Corrado Zunino per “il Venerdì di Repubblica”, 16 dicembre 2021
BODA A COME PARLI – COSA C’E’ DIETRO LA STORIA DI SOLDI E REGALI TRA L’IMPRENDITORE FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO (AI DOMICILIARI PER CORRUZIONE) E L’ALTA DIRIGENTE DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE GIOVANNA BODA, IMMOBILIZZATA A LETTO DOPO AVER TENTATO IL SUICIDIO? CON I SUOI REGALI, LUI SI SAREBBE GARANTITO APPALTI PER 23,5 MILIONI DI EURO. SOLITA CORRUZIONE O QUALCOSA DI PIU’? – LA BODA A UN CERTO PUNTO PERDE IL CONTROLLO DEL GIRO DI AFFARI E DICE ALL’IMPRENDITORE: "IO VOMITO OGNI SERA. VORREI SOLO ADDORMENTARMI E…” - COSA RACCONTANO LE CARTE -
L'editore-psicologo aveva comprato un appartamento di 298 metri quadrati (con soffitta) a ridosso di via Veneto, la Roma più costosa, per l'alta funzionaria del ministero dell'Istruzione e la figlia. Un milione e mezzo di euro, il valore. E quando lei gli chiederà, con la deflagrazione del Covid, di far avvicinare i genitori da Casale Monferrato, lui prenderà subito in affitto un appartamento quattro palazzi più in là.
Per i genitori appunto, la mamma è stata sindaca di Casale Monferrato. Poi pagherà per tutti, badante compresa, le vacanze al mare in Toscana. Tra San Marino e Via veneto L'editore dell'agenzia giornalistica Dire è agli arresti domiciliari per corruzione. Federico Bianchi di Castelbianco, 71 anni, a Roma è sempre stato una potenza, per quanto discreta e sempre sotto traccia.
E con i suoi regali alla dirigente si sarebbe garantito appalti per 23,5 milioni di euro tra il 2018 e il 2021. Giovanna Boda, 47 anni, già Capo dipartimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell'Istruzione, è indagata, anche lei per reati di corruzione. Oggi vive, immobilizzata, nel suo grande appartamento a ridosso di Via Veneto, dove sta affrontando una dolorosa riabilitazione.
Lo scorso 14 aprile, si lanciò dalla sala d'attesa dello studio legale dove il marito l'aveva accompagnata di fronte alle prime notizie dell'inchiesta della Guardia di finanza. Frattura al bacino e al coccige. Fratture alle caviglie, a un ginocchio. Finora ha subìto sei operazioni. I verbali mostrano come quel rapporto - criminale secondo i magistrati, ma anche tossico, e di reciproca dipendenza a leggere le carte - abbia prodotto scorie nocive all'interno di uno dei ministeri più importanti del Paese.
In particolare, sui delicati argomenti della disabilità e dell'iperabilità. Il decreto di sequestro preventivo, con le sue 202 pagine, sostiene, infatti, che l'imprenditore del sociale e dell'informazione - vicino per famiglia e interessi economici ed editoriali anche a San Marino, con legami strettissimi con la politica e la sanità cattolica - abbia pagato quindici collaboratori del ministero dell'Istruzione: alcuni con finti rimborsi spese, mentre ad altri avrebbe consentito di diventare pubblicista nella sua agenzia di stampa.
A ogni commessa ottenuta dal ministero, Bianchi di Castelbianco, secondo l'inchiesta, riusciva ad allargare la sfera d'influenza del suo Istituto di ortofonologia, l'Ido. In molte scuole ha ottenuto la gestione delle strutture di ascolto e ha iniziato a contattare, sostituendosi agli uffici del ministero, direttamente i presidi. Che lo trattavano con riverenza e che lui raccomandava a ogni visita in Viale Trastevere. L'inchiesta cita nove dirigenti. E Giovanna Boda? Molti la descrivono come un'amministratrice generosa nella sua attività ministeriale e sinceramente attenta agli ultimi. Altri ammettono che in viale Trastevere era anche temuta.
Le carte intanto mostrano questo: uno scaltro psicologo, spesso contestato sul piano scientifico, entra nelle stanze di un ministero con poche difese e ne pilota anche scelte importanti, ne ispira gare d'appalto, ne decide i finanziamenti diretti (alcuni per sé, per 8 milioni). soltanto un whatsApp Bianchi di Castelbianco ha collaborato alla stesura dei progetti formativi, ha suggerito come far aumentare i punteggi di un argomento che nutriva il suo core business.
Ha partecipato, in presenza, alla costruzione del bando per la povertà educativa. Ha contribuito a decidere - talvolta bastava un WhatsApp, visti i rapporti diretti e consolidati - quando mettere e quando sottrarre soldi su questioni importanti della vita extracurriculare del ministero. La Nave della legalità, per esempio, che dal 2002 ospita studenti in crociera nel Mediterraneo per discutere di mafia e di antimafia.
