Il Messaggero, 16 dicembre 2021
Biografia di Ingrid Bergman
In una nota scena cinematografica viene detta una battuta che farà epoca, ma verrà in seguito riportata con una piccola aggiunta. «Play it once, Sam», Suonala per una volta, Sam. A pronunciarla è una bellissima attrice svedese di nome Ingrid Bergman, che interpreta Ilsa Lund. Guardando di sfuggita il duro Rick, ovvero Humphrey Bogart, chiede al pianista Sam di suonare la canzone che ha ritmato la loro storia d’amore. As time goes by, Mentre il tempo passa. In una successiva commedia di Woody Allen, la frase diverrà «Play it again», Suonala ancora, e così verrà ricordata da molti. Il film, è, naturalmente, Casablanca, girato nel 1942 e ambientato durante la Seconda guerra mondiale. Candidato a otto premi Oscar, riceverà quello per il miglior film, il miglior regista e la migliore sceneggiatura.
Per Ingrid Bergman si tratta della definitiva consacrazione. Pur tuttavia, molte sono le pellicole per cui è famosa, da Intermezzo a Per chi suona la campana, da Io ti salverò a Angoscia, per cui ottiene il primo Oscar. Piena di suspense è la scena in cui discende faticosamente un lussuoso scalone, appoggiata a Cary Grant, mentre il marito fedifrago, che la stava avvelenando, la fissa con occhi gelidi. Si tratta di Notorious, diretto da Alfred Hitchcock, che vorrà Ingrid in diverse opere.
LA VITA
Nata a Stoccolma il 29 agosto 1915, figlia di un fotografo svedese di nome Justus Samuel Bergman e di una tedesca, Friedel Adler, Ingrid rimane orfana di madre a due anni. La sua è un’infanzia triste; quando ha tredici anni perde anche il padre e viene adottata dagli zii. Il fatto che il genitore fosse fotografo, l’ha abituata a essere immortalata, guardata. Decide presto di diventare attrice, pare a seguito di uno spettacolo. Studia alla scuola del Reale Teatro Drammatico e a diciannove anni ottiene una particina. Lanciata da Gustaf Molander, comincia a interpretare moltissimi film. Fascinosa, preparata, brava, sensibile, profonda e coraggiosa, lavora in Germania, quindi in giro per l’Europa. Sposa Petter Lindström nel 1937 e ha una figlia, Pia.
Subito dopo viene chiamata negli Stati Uniti dal produttore David O. Selznick (quello di Via col Vento), e prende a girare pellicole che sono degli exploit. In seguito cambia casa di produzione, poi ne costituisce una propria, con cui interpreta Giovanna d’Arco. In quel periodo, tuttavia, conosce alcuni insuccessi.
IL LEGAME
Legata al fotografo Robert Capa, comincia su suo incitamento a seguire il cinema europeo. Affascinata dalla visione di Roma città aperta e Paisà di Roberto Rossellini, scrive una lettera rimasta celebre al regista. «Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla molto bene l’inglese, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese e in italiano sa dire solo ti amo, sono pronta a venire in Italia a lavorare per lei».
L’occasione di dire ti amo arriverà presto. Rossellini incontra Ingrid e le propone il copione di Stromboli, che in verità era pensato per Anna Magnani, allora sua compagna. Fra i due nasce un’appassionata storia, seguita dai fotografi di mezzo mondo, che esplode mentre sono appunto a Stromboli. Nell’isola vicina c’è la Magnani, gelosissima, che gira un altro film. Ingrid ha sempre avuto un’immagine integerrima e acqua e sapone, per cui c’è un tremendo scandalo, peggiorato dalla notizia che aspetta un bambino; il marito chiede il divorzio e l’affidamento di Pia. Nel 1950 lei e Rossellini si sposano, nascono Robertino e poi le gemelle Isotta e Isabella. I film girati in quella fase, tuttavia, non sono un successo, per cui la Bergman preferisce dedicarsi alla famiglia. Molte sono le foto che la raffigurano in giro per l’Italia e l’Europa, con il marito e i figli. Si reca anche a Cortina, dove all’hotel Miramonti c’è la suite con il suo nome.
IL TEATRO
Solo in seguito torna a lavorare, particolarmente a teatro. Nel 1956 accetta di girare per la Fox americana il film Anastasia, dedicato alla granduchessa russa. Vince nuovamente l’Oscar come migliore attrice ma non può recarsi alla cerimonia ed è Cary Grant a prendere per lei la famosa statua. Mentre il rapporto con Rossellini è in crisi – lui troverà una nuova compagna in India – la Bergman continua a lavorare al cinema e al teatro. Sposa nel dicembre 1958 l’impresario svedese Lars Schmidt e con lui torna spesso in Svezia. Vive fra Londra e Parigi, passa molto tempo con i figli, vince nel ’75 l’Oscar per Assassinio sull’Orient-express. Successivamente lavora con Vincent Minnelli in Nina, con il conterraneo Ingmar Bergman in Sinfonia d’autunno.
Malata di tumore, pubblica con Alan Burgess la biografia Ingrid Bergman, La mia storia. Una delle sue ultime performance è su Golda Meir, data in televisione, per cui ottiene l’Emmy. Muore il 29 agosto 1982, giorno del suo settantesimo compleanno, a Londra. Viene quindi cremata in Svezia, le ceneri sparse in acqua. «Ho imparato che per affrontare i vari fastidi – aveva detto – bisogna restare calmi, sorridere di tanto in tanto, rimanere tranquilli e non curarsi di quello che la gente ha da dire su di te».