la Repubblica, 17 dicembre 2021
Le armi che controllano la mente
Il futuro più terribile è alle porte. Come negli scenari peggiori della fantascienza, siamo davanti al dilagare di armamenti robotizzati fuori controllo. O anche peggio: di droni che obbediscono al pensiero umano, senza bisogno di comandi o display, per poi compiere missioni omicide in maniera autonoma. E ancora oltre: raggi invisibili in grado di condizionare la mente. Realtà che si materializzano nelle discussioni di governi e organismi internazionali. Senza riuscire a frenare l’avanzata delle macchine assassine.Un comitato dell’Onu si è riunito lunedì a Ginevra per tentare di definire un trattato globale sui robot guerrieri. Ormai qualsiasi sistema militare viene progettato per fare a meno dell’uomo: la nuova generazione di aerei, navi, carri armati nasce con la predisposizione a essere priva di equipaggio. Anche in Europa: il caccia Tempest disegnato da Gran Bretagna, Italia e Svezia potrà volare con o senza pilota, sincronizzandosi in azione con una squadriglia di droni combattenti. Il problema è stabilire un limite all’intelligenza artificiale. Secondo l’Onu, nella scorsa primavera in Libia un aereo telecomandato turco ha condotto un raid scegliendo il bersaglio e decidendo quando uccidere. Ordigni simili di produzione cinese, russa, ma anche occidentale, sono disponibili negli arsenali di tutto il pianeta. Con l’identificazione informatica dei volti poi, si potrà arrivare a scatenare un automa killer contro una singola persona: la cercherà o resterà in attesa, fino al momento di colpire.Il segretario generale Antonio Guterres ha «incoraggiato la conferenza di Ginevra a trovare l’accordo su un piano ambizioso che stabilisca restrizioni all’uso di alcune categorie di armamenti autonomi». Ma i 125 Paesi che da otto anni discutono di come mettere le redini ai robot d’assalto sembrano lontani da un’intesa. Il delegato francese Yann Hwang, che presiede i colloqui, ha chiesto di prendere «decisioni vitali» entro oggi. Poche nazioni però sostengono la sua linea e le chance di arrivare a un patto internazionale sulla falange dei droni sono minime: l’opposizione di russi e cinesi, tra gli altri, pare invincibile.Mentre a Ginevra si tratta invano, altre prospettive inquietanti cominciano a farsi concrete. Ieri il governo statunitense ha ordinato sanzioni contro una decina di istituzioni scientifiche di Pechino, accusandole di ricerche sulle armi che “controllano il cervello”. È l’ultima frontiera partorita dalle biotecnologie: onde dirette sulla mente o chip microscopici installati nella corteccia cerebrale per condizionare le persone. Da tempo vengono studiati apparati neurali che trasmettono gli ordini attraverso il pensiero, con un’interfaccia bionica uomo-macchina: serviranno per guidare droni a qualsiasi distanza e in qualunque condizione. Ma questo sviluppo supera l’immaginazione: il potere di manipolare gli esseri umani rischia di diventare reale. E molti analisti ritengono che il male misterioso accusato da decine di diplomatici americani di diverse ambasciate sia il frutto dei test di questi ordigni mentali, che vengono chiamati psicotronici. Si era genericamente parlato di “onde sonore”, adesso si teme che siano la declinazione bellica della neuroscienza più avanzata.