La voce di Bianchi di Castelbianco arrivava alla prima dirigente e ai suoi collaboratori quando si dovevano decidere i finanziamenti sulla Fondazione Falcone, sulla Fondazione Occorsio, le risorse da destinare alla Comunità di Sant' Egidio, le azioni da sostenere per un'associazione come Parole ostili. Per il ricordo di Indro Montanelli, le iniziative musicali di "Europa incanto".
Questioni strutturali all'istruzione, come la legge 440 sull'offerta formativa delle scuole o il neurosviluppo nell'età infantile, in queste ultime due stagioni sono state tirate da ogni parte per soddisfare, secondo l'inchiesta, lui e le sue controllate. «Dobbiamo dividerci le attività del ministero» dice candido nelle intercettazioni. «E così me so' proprio imposto», per spiegare la sua influenza su Giovanna Boda: «Lei voleva modestamente esercitare il suo potere, non se l'aspettava fossi così deciso».
Boda, frastornata, ai collaboratori dirà: «Non ci sto più a capire niente, basta che vi mettete d'accordo voi con i soldi». Il ministero dell'Istruzione è un luogo di ingenti risorse pubbliche - 51 miliardi di euro è il bilancio preventivo per il 2021 - e scarsi controlli.
Con l'insediamento del leghista Marco Bussetti (giugno 2018) negli uffici centrali - la segreteria particolare, il gabinetto - entrò la cosiddetta "corte di Caserta" che, guidata dal viceprefetto aggiunto Biagio Del Prete, aveva come primo compito quello di individuare eventi utili per giustificare le note spese del ministro, come ha raccontato Repubblica. Quindi, gestiva in proprio i rapporti con i provveditori regionali. «Il secondo piano del ministero dell'Istruzione era diventato un suk», racconta Marco Lonero, il primo segretario particolare di Bussetti, allontanato dopo quattro mesi.
Ancora prima, ai tempi di Maria Stella Gelmini, quando il ministero dell'Istruzione controllava anche l'Università e la ricerca, la Procura di Roma aprì un'inchiesta sulla direzione generale e sulla sparizione dei finanziamenti statali e comunitari sulla ricerca. La vicenda Bianchi di Castelbianco-Boda ha riportato la Guardia di Finanza al secondo piano di Viale Trastevere 76a.
L'alta dirigente è stata sostituita con l'ex marito, Jacopo Greco, ora capo del dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali che già ha diretto fino al 2019. Le prime collaborazioni di Giovanna Boda, laureata e dottorata in Psicologia, con l'allora Pubblica istruzione, risalgono al 1999. Nei percorsi scolastici, Bianchi di Castelbianco incrocia la giovane civil servànt. Lo psicologo in carriera diventato imprenditore del sociale sceglierà di far entrare Giovanna Boda, culturalmente di centrosinistra, nell'orbita del suo giro di affari coprendola di denaro o, meglio, togliendole ogni pensiero.
Dopo i due preziosi affari immobiliari, proverà ad agevolare il mutuo della protetta per un appartamento a Limone Piemonte, località sciistica dove Boda andava da bambina. E, in un'escalation di acquisti, servigi, opportunità, le noleggerà per quindici mesi un'auto (Mercedes) con autista. Grazie a una carta di credito con 38.765 euro spendibili in sei mesi, lei si comprerà l'Ipad, l'abbonamento per la palestra, i giocattoli e persino i Krumiri per la bimba di cinque anni; maglie da 700 euro per sé («ne vuole quattro», dirà la segretaria intercettata), camicie per 9.800 euro. Utilizzerà le carte di pagamento, ne ha una seconda a disposizione, per i cappelli dell'Antica cappelleria, le spese da Eataly - cialde decaffeinate da far portare alla consulente della Direzione generale.
La badante rumena sarà saldata per traduzioni che non ha mai fatto e con quei versamenti dall'esterno saranno pagate la collaboratrice sudamericana, l'istruttrice di fitness, la massaggiatrice. «Un coacervo di utilità», scrive la Procura.Come i contanti consegnati alla madre (non indagata) di Boda: «Ma dove vado con tutti questi soldi?». E i dipendenti complici, la segretaria Valentina Franco e l'autista Fabio Condoleo, ora ai domiciliari, commentano: «Bello spendere con i soldi degli altri» (che, per inciso, sono soldi pubblici). Giovanna Boda, alla fine, si arrende: «Dimmi tu che cosa devo fare, io vomito ogni sera. Vorrei solo addormentarmi e non svegliarmi più». Proverà a restituire parte del denaro anticipato, ma ormai ha perso il controllo del giro d'affari: «Di quanto sarà questo mutuo? Non so neppure se riesco a pagarlo».