Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  dicembre 16 Giovedì calendario

Internet avanza anche in Africa

MarketForce è una startup fondata in Kenya, nel 2018, per sviluppare una piattaforma di mappatura e gestione online dei punti di vendita su campo dei marchi commerciali. 
Tre anni dopo l’azienda conta oltre 50 aziende partner, lavora in 5 paesi africani e ha raccolto l’equivalente di 2,7 milioni di dollari in finanziamenti, con exploit nell’anno che avrebbe dovuto essere più cupo: il 2020.
La pandemia di Covid ha inflitto una battuta d’arresto drastica all’economia africana, con la prima contrazione del Pil in oltre due decenni e 38 economie su 55 finite in recessione. Ma l’effetto collaterale, benefico, è stato quello di accelerare un processo di digitalizzazione già ingranato da anni. Secondo dati Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la popolazione che usa internet è salita dall’8% del 2009 al 30% del 2019, con un’ascesa parallela della quota di sottoscrizioni mobile alla banda larga dalle 3 ogni 100 abitanti nel 2010 alle 37 ogni 100 abitanti nel 2019. Nello stesso anno la platea di utenti di pagamenti mobile è arrivata a 480 milioni e gli hub di startup tecnologiche sono lievitati a quota 643, più che raddoppiandosi dai 314 del 2016. La pandemia ha intensificato la tendenza, diffondendo una maggiore digitalizzazione in settori privati come finanza e industria o pubblici come sanità e istruzione.
Sul versante privato, è ancora l’Ocse a stimare una crescita del 28% delle transazioni digitali nel solo 2020, portando il totale a 45,5 miliardi di dollari, mentre un’azienda su 5 dichiara di aver potenziato o iniziato da zero la propria digitalizzazione per attutire lo shock del Covid. Sul versante pubblico, 27 governi africani sono riusciti a predisporre piattaforme di e-learning entro maggio 2020, mentre l’Africa Centres for Disease Control and Prevention ha sperimentato una piattaforma di condivisione dei dati diagnostici e le banche centrali hanno incoraggiato i pagamenti mobile.L’aumento dell’interesse, e dei capitali, non arriva solo dall’interno. Già prima della crisi pandemica Alibaba, il gigante dell’e-commerce cinese, si era esteso sul Continente con iniziative che andavano da corsi di programmazione a bandi per imprenditori tech.
Nel 2021, un colosso globale del Web come Google ha annunciato un investimento da 1 miliardo di dollari in cinque anni per fornire accesso più rapido ed economico a internet e finanziare startup locali. Federico Bonaglia, vicedirettore del Development centre dell’Ocse, spiega che la digitalizzazione può fare da leva al potenziamento di settori già cruciali: dalle tecnologie agricole per aumentare le rendite delle coltivazioni alle soluzioni e-health che migliorano le diagnosi, dall’ascesa del mobile banking ai servizi alle imprese. Con ricadute incisive anche sul lavoro, stimolando livelli di occupazione adeguati per quantità e qualità alla demografia esplosiva del Continente. I tempi non saranno immediati. A oggi neppure il 23% della fascia della popolazione africana più povera ha accesso a internet e appena il 17% di quella complessiva può permettersi un gigabyte di dati, contro i rispettivi 33,6% e 47% dell’Asia.
I divari nell’uso di internet restano profondi fra contesti urbani e rurali, grandi imprese e attività familiari, lavoratori dipendenti e informali, fino a un digital gender gap fra uomini e donne pari 25%. La stessa spinta all’occupazione, per ora, è frenata dal concentrarsi degli investimenti su branche specifiche del digitale. «Le telecomunicazioni impiegano 270mila persone e i dipendenti di tutte le startup sono 20mila – dice Bonaglia – A fronte di 29 milioni di giovani africani che entrano nell’età lavorativa ogni anno». Se la strada è lunga, il momento è adatto a intraprenderla. Nel 2021 ha debuttato l’Africa continentale free trade area, il maxi-accordo di libero scambio per favorire la circolazione di merci e conoscenze fra le economie africane. I governi e la stessa Unione africana, l’organizzazione che riunisce i 55 paesi del Continente, stanno promuovendo riforme e quadri regolatori ad hoc per l’evoluzione digitale dei propri apparati produttivi e burocratici. La Banca mondiale vuole aiutare il Continente a raggiungere la «banda larga universale» entro il 2030, stimando un investimento da 100 miliardi di dollari per connettere tutti i cittadini africani entro quella data. Per rispettare il termine servirebbe una corsa più rapida di qualsiasi pronostico. Non sarebbe la prima volta, per le economie africane.