di proteggere i pochi a danno dei molti. Nella convinzione che il dispiacere che proveranno i figli dei genitori «in regola» quando non vedranno i propri cari in platea lascerà meno tracce nella loro psiche di quelle che potrebbe lasciare nei figli dei no vax il sentirsi trattati in modo diverso rispetto ai compagni.
E ai genitori vaccinati privati di un diritto, chi ci pensa? Non la preside, lei guarda la vicenda soltanto dal punto di vista dei bambini, d’altronde è il suo mestiere. Sono i genitori no vax a non fare il loro, coartando persino la libertà dei figli pur di affermare, come sempre, la propria